L’Italia del Curling e una Pechino tutta da vivere

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Che cos’è il curling? Il curling è il silenzio della concentrazione e le urla dello skipper; è l’eleganza degli scacchi e il bluff del poker; è una pietra di granito che scivola sul ghiaccio; è un ladro che supera le guardie per rubare un tesoro.

Nel curling la precisione non è niente senza il lavoro di squadra, ma allo stesso tempo la squadra non può fare nulla nel momento in cui manca la precisione. L’esattezza della spinta si forgia con la pazienza (la pazienza nell’attendere l’attimo giusto), la genialità della traiettoria, l’umiltà di ammettere l’errore per modificarlo e convertirlo.

Il curling è compostezza ed eleganza: la compostezza e l’eleganza che mostra il nostro Joel Retornaz dopo la vittoria sulla Norvegia che vale il bronzo europeo. E neanche un mese dopo è bellissimo rivedere quel sorrisetto timido, che si accende e si spegne subito, ma che lascia intravedere l’emozione di un atleta che anche se ne ha passate tante, non si è ancora stancato e ama ciò che fa.

Quel sorriso e quell’espressione di tranquillità nascondono, proprio come fa un buon giocatore di poker, tutta la tensione del match, tutta la soddisfazione per l’ennesimo risultato raggiunto.

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Lui che ha visto crescere quella nazionale, nata dal nulla (quasi) e portata tra le grandi d’Europa. Quella stessa nazionale che adesso vuole arrivare tra le grandi del mondo. Neanche un mese dopo il bronzo, l’Italia batte la Repubblica Ceca al Preolimpico in Olanda e strappa il pass per Pechino 2022.

Ai mondiali del 2017, in Canada, l’Italia aveva partecipato con una squadra solo per metà uguale a quella di oggi.

I punti fermi del team sarebbero stati Mosaner e Retornaz, l’unico presente anche alla prima Olimpiade disputata dall’Italia (Torino 2006). In quell’occasione la qualificazione era dovuta esclusivamente al fatto di essere “nazione ospitante”.

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Tornando al 2017, il mondiale in Canada ha visto gli azzurri chiudere al nono posto il cosiddetto Round Robin, ma l’impresa più grande è quella del Dicembre dello stesso anno, quando al torneo preolimpico l’Italia conquista uno dei due posti disponibili per i Giochi in Corea: è la prima storica qualificazione alle Olimpiadi, sintomo di una crescita che si consacrerà con il bronzo agli Europei di Tallinn nello stesso 2018. Lì sì che il quartetto azzurro era completo: Arman, Gonin, Mosaner e Retornaz.


Da lì è un continuo crescendo: settimo posto ai Mondiali 2019 e 2021, il già citato bronzo a Lillehammer nel Novembre 2021 e poi la seconda qualificazione olimpica in Olanda, che ci consentirà di fare il tifo per la delegazione azzurra dal 10 Febbraio 2022 a Pechino.

Il teatro dei 9 scontri del Round Robin e dei playoff sarà il cosiddetto The Ice Cube, il Centro acquatico nazionale ristrutturato per l’occasione (generalmente noto come “The Water Cube”). Di squadre che fanno paura ce ne sono diverse, partendo proprio dalla Svezia dell’infinito Niklas Edin, passando per la Norvegia, arrivando alla Scozia, incontrastabile agli ultimi Campionati europei e “skippata” dal fenomeno Bruce Mouat.

Poi ci sono le solite giganti come il Canada, la più vincente in ambito Olimpico, e la Svizzera, senza dimenticare i campioni in carica di Team USA. Tuttavia bisogna ricordare un fatto in particolare: anche noi facciamo paura.

Certo la speranza è che si interrompa una volta per tutte quella serie di settimi posti ottenuti nelle competizioni iridate, ma la speranza ancora più grande è quella di poter vedere “that damned smile” e quel pugno alzato, che tanto ci fanno emozionare.

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Redazione MusaNews
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