11 luglio 1982 – 11 luglio 2022

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Scampoli di ricordi di una vittoria…Inevitabile

11 luglio 1982 – 11 luglio 2022. Ci siamo. L’11 luglio è arrivato. Puntuale come sempre, con un sole caldo che riscalda il cuore, ma soprattutto i ricordi. L’11 luglio 2022 ci regala qualcosa in più. Tanto di più. Una cifra tonda che ricorda forse la più grande emozione sportiva che tanta parte degli italiani ha provato nell’ultimo mezzo secolo. Sarà anche per via di questo tempo balordo che stiamo vivendo, che quell’impresa sportiva assume aspetti quasi leggendari.

L’ Attesa

È indubbio, però, che chi ha vissuto quell’incredibile ascesa verso la vittoria, quelle giornate, quelle attese, quelle folli speranze di vittoria, non abbia scordato nulla, nemmeno una virgola, di quei memorabili giorni. Così ci si ricorda perfettamente anche della viglia della finale di Madrid contro la Germania. Un classico della storia del calcio, un classico nella nostra storia. Premetto che non racconterò nulla della partita in sé, ma cercherò di soffermarmi sulle sensazioni e sulle emozioni che l’hanno preceduta e seguita.


11 luglio 1982, una formalità

Ricordo, ad esempio, come attendessi la finale quasi come una pura formalità. Per chi scrive, e non credo per lui soltanto, l’Italia era diventata Campione del Mondo già sei giorni prima, al Sarrià di Barcellona. Quella partita del 5 luglio aveva già decretato i futuri campioni del mondo ed incoronato la stella più luminosa. Nel Pablito Day l’Italia aveva annichilito una delle formazioni più forti della storia dei Mondiali. La più naturale delle conclusioni non poteva che essere quella.

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Esito inevitabile

Una vittoria pressoché inevitabile. Un po’ come accade nel ciclismo quando, durante il Giro d’Italia, il campione riesce a scollinare in solitaria la fatidica Cima Coppi e la lunga discesa che porterà al traguardo altro non è per lui che una splendida appendice all’impresa. Insomma attendevo la finale contro la Germania pensando a come si sarebbero organizzati i successivi festeggiamenti.

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Praticamente imbattibili

La speranza era grande, la fiducia illimitata, anche se poi le partite non soltanto vanno giocate, ma vanno soprattutto vinte. Avevo, e si aveva, però la fortissima sensazione che ormai quella squadra fosse diventata, in quel momento, praticamente imbattibile. Sarà per via dei tanti bocconi amarissimi che era stata costretta ad ingoiare, che si erano trasformati in veleno mortale per tutti gli avversari che poi si sarebbero parati dinanzi, che quel mondiale non poteva che avere quell’unico e solo epilogo.

11 luglio 1982. Grazie!

Cosa rimane di quell’impresa quarant’anni dopo? Tanto e tanti ricordi legati ai protagonisti. A quella sana follia collettiva che quella vittoria ha scatenato un istante dopo il fischio finale. Rimane soprattutto quella febbrile fibrillazione che ha catturato un’intera nazione dal 29 giugno, giorno di Italia – Argentina fino all’epilogo leggendario dell’11 luglio. Quasi due settimane vissute in apnea agonistica, attendendo un’impresa per invocarne poi subito un’altra. Insaziabili, voraci e velenosi, come quel meraviglioso gruppo di uomini che ci ha reso felici come non mai. Grazie! Per sempre…

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