Roberto Vecchioni, mi ritorni in mente… Aspettando Sanremo

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Roberto Vecchioni
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Sanremo 2011

Il sessantunesimo Festival della Canzone Italiana, andò in onda dal 15 al 19 febbraio 2011 e fu condotta da Gianni Morandi insieme a Belén Rodríguez, Elisabetta Canalis ed il duo comico Luca e Paolo. Al termine della gara canora, la classifica fu la seguente:

Canzone vincitrice: “Chiamami ancora amore”, interpretata da Roberto Vecchioni;

Seconda classificata: “Arriverà”, interpretata da Modà con Emma;

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Terza classificata: “Amanda è libera”, interpretata da Al Bano.

La canzone d’autore e Vecchioni tornano a Sanremo

Festival di Sanremo, anno 1973. Roberto Vecchioni appare per la prima volta in TV. “Abbiamo ora un professore di Liceo che finora ha fatto solo l’autore di canzoni e credo sia questa la sua prima apparizione televisiva. Il titolo della sua canzone è ‘L’uomo che si gioca il cielo a dadi‘, autore Vecchioni, dirige il maestro Parisini, canta Roberto Vecchioni”. Con queste parole Gabriella Farinon presentò il cantautore al suo debutto televisivo. La canzone che presentava era dedicata a suo padre.

Prima di aver vinto Sanremo dieci anni fa ero andato da giovane, nel ’73, con una canzone dedicata a mio papà,che era un uomo diversissimo da tutte le persone. Mio padre non mi ha insegnato nulla, mi faceva ridere. Papà dove entrava illuminava e faceva innamorare le donne, non mi ha insegnato chissà che, ma si divertiva. Il giorno prima della maturità mi ha portato a Parigi al Moulin Rouge. Io lo chiamavo Aldo, non papà.

Sanremo dopo quasi 40 anni

Dopo 38 anni Roberto Vecchioni torna a Sanremo, al Teatro Ariston. Da allora, quasi quarant’anni di vita, divisa tra scuola e concerti, classici latini e greci e sale d’incisione. Tanti momenti felici, ma anche momenti non facili da vivere, tantomeno da raccontare. “Io sto bene, ho vissuto tutti i momenti brutti della vita cercando di andare avanti, ne ho avuti tanti, tantissimi, li ricordo col sorriso ma ne ho avuti tanti, amici persi, persone che se ne sono andate, dolori fisici, psicologici”. 

Il titolo del brano che gli regalerà la vittoria è “Chiamami ancora amore”. Una canzone di speranza, che dà speranza. Una canzone che riporta in auge, sul palco dell’Ariston, la canzone d’autore, quella che da sempre fa da contraltare alla tradizione canora italiana. Quella canzone d’autore che non ha mai amato la gara sanremese, con le sue umilianti eliminazioni ed il poco competente voto popolare. L’appassionata interpretazione di Vecchioni esalta il testo della canzone e quando sul palco appare la Premiata Forneria Marconi, nella serata dedicata ai duetti, ad accompagnare il grande cantautore milanese, il destino è segnato. La vittoria sarà sua.  

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Vecchioni, Sanremo, la pandemia e il teatro vuoto

“Il pubblico è il 99 per cento, è l’emozione che va e viene, non esiste cantare ad una platea vuota. Allora canta da solo nella tua stanza, è la stessa cosa. Cantare è un rito, un rito a cui partecipano tutti. Sanremo stesso è un rito che deve essere riprodotto nella stessa maniera, con le stesse cose, con le stesse persone. Piuttosto che non aver la gente, meglio non farlo, spostarlo a luglio o ad agosto, secondo me, perché va fatto con la gente”.

Guccini e Vecchioni

Roberto Vecchioni e la sua “Luci a San Siro”

Il capolavoro di Roberto Vecchioni scritta a quattro mani con Andrea Lo Vecchio. Anno 1971. Francesco Guccini, grande amico di Vecchioni, dopo averla cantata durante un’edizione del Premio Tenco, confesserà che l’avrebbe voluta scrivere lui. È la canzone che ricorda la giovinezza, un amore finito, con tutta la nostalgica tristezza che si porta dietro. Ricordare i momenti felici vissuti insieme, uno ieri che sembra, ora, lontanissimo, con l’implorazione finale alla sua Milano 

Ma dammi indietro la mia seicentoI miei vent’anni e una ragazza che tu saiMilano scusa, stavo scherzandoLuci a San Siro non ne accenderanno più

Brano tratto da “Luci a San Siro

A proposito di Luci a San Siro, il pensiero di Vecchioni per Andrea Lo Vecchio

Addio al musicista Andrea Lo Vecchio, morto a Roma a 78 anni. Cantautore, compositore, paroliere, produttore discografico e autore televisivo, è entrato nella storia della musica leggera italiana come autore di successi come Luci a San Siro per Roberto Vecchioni, E poi… per MinaRumore per Raffaella Carrà e Help me per i Dik Dik

Vecchioni accoglie la notizia della scomparsa di Andrea Lo Vecchio con “molto dolore, perché la collaborazione con Andrea non è stata solo fondamentale: rappresenta la mia gioventù che ho perduto. Quella canzone l’avevo scritta io durante il servizio di leva subito dopo essere stato lasciato da una ragazza, e mi venne da raccontare il periodo in cui facevamo l’amore”.


“Nella nostra collaborazione io curavo i testi e lui pensava alla musica, e così accadde anche quella volta. Ma qui ci fu anche qualcosa di straordinario che spiega che persona fosse Andrea: io non ero ancora iscritto alla Siae, quindi la canzone uscì con la sua sola firma. Ebbene, appena fu possibile lui spontaneamente mi aggiunse tra gli autori, e visto il successo della canzone, coi relativi diritti d’autore, non so quanti l’avrebbero fatto. Ma Andrea era così”.

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