Pelati e polpa di pomodoro italiani sono a rischio. Stavolta la crisi climatica non c’entra ma a rendere davvero problematica la produzione dei prossimi mesi è la crisi dell’acciaio e i rincari che riguardano questo materiale, utile alla realizzazione dei contenitori in cui si conservano i prodotti base di pomodoro.
In seguito alla pandemia che ha creato un duplice problema: una maggiore richiesta a fronte di un’offerta minore e un approvvigionamento di materiali più difficile, il prossimo anno potremmo vedere meno pelati o polpa di pomodoro in scatola sugli scaffali dei nostri supermercati e notare un certo aumento del loro costo.
A mettere in difficoltà il mercato del pomodoro made in Italy c’è il problema dei rincari dell’acciaio, materiale con cui sono realizzati i contenitori che, rispetto al settembre dello scorso anno, oggi costa in media un 60% in più.
In particolare è il prezzo dell’acciaio cinese ad essere aumentato vertiginosamente dall’inizio dell’anno e quello che si produce nella sola Europa non può bastare per la massiccia fornitura che occorre per confezionare pelati e polpa di pomodoro.
Fitch Ratings, agenzia internazionale di valutazione del credito e rating, prevede che il rialzo del prezzo dell’acciaio cinese rallenterà nelle prossime settimane con l’avvicinarsi dell’estate, poiché questa stagione tende a vedere una domanda inferiore a causa di una minore richiesta da parte del settore delle costruzioni.
Ma difficile ormai recuperare, il danno per il pomodoro italiano è, probabilmente, già fatto.
E c’è anche un altro aspetto da considerare: oltre ai costi maggiorati, vi sono anche ritardi nelle consegne, problema generalizzato in questi mesi di pandemia anche per altri tipi di materiale.
La faccenda rischia dunque di ripercuotersi seriamente sulle conserve italiane, considerando anche che la produzione di quest’ultime è aumentata con il Covid, in quanto con il lockdown gli italiani alle prese con la preparazione di pizza e altre ricette in cui è immancabile il pomodoro, ne hanno consumato una quantità maggiore.
Dopo questo lungo anno di pandemia, i magazzini dei produttori in molti casi sono vuoti e c’è bisogno di rifornirli ma la nuova produzione, come avrete capito, rischia di avere non pochi disagi da affrontare. Ricordiamo, tra l’altro, che l’Italia è leader mondiale nei prodotti a base di pomodoro.
Difficilmente non troveremo pelati e polpe di pomodoro sugli scaffali il prossimo anno ma quello che invece è ben più probabile, per non dire certo, è che il loro costo sarà maggiore.
L’imballaggio, infatti, incide sul costo di produzione fino a un terzo e quello che si prospetta per la nuova produzione di polpe e pelati, la cui lavorazione avviene per la gran parte tra agosto e settembre, è un aumento del costo finale del 10%.
Un problema che non riguarda invece la passate di pomodoro che sono generalmente conservate nel vetro.
Fonti: Fitch Ratings
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