La coppia formata da Katia Follesa ed Angelo Pisani si racconta in un’intervista di coppia al Corriere Della Sera. Insieme dal 2006, i due comici hanno raccontato di come si sono conosciuti, dei pedinamenti di Katia, degli appartamenti divisi in cui vivono e della loro bambina di cui sono molto orgogliosi. Stando alle loro parole il segreto per la loro lunga relazione è divertirsi insieme, pur mantenendo i propri spazi personali.
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Katia Follesa Angelo Pisani intervista: “Ho iniziato a pedinarlo”
“Io di Angelo ero una fan: lavoravo in una holding finanziaria e vedevo in tv questo ragazzo giovane, sul palco di Zelig… Mi faceva simpatia. Così ho iniziato a pedinarlo“, ha svelato Katia parlando dell’incontro tra lei e Angelo. Lui all’inizio non voleva impegnarsi, ma non aveva fatto i conti con la determinazione della comica che in quegli anni stava avviando anche lei la sua carriera in televisione. Alla domanda sulla lunghezza della loro relazione Katia risponde scherzando come al solito: “Ufficialmente dal 2006… Capisci che è troppo tempo?”.
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Katia Follesa marito: case separate per durare come coppia
“C’è chi ha le stanze separate e noi abbiamo le case separate. Nel senso che da qualche tempo abbiamo un altro appartamento che viviamo come un posto in cui o uno o l’altro può andare, quando ne ha bisogno“, hanno confessato Katia e Angelo. Nonostante sembri l’anticipo di una separazione, per loro questo è un modo di essere ancora più uniti. Questo secondo appartamento, infatti, lo vivono come un beneficio della coppia dove avere uno spazio personale quando se ne ha più bisogno, e a quanto pare funziona molto bene.
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Katia Follesa figlia Agata: l’orgoglio di mamma e papà
La coppia ha espresso anche parole molto dolci per la loro bambina, Agata, di 13 anni. “È anche ben preparata a due personaggi come noi. Parliamo molto, scherziamo, ma ha anche la scomodità di vivere con due artisti con caratteri non sempre facili. Noi di lei siamo molto orgogliosi. Ma non è stato sempre semplice”, ha spiegato la conduttrice. Pisani infine ha aggiunto: “Si diventa genitori in due. Cambia la tua identità di uomo, di compagno. Ho cercato di far capire a Katia che non era sola. Le ho fatto comprendere che, per un po’, avrei potuto occuparmi di tutto io: della bambina e di lei”.
