Fase 2 e moda, la Realtà Aumentata è il futuro dello shopping? Asos (e non solo) crede di sì

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Sfilate cancellate


, shooting bloccati, negozi che si preparano a riaprire senza avere gli strumenti necessari per garantire il distanziamento sociale. Problemi del settore moda che minano anche l’efficienza dell’e-commerce: a dimostrarlo, l’ultima iniziativa di Asos, che per fronteggiare l’emergenza coronavirus chiama in causa il player che non ti aspetti: la Realtà Aumentata.

Le modelle virtuali (ma realistiche) di Asos.

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I modelli diventano virtuali

Tra i principali rivenditori di moda a basso costo online al mondo, la piattaforma e app inglese annuncia l’utilizzo della tecnologia RA nelle pagine dei prodotti: se normalmente sul sito i capi venivano mostrati su modelli in carne e ossa, ora saranno sei avatar creati digitalmente a indossare fino a 500 capi a settimana, garantendo così il rispetto delle norme igienico sanitarie.

La Realtà Aumentata al servizio dell’e-shopping

Grazie alla mappatura digitale di ogni prodotto sul modello virtuale, che tiene in considerazione la taglia, la silhouette e la vestibilità di ogni capo, la nuova tecnologia RA di Asos – sviluppata in collaborazione con Zeekit, l’azienda israeliana di Realtà Aumentata e Intelligenza Artificiale specializzata in ambito moda – assicura che la presentazione simulata dell’abito resti quanto più realistica possibile, proprio come se si trattasse di foto realizzate dal vivo. Già in tempi non sospetti di contagio, il colosso low cost aveva sviluppato insieme alla società tecnologica Guarda la Tua Taglia, un servizio virtuale che guidava i clienti negli acquisti visualizzando i prodotti su individui scelti ad hoc, con caratteristiche simili alle proprie.

Un fenomeno sempre più di moda

Stratagemmi che oggi permettono ad Asos non solo di tutelare i propri dipendenti (i modelli “veri”, i cosiddetti Asos insiders, intanto indicano look e abbinamenti dalle loro case sui social dell’azienda), ma anche di continuare a lanciare nuovi prodotti ogni settimana con immagini realistiche. Una virata nella digitalizzazione, quella dell’e-commerce britannico, che punta nuovamente l’attenzione su un fenomeno già in atto da qualche anno, ma che la crisi del coronavirus ha reso più urgente. Asos non è infatti l’unico e-shop ad aver capito le potenzialità della Realtà Aumentata e della Realtà Virtuale. Solo qualche giorno fa la boutique fiorentina online e offline Luisaviaroma ha annunciato la nascita di MOD4, la game-app che rende lo shopping sul web un gioco interattivo, dando la possibilità ai clienti di creare i propri avatar, collezionare i loro articoli preferiti e socializzare con altri utenti con vere e proprie fashion challenge. Già alla fine del 2018 invece YNAP lanciava Yoox Mirror, il camerino virtuale che permette alla clientela di attingere dal catalogo Yoox e provare abbinamenti su modelli digitali in 3D, sviluppati a seconda delle proprie sembianze.

Un rendering dell’app di Luisaviaroma.

I fashion brand che puntano sull’RA online

Anche i brand moda si sono cimentati sull’argomento, per permettere ai clienti di provare capi e accessori senza entrare direttamente a contatto con essi. Tramite il motore di ricerca Google, a gennaio 2020 Burberry ha lanciato un nuovo strumento di Realtà Aumentata: cercando la borsa Black Tb o le sneakers Arthur Check su Google, i clienti possono vedere un’immagine digitale del prodotto in scala sul proprio smartphone a confronto con gli oggetti presenti nella propria realtà. Lo strumento è disponibile al momento solo nel Regno Unito e negli Stati Uniti, ma è previsto un lancio globale con l’aggiunta di altri prodotti nel corso dei prossimi mesi. Gucci, tramite la funzione try-on della propria app sviluppata dalla start-up bielorussa Wannaby, dal 2019 consente di provare occhiali, cappelli e persino le sneakers Ace grazie alla fotocamera del proprio smartphone; idem per Moncler. E la Maison orologiera Jaeger-LeCoultre, dal 2018, con l’app On your wrist permette di misurare virtualmente al polso i segnatempo. Lo scopo è sempre lo stesso: rendere più facile l’acquisto, mantenendo le distanze.

I negozi fisici? Insostituibili

Ragion per cui le società come AR Zeekit e Wannaby, che forniscono soluzioni digitali che accorciano le distanze tra brand e consumatore, sono in crescita. In Italia, il caso di Hyphen, l’azienda specializzata di Affi (Verona) che lo scorso febbraio ha debuttato lo showroom virtuale di Salvatore Ferragamo. Un cambiamento che si appresta a diventare sostanziale per il mondo dello shopping: a confermarlo l’ultimo studio MckKinsey, secondo cui gli acquisti via app da inizio anno ad aprile 2020 sono aumentati del 24% (6 punti percentuale in più rispetto al classico e-commerce). La Realtà Aumentata cancellerà i negozi fisici? Probabilmente l’esperienza digitale non soppianterà mai completamente quella reale, insostituibile anche in tempi di pandemia. Basti pensare a quanti di noi prima di comprare un prodotto in boutique lo “studiano” online (anche adesso): perché il migliore degli shopping possibili in tempi di coronavirus – e oltre – è quello che garantisce un’integrazione, seppur invisibile, tra i due mondi. Questione di social distancing

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