Fase 2, congiunti e affetti stabili: perché si può andare dalla suocera ma non dall’amico

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Tutto cominciò il 26 aprile

quando il premier Conte apparve in Tv per uno dei suoi messaggi a reti unificate per dire agli italiani che cosa avrebbero potuto fare dal 4 maggio, data attesissima dai cittadini chiusi in casa da due mesi e pronti a immaginarsi nuovamente liberi.

Congiunti a chi?

Ma sul passaggio in cui Conte, finalmente affrontava il tema degli spostamenti e quindi chi saremmo potuti andare a trovare, a rimanerci male furono quasi tutti.

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La delusione davanti alla parola utilizzata fu cocente: congiunti. Fu questo il  termine davanti a cui ogni aspettativa crollò miseramente. 


Fino al sesto grado?

Anche perché, a saperlo chi fossero esattamente i congiunti: genitori, fratelli, nipoti? Sì, probabilmente, e poi? I parenti prossimi? Dove posso cercare? Qualcuno consiglia il Codice Civile, altri quello Penale, altri ancora ovviamente Google. Le risposte però sono troppo vaghe. 

Il Governo pare tranquillo perché nella sua testa con congiunti ipotizza chiaramente il via libera verso genitori e nonni. E probabilmente nessuna confusione sarebbe apparsa anche a noi se prima di tutto il resto, avessimo messo in moto il buon senso. Ma se la polemica ce l’hai nel DNA e vivi nell’era dei social, anche il premier alla fine è costretto a cedere, precisare e rettificare.

Spieghiamo meglio

Dovete spiegare meglio, è la voce che si leva da ogni dove. Se io odio mia madre, e un amico mi ha fatto da fratello, posso andare a trovare lui anziché mia mamma? Se prima del lockdown avevo appena conosciuto uno e sono certa ci saremmo sposati, posso considerarlo alla stregua di un già coniuge? 

Ecco le Faq del governo

Così è dura, anche per Conte. Ecco che, allora, i dubbi si trasformano in FAQ sul sito del governo. Qui si trova la risposta (a quasi) tutto, da spostamenti, visite, attività sportiva e certificazioni.

Ed è da quella pagina che Conte stremato aggiunge ai “congiunti” gli “affetti stabili”. Che, dai cittadini, quelli più di manica larga, viene subito interpretato come  “vedi un po’ chi ti pare”, basta che il rapporto sia uno a uno, mantenendo la distanza, indossando la mascherina e nei confini della regione.  Ma, se vogliamo essere ligi, non sarebbe esattamente così. 

Posso andare a trovare un amico? No

Sulla possibilità di andare a trovare un amico nella Fase 2, a parte la simpatica boutade del Ministro Sileri che ha complicato un po’ le cose ammettendo che l’amico è un affetto stabile e quindi certo che sarebbe stato possibile andarlo a trovare, il Governo ha stabilito, in verità, che non si potrà andare in casa degli amici, cenare insieme o prendere un caffè. Nemmeno attenendosi meticolosamente alle indicazioni delle autorità sanitarie. 

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Un brutta notizia. Nelle famose Faq prima citate la risposta a chi si può andare a trovare è esclusivamente: i coniugi, i partner conviventi, i partner delle unioni civili, le persone che sono legate da uno stabile legame affettivo (fidanzati non conviventi); i parenti fino al sesto grado (come, per esempio, i figli dei cugini tra loro), gli affini fino al quarto grado (come, per esempio, i cugini del coniuge).

Come dire, accontentati della suocera, l’amico per adesso lo potrai sentire subito dopo al telefono per sfogarti.

In caso di controllo da parte delle Forze dell’ordine, poi, lo spostamento verso la casa del “congiunto” deve essere giustificato tramite modulo di autocertificazione, anche se non è necessario indicare nome, cognome e grado di parentela/affinità della persona che si va a trovare.

“Passaporto” per fidanzati pendolari

Un ‘passaporto degli innamorati’ per aiutare gli amori ‘pendolari’ impossibilitati a ricongiungersi per via dell’ordinanza regionale che vieta ai non residenti di spostarsi e trasferirsi in Calabria.

Le idee prendono forma anche per riunificare amori rimasti a metà per più di due mesi. E così il sindaco di Messina, Cateno De Luca, per aiutare gli innamorati residenti sulle due sponde dello Stretto, chiede al  presidente  della Regione Calabria di consentire di attraversare lo Stretto “con assiduità non solo a chi è pendolare per ragioni di lavoro ma anche a chi lo è per questioni di cuore”.

Il primo cittadino-Cupido si fa portavoce del malessere di tanti fidanzati pendolari. e propone il ‘passaporto degli innamorati’, una soluzione che potrebbe risolvere la questione, «garantendo lo stesso la salute sia dei cittadini calabresi sia di quelli siciliani».

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