Coronavirus e spesa: boom di barbecue, birra e cioccolato. Come sono cambiati i consumi degli italiani

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Incollati al telegiornale per sapere come sta andando la pandemia. Su WhatsApp tutto il giorno, per rimanere in contatto con familiari e amici. Su Netflix e Amazon Prime Video, per cercare di rilassarsi un po’. Tutto nelle quattro mura di casa, perché questo è quello che viene richiesto per limitare il contagio da Coronavirus.


Cambio d’abitudini 

Il coronavirus ha cambiato le abitudini di consumo di tutti noi, questo è certo. E se l’aumento più significativo a livello tendenziale è stato registrato dalla grande distribuzione, in particolare dei beni alimentari, è aumentato anche quello dei beni non alimentari.

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I dati rilevati da ShopFully, multinazionale in Italia conosciuta principalmente per DoveConviene, l’app su cui oltre 12 milioni di italiani consultano miliardi di prodotti e offerte ogni mese per prepararsi allo shopping, mettono in parallelo i prodotti più ricercati pre virus e quelli ovviamente durante. 

I dati curiosi

Diciamo subito che nonostante l’abbondanza delle pizze su Instagram, farina e lievito si posizionano solo rispettivamente al 44° e al 120° posto fra i prodotti in offerta più cercati dagli italiani.

Anche l’Amuchina, nonostante il boom iniziale, nel corso dell’epidemia è andata assestandosi. Resta una crescita comunque elevatissima che la fa posizionare al 22° posto.  

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E altro dato curiosi il boom, prima di Pasqua del Barbecue, prima del tutto assente.

La nutella non conosce crisi

I trend che crescono maggiormente sono tre: intrattenimento, golosità e smartworking. Per quanto riguarda il primo, si vede chiaramente dal grande balzo in avanti della Playstation 4, che guadagna 23 posizioni, arrivando così al 6° posto in classifica.

Il comfort food balza in avanti e la Nutella non conosce crisi e anzi guadagna 4 posizioni. Ma ancora più sorprendente è il balzo di Kinder, che guadagna la bellezza di 86 posizioni (forse aiutato anche dalla Pasqua).

Per quanto riguarda lo smartworking, non desta stupore la crescita delle ricerche di prodotti in offerta per la postazione lavorativa da casa. Le stampanti guadagnano 81 posizioni, i notebook 42. 

Birra per tutti

Menzione particolare per il mercato della birra: sale di una posizione e si attesta al quinto posto, tuttavia si nota che le ricerche di brand specifici calano drasticamente. Questo probabilmente è indice del fatto che, in questo periodo più di prima, la birra viene considerata strumento di svago che gli italiani vogliono ma che cercano in offerta, facendo passare in secondo piano le qualità del prodotto che più gradiscono.

Non se la passa altrettanto bene il Prosecco, che perde 34 posizioni, attestandosi 86° in classifica.

Il supermercato sotto casa

Un sondaggio fatto dalla società di consulenza Oliver Wyman in nove paesi colpiti dalla pandemia, ha rivelato anche che il 38% del campione italiano ha dichiarato, non solo di aver ridotto la frequenza con cui fa la spesa (56%), ma anche di aver cambiato supermercato (38%), con il 13% che dichiara di averlo fatto in maniera definitiva.

In quest’ottica rientra perfettamente il dato di ShopFully, che rileva il numero elevato di persone per le quali il negozio vicino a casa è diventato un punto di riferimento essendo facilmente raggiungibile e, soprattutto, meno affollato. È certo che, usciti dall’emergenza, la considerazione per i negozi di prossimità sarà sempre più rilevante.

Chiaramente, come i supermercati di grandi superfici, dovranno proporsi più tecnologicamente avanzati di oggi, introducendo soprattutto nuove forme di pagamento digitale e altri servizi come Click&Collect, Drive-To-Go o Drive Thru: tutte soluzioni utili anche per poter evitare eccessivi assembramenti.

Boom di acquisti online

Allo stesso tempo, com’era immaginabile, le limitazioni al movimento dei cittadini hanno dato una forte spinta alla spesa online: in Italia il numero di persone che ordinano su internet è più che raddoppiato, tanto che la percentuale italiana di consumatori di E-Food è oggi la più elevata in Europa (39%). Ma i problemi non mancano anche per chi acquista online, con ben il 50% dei partecipanti che lamenta la scarsità di finestre per la consegna.  

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