Auguri maestrone, 80 + 1 voglia di farti gli auguri

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Guccini Compleanno
Guccini (Google)
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Auguri Maestrone per i tuoi 81 anni

“Auguri, Maestrone 80 + 1 voglia di farti gli auguri. Ma mi domandoAd un Maestro della parola cosa si può scrivere di originale nel giorno del suo compleanno?

Probabilmente Nulla. O forse Tanto. Un Tanto costituito da oltre 40 anni di “affinità elettive”.

Un Tanto che sembra il nastro di un’audiocassetta che si riavvolge e mi riporta indietro nel tempo.

Infatti è proprio da un’audiocassetta, che conteneva le tue più belle canzoni, che tutto ebbe inizio.

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Siamo cresciuti un pò insieme. Tu, che da giovane cantautore, sei diventato, piano piano, sempre più grande, di mole

e di fama ed io, che da adolescente che imparava a memoria le tue canzoni, mi sono ritrovato ad essere un parolaio impenitente.

Sono cresciuto imparando a conoscere i tuoi miti che, a poco a poco, sono diventati i miei.

Siamo entrambi nati nel mese di giugno ed abbiamo la stessa fede calcistica. Per quanto riguarda quella politica, pur tra millanta delusioni, rimane comunque un’affinità culturale pressoché assoluta.

Caro Francesco ti devo tanto, come milioni di altre persone di almeno tre generazioni, perché tanto ci hai dato con la tua musica.

Le parole sono pietre preziose, ma soltanto pochi sanno come farle risplendere. Pochi conoscono l’arte di scrivere. Pochi la conoscono come te.

Andando a ritroso con la memoria, ecco alcuni titoli delle canzoni contenute nella famosa audiocassetta, che conservo gelosamente come una reliquia:

Lato A

Dio è morto

Auschwitz

Il vecchio e il bambino

La locomotiva

Eskimo

Il pensionato

L’avvelenata

Lato B

Noi non ci saremo

In morte di S.F. (Canzone per un’amica)

Radici

Piccola città

La canzone dei dodici mesi

Canzone della bambina portoghese

Piccola storia ignobile

Auguri maestrone. Le forti emozioni delle tue parole

In primo luogo, quello scorrere incessante di note e di parole che iniziavano a trovare un loro posto nella mia mente, fino a diventare qualcosa di più profondo.

Qualcosa che entrava dentro ed iniziava, inconsciamente, a far parte di me.

Qualcosa che sì proveniva dall’esterno, ma che sembrava facesse parte della mia natura, da sempre.

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Questo qualcosa era la tua capacità di raccontare storie, descrivendone le emozioni, anche e soprattutto quelle più intime, quelle che non si raccontano nemmeno al migliore amico.

Le tue STANZE DI VITA QUOTIDIANA, che diventavano anche le nostre vite quotidiane, con tutte le loro sfumature. Un pò di bianco, un pò di nero e le infinite tonalità di grigio che colorano le nostre vite.

“Lo sento da oltre il muro che ogni suono fa passare,
l’ odore quasi povero di roba da mangiare,
lo vedo nella luce che anch’ io mi ricordo bene
di lampadina fioca, quella da trenta candele,
fra mobili che non hanno mai visto altri splendori,
giornali vecchi ed angoli di polvere e di odori,
fra i suoni usati e strani dei suoi riti quotidiani:
mangiare, sgomberare, poi lavare piatti e mani”.

Frammento da “Il Pensionato” Francesco Guccini

La tua casa. Le tue radici

“La casa sul confine della sera
Oscura e silenziosa se ne sta
Respiri un’aria limpida e leggera
E senti voci forse di altra età
E senti voci forse di altra età

La casa sul confine dei ricordi
La stessa sempre, come tu la sai
E tu ricerchi là le tue radici
Se vuoi capire l’anima che hai
Se vuoi capire l’anima che hai”

Frammento da “Radici” Francesco Guccini

Soprattutto di una cosa vorrei ringraziarti, di essere rimasto sempre te stesso.

Legato alle tue RADICI, ai tuoi luoghi natii, così come ai tuoi ideali.

T’immagino ora festeggiare il tuo compleanno con le persone a te più care.

Tra una telefonata e l’altra di amici, parenti, colleghi cantautori, eletta schiera. 

Giornalisti che, facendo uno straordinario sforzo di fantasia, ti chiederanno come ci si senta a 81 anni, dopo avertelo chiesto lo scorso anno quando tagliasti la mitica soglia degli 80.

E tutto questo nell’assoluta tranquillità della tua mitica Pàvana. Lì dove continui ad ascoltare il suono incessante ed immutabile del Limentra, che accompagna le tue parole ed i tuoi pensieri.

Un cordiale saluto e diamoci appuntamento per la prossima occasione, magari per parlare di un tuo nuovo libro.

Auguri maestrone. E Grazie

La convinzione che quei testi,

soprattutto quando usciti dalla penna di Francesco Guccini,

possano autonomamente ed a buon diritto


collocarsi nel panorama poetico del Novecento italiano...

Tanto più nel nostro tempo difficile,

che fa delle parole strumenti di violenza o di menzogna

oppure simulacri del vuoto, l’etica della parola di Guccini

può almeno accendere la speranza che la discrezione

e la coerenza possano essere qualcosa di diverso dall’utopia.”

Tratto da Introduzione di “Canzoni” di Gabriella Fenocchio Ed. Bompiani Overlook

Firmato

Un tipo perso dietro le nuvole e la poesia


Articolo di Stefano Vori

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