mio padre guardiano di mucche,
mia madre una contadina,
io unico figlio biondo quasi come Gesù,
avevo pochi anni e poi vent’anni sembran pochi,
poi ti volti a guardarli e non li trovi più.
Brano tratto da “Bufalo Bill” di Francesco De Gregori
4 aprile 2021, il Principe ne compie 70. Quando aveva vent’anni era davvero biondo quasi come Gesù, tra qualche giorno ne compirà 70 di anni e quei capelli biondi non ci sono quasi più. La testa si conclude quasi sempre con un cappello, di modelli diversi, a coprire la fronte e con gli occhiali fumé a nascondere lievemente degli occhi pieni di una luce che il tempo non riesce ad affievolire. Il tempo. Già il tempo. Sono passati cinquant’anni di vita da allora ed eventi di ogni specie: tragedie, canzoni, sorrisi, cambiamenti epocali, meravigliose storie ed altre meno entusiasmanti, pianti, canzoni e ancora sorrisi si sono succeduti nella vita di Francesco De Gregori. E nella nostra.
Risulta sempre un po’ difficile raccontare le proprie passioni, perché si corre sempre il rischio di fare la figura del noioso passatista che rimpiange la giovinezza andata attraverso l’elogio sperticato dei suoi “compagni di viaggio” giovanili. Ma Francesco De Gregori non è stato il compagno di viaggio di una sola generazione, della mia generazione; ve ne saranno, perlomeno, tre, quattro di generazioni che reclameranno di averlo avuto come stella polare, come punto di riferimento continuo e costante, all’interno della loro storia musicale. Perché Francesco De Gregori è all’interno della storia musicale, di quella italiana. E della nostra.
La grande canzone d’autore
“È stato uno dei movimenti più importanti nella storia della canzone italiana, ha prodotto cose di grande livello, fino agli anni Settanta – Ottanta. Ma non ci sono più personalità di quel tipo, non si fa più quel tipo di canzone. I De André, i De Gregori non nascono più”. Parole di Francesco Guccini. A quel movimento, come lo definisce Guccini, ovvero alla grande canzone d’autore, De Gregori ha donato tanto, in modi differenti, ma sempre offrendo dei prodotti artistici di qualità elevatissima. Dalle sue composizioni fino alle collaborazioni con Fabrizio De André, Lucio Dalla o Antonello Venditti, il Principe ha scritto canzoni entrate di diritto nella storia della musica.
L’attualità dei suoi versi
Se la grandezza di un’artista viene valutata in base a ciò che ha scritto e, immediatamente dopo, se la sua opera mantiene intatta la sua originalità, la sua capacità di rimanere attuale nonostante lo scorrere inesorabile del tempo, Francesco de Gregori va inserito di diritto all’interno della categoria dei “Docenti della parola”. Leggete alcune frasi di una delle canzoni più belle di De Gregori, “La storia siamo noi” e trasportatela pari pari nella nostra quotidianità segnata dalla pandemia di Covid – 19.
Riflettiamo, solo per un momento, su ciò che gli scienziati del Comitato Tecnico Scientifico e non solo, i nostri politici, perlomeno quelli più assennati, ed il nostro Grande Papa Francesco ci ripetono ossessivamente durante questo anno segnato da questa terribile pandemia: “Ne usciremo soltanto tutti insieme”, con i nostri comportamenti corretti, con la nostra infinita pazienza e, soprattutto, con la nostra volontà di ritornare a vivere una vita vera, appunto perché “La storia siamo noi,perché è la gente che fa la storia, nessuno si senta escluso”.
Vi sembreranno parole scritte un mese fa o poco più, invece la canzone è datata anno 1985.
La storia siamo noi, nessuno si senta offeso
Siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo
La storia siamo noi, attenzione
Nessuno si senta escluso
…………………
E poi la gente, perché è la gente che fa la storia
Quando si tratta di scegliere e di andare
Te la ritrovi tutta con gli occhi aperti
Che sanno benissimo cosa fare
Quelli che hanno letto un milione di libri
E quelli che non sanno nemmeno parlare
Ed è per questo che la storia dà i brividi
Perché nessuno la può fermare.
Brano tratto da “La storia siamo noi” composta da Francesco De Gregori