Sindrome di Down 21 marzo la giornata mondiale

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Sindrome di Down
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21 marzo. Giornata mondiale Sindrome di Down. Una giornata Importante per persone Importanti, che non può e non deve essere l’ennesima occasione perduta per una Vera crescita culturale

Istituire giornate mondiali dedicate a categorie specifiche di persone, non è MAI un buon segno. Sottendono sempre un qualche cosa che non va come dovrebbe. Perché alcune categorie di persone vorrebbero vedere istituita una giornata dedicata esclusivamente a loro? Perché si ritengono invisibili agli occhi dei tanti?  Perché vedono lesi alcuni loro diritti fondamentali? O perché a tali diritti fondamentali non hanno facile accesso o non lo hanno assolutamente? Perché appartengono a categorie troppe volte messe da parte e dimenticate, per essere tirate fuori solo per dubbie opportunità o secondi fini discutibili? 

Tra qualche giorno, esattamente il 21 marzo, sarà la Giornata mondiale Sindrome di Down. Probabilmente, ed inevitabilmente, vi saranno incontri ed eventi dove scorreranno fiumi di parole, molto spesso banali, infiocchettate da insopportabili luoghi comuni e mal digeribili ipocrisie, pronunciate non già da genitori, insegnanti di sostegno o datori di lavoro di persone con la Sindrome di Down, ma da autorità che non hanno mai condiviso, con queste persone, una breve passeggiata o un caffè. 

La normale banalità degli ignoranti

Verranno a spiegarci come le persone con la Sindrome di Down siano persone come noi, ovvero persone: “normali”. Ed è qui che cascano i tanti che parlano senza sapere, che proferiscono fiumi di parole da “ignoranti”, nel senso letterale del termine, ovvero che ignorano l’argomento di cui stanno parlando. Speriamo tanto che tutto ciò ci venga risparmiato, perché in una Giornata come questa c’è bisogno di altro. Di molto altro. Quello che molti non sanno o fanno finta di non comprendere, è che le persone con la Sindrome di Down non sono come noi, sono infinitamente “migliori” di noi, perché possiedono un bagaglio di emozionali sentimenti che noi “normali” non immaginiamo nemmeno, perché non attiene alla nostra natura di “normali”. 

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Loro hanno negli occhi e nel cuore soltanto la voglia di vivere, sempre e comunque. Nei loro momenti difficili sono loro che danno la forza a chi gli sta accanto, sono loro che comprendono prima e meglio degli altri i momenti difficili ed i loro sorrisi e le loro azioni riescono ad eliminare, come d’incanto, tutti i problemi. E queste persone le vogliamo definire “normali”? No, sono molto di più. Loro sono oltre e vanno oltre, oltre i nostri orizzonti angusti, bui e problematici. Il loro orizzonte è fatto di luce. Loro sono il Sole e gli altri ruotano attorno a loro, ciascuno attorno alla sua stella.

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Un autentico cambiamento culturale

Se può insegnare qualcosa questa giornata dedicata alla Sindrome di Down, può riguardare esclusivamente un cambiamento nei nostri occhi, nel nostro modo di guardare, nel nostro modo di guardarle, queste persone. Se sfumasse d’incanto quel sentimento, odiosissimo, di malcelato pietismo che trabocca dagli occhi di molti alla vista di una persona con la Sindrome di Down, la giornata avrebbe qualche significato e raggiungerebbe un risultato assolutamente insperato. 


Dovrebbe, soprattutto, anche cessare l’uso quotidiano di un linguaggio violento e discriminatorio, dove il termine handicappato è equiparato alla peggiore delle offese. Questo avviene non solo tra i giovani, ma si macchia spesso di tali oscenità verbali anche chi ricopre cariche istituzionali a livello locale o nazionale. Il problema è culturale. Se si accetta che nel linguaggio corrente siano presenti parole come mongoloide o frasi come “mi sembri down”, che rimandano esplicitamente a disabilità fisiche e/o cognitive, che vengono pronunciate sempre e soltanto con il chiaro intento di offendere, non ne usciremo. MAI.

#CalziniSpaiatiChallenge, ovvero l’unicità dell’essere umano

Dopo tanto buio, torniamo alla loro luce. Parliamo di una splendida iniziativa. Creativa, gioiosa, colorata. Come loro. Indossate senza alcun indugio dei calzini spaiati per aiutare chi ne ha più bisogno. I calzini spaiati, rappresentano un autentico incubo per chiunque si accinga a fare un lavaggio in lavatrice, avendo poi la matematica certezza di non riuscire più a ricomporre le coppie. Allora sfruttiamo al massimo questo “incubo” a fin di bene: la #CalziniSpaiatiChallenge si tiene ogni anno il 21 marzo ed è associata alla Giornata mondiale della Sindrome di Down. In questa data si indossano due calzini diversi per celebrare l’unicità dell’essere umano.

Perché i calzini di colore diverso sono diventati il simbolo della Giornata mondiale della Sindrome di Down? perché i cromosomi hanno la forma simile ad un calzino, mentre la data del 21 marzo evoca la presenza di un cromosoma extra in posizione 21 responsabile di questa anomalia genetica, denominata quindi Trisomia 21. 

E allora, un sincero Buon 21 marzo a tutti Loro e alle loro famiglie!

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