Perché cerchiamo il nemico ovunque?

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In questa enorme, disordinata tragedia che è il Covid ci sono tutta una serie di micro-eventi e possibilità che le persone come me, a cui piace osservare tutto, sicuramente avranno apprezzato.

Il People Watching è quel momento in cui, osservando una persona o un gruppo, attraverso atteggiamenti, espressioni e movimenti, si immaginano le vite altrui,
Mi capita spesso di farlo quando sono da sola al bar o seduta in treno mentre vado in ufficio.

Negli ultimi mesi, le mie postazioni preferite sono: in coda al supermercato (dimmi che mascherina indossi e ti dirò chi sei), in terrazza guardando i vicini ed ovviamente i social.
Croce e delizia dell’umanità 3.0: i social network sono una fonte inesauribile delle varie sfaccettature dell’animo. Ci sono gli artisti, i tuttologi, i meme-dipendenti e poi loro: gli haters.
In un momento in cui siamo tutti concentrati su come ricreare un ambiente sereno e di tenere i nervi saldi, spesso basta aprire Facebook per buttare all’aria intere settimane di meditazione.

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Nell’ultima settimana ci sono stati diversi avvenimenti che hanno scaldato gli animi di tutti.
Primo fra tutti il rientro in Italia di Silvia Romano, la volontaria che 18 mesi fa è stata rapita in Kenya.
“Quanto ci è costata”, “esibizionista”, “viziatella”, “traditrice della patria” sono solo alcuni dei commenti più frequenti sulla vicenda. Quello che davvero ci delude è che la maggior parte di questi commenti proviene dalle donne.
Non importa di che età: le stesse donne che tanto vantano istinto materno, sensibilità, empatia e sesto senso tutte concentrate a giudicare (male) una ragazza di cui non si hanno ancora notizie certe e che prima di tutto è tornata a casa dopo un sequestro.

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Passano un paio di giorni ed il consiglio dei Ministri si riunisce per discutere il Decreto Rilancio. La Ministra delle politiche agricole e forestali, Teresa Bellanova, che da ex- sfruttata dal lavoro nero, è da sempre interessata a combattere l’irregolarità, ha parlato del suo impegno volto ad eliminare il lavoro nero e lo sfruttamento nei campi di migliaia di italiani e di emigrati. La Ministra è talmente coinvolta in questa battaglia da essersi commossa durante lo speech.

Non si sa perché, ma un messaggio così positivo, sui social è diventato subito “prima gli italiani” e “per gli italiani non piange nessuno” rendendo una lotta al lavoro nero, ancora una volta, una spregevole questione razziale. Ancora una volta, ad attaccarla, tante, troppe donne.


Dall’altra parte c’è chi perde la pazienza di fronte a questi attacchi e d’un tratto si crea la categoria degli haters degli haters e tutto diventa una spirale di aggressività. Un cane che si morde la coda.
Quando smetteremo di cercare un nemico nel prossimo? La pandemia non ci ha forse insegnato che non ci sono vantaggi, che per la vita siamo tutti uguali e che la famosa “ruota” gira per tutti?

Ma è con le donne che voglio insistere. Non facciamo che parlare di parità, di rispetto, di lotta al patriarcato.
Ma la verità è che siano noi le vere nemiche di noi stesse. Dobbiamo fare rete, supportarci, imparare ad ascoltare prima di giudicare. E’ giusto non essere d’accordo su qualcosa ma questa lotta a “chi urla più forte” deve finire.
Andrà tutto bene, sì. Ma solo quando ci rispetteremo a vicenda.

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