Il sogno è un problema che affascina l’uomo sin dall’antichità; è risaputo che ai tempi dell’antica Grecia al sogno e alla sua interpretazione erano attribuiti un’importanza medica e profetica; in seguito nel Medio Evo inizialmente si assiste ad un processo di aristocraticizzazione del sogno poiché venivano privilegiati sogni di re, imperatori e santi, sogni profetici che proseguono la linea storica dell’antichità greco-romana, per poi in seguito verificarsi una progressiva laicizzazione del sogno: un’esperienza capace di procurare all’uomo medievale un’evasione dalla realtà, esperienza che va di pari passo con il rovesciamento delle gerarchie sociali aprendo per l’uomo comune la possibilità di esprimersi attraverso un mondo immaginario. L’arte di questo periodo è chiara espressione del ciclo naturale dell’uomo medievale in cui realtà e fantasia, veglia e sonno, vita immaginaria e vita onirica sono confusi. Scrive Blaise Pascal: se un artigiano sognasse tutti i giorni, per dodici ore, di essere un re, sarebbe altrettanto felice di un re che sognasse tutti i giorni, per lo stesso periodo, di essere un artigiano.
Tornando ai giorni nostri, il sogno è un tema studiato da diverse prospettive, da quella psicoanalitica a quella fisiologica a quella cognitiva. La psicoanalisi ha avvertito, negli ultimi anni, l’esigenza di confrontarsi con le neuroscienze: uno dei più autorevoli rappresentanti di tale esigenza è stato Mauro Mancia, neurofisiologo e psicoanalista; in questa serie di articoli introdurrò il lettore alla scoperta dei punti cardine del suo pensiero, rinfrescherò alcune nozioni per coloro che già lo conoscono, ricordando al lettore di tenere presente il fatto che Mancia sia un medico con formazione psicoanalitica che parla di sogni…
Nello studio del sogno, egli ha sempre sostenuto l’importanza dei contributi convergenti e complementari di entrambe le discipline. Riporto una sua frase:
Esiste un tempo lontano
fuori del ricordo, muto e non databile,
di cui non parlano narrazioni
né manuali di storia,
un tempo perduto che a volte
il sogno riesce a ritrovare.
(MANCIA M., Il sogno e la sua storia: dall’antichità all’attualità. Venezia, Marsilio. 2004)
Mancia si avvicina al sogno conservando lo spirito degli antichi interpreti, evidenziando inoltre come l’indagine sul sogno preceda di molto quella sul sonno, sia nell’antichità sia nell’epoca moderna. Va considerato che l’interesse sul sogno viene inaugurato con la Traumdeutung di Freud (1900); bisognerà aspettare i primi anni’40 per i primi studi elettrofisiologici sul sonno, tra cui quelli di Moruzzi, maestro di Mancia.
Alle soglie del secolo XX Freud porta l’attenzione sul sogno, riqualificandolo come vero e proprio oggetto di indagine scientifica. Mancia sottolinea come Freud capovolga una concezione consolidata dai tempi dei greci: Freud sostituisce alla credenza che il sogno giunga all’uomo dalla divinità o da forza sovrannaturali l’intuizione che il sogno viene all’uomo da sé stesso, dall’inconscio. (MANCIA M., Il sogno e la sua storia.)
Mancia sottolinea la necessità del sogno quale strumento di conoscenza di sé: afferma che noi sogniamo perché l’attività mentale può esprimersi sotto forma di sogno, ma questa attività non è un processo fisiologico, bensì una rappresentazione pittografica della mente resa possibile dalla specifica organizzazione fisiologica del cervello.
Nello scoprire i contributi di Mancia, da studente rimasi colpito dal suo accostamento tra il sogno ed i fenomeni religiosi: come la religione, il sogno infatti rinvia ad oggetti sacri del passato (divinità, genitori) e, se si intende per religione un insieme di credenze e pratiche che uniscono gli adepti, allora possiamo assumere per il sogno il termine religione, poiché esso unisce in una complessa relazione gli elementi più significativi che nel tempo si sono stratificati dominando il nostro mondo interno.
Mancia a questo accostamento, che ad una prima lettura può lasciare interdetti, aggiunge un’affermazione di Umberto Eco:” Dietro ad ogni strategia del mondo simbolico esiste a legittimarlo una teologia”. Mancia prosegue il discorso di Eco affermando come secondo lui la teologia di cui parla Eco si organizzi in epoca molto precoce e sia in grado di condizionare per il resto della vita i valori morali e relazionali consci e inconsci dell’individuo. (MANCIA M., Il sogno e la sua storia., cit., p.97.)
Nel prossimo articolo proseguirà la scoperta del pensiero di Mauro Mancia, autore che testimonia la possibilità di un approccio integrato tra discipline diverse, spesso contrastanti, quali la psicoanalisi e le neuroscienze. Un medico che parla di sogni e simbolismo, un autore che sicuramente contribuisce a rafforzare le evidenze scientifiche della neurofisiologia al servizio dello studio della dimensione psichica.