Le relazioni difettose – È vero che l’amore vince sempre su tutto?

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Ciao Ester, 

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Intanto ti voglio fare i miei sinceri complimenti, provo a spiegarti il prologo e il perché: mi sono imbattuta per caso nella risposta che hai dato a una donna vittima di un narcisista (questa: Quando l’uomo perfetto si trasforma in narcisista vampiro dell’anima).

Ci sono capitata perché, a un certo punto della mia serata, mi sono, senza apparente motivo, ritrovata a chiedermi se anche io forse stia con uno di questi e a leggere tutto lo scibile umano in materia. 

Identikit, decaloghi, scenari e io con il mio taccuino immaginario del “celo, celo, manca”. Mi sono però incagliata in una di queste liste fotocopia perché ho iniziato a pensare “no, ma questa sono io” o anche “no, aspetta, quest’altra cosa fra i due la faccio solo io” e la mia soddisfazione (quale poi?) del dire che è lui quello sbagliato, stava iniziando a incrinarsi, così ho iniziato a farmi qualche domanda, stile protagonista de Il Sesto Senso. 

Al che, confusa, ma ancora discretamente certa di avere a che fare con un narcisista-brutto-e-cattivo, e decisa a continuare a cercare le mie conferme, capito sul tuo pezzo.

Non sono una da complimenti facili, ma ho davvero apprezzato come hai smontato quell’onda di falsa solidarietà fra donne che si crea sempre in questi casi solo per fare a gara a chi l’ha passata più brutta. Ho adorato quel filo di cinismo in cui fra le righe dici “regà, ma guardate che siamo tutti così”, che mi ha davvero rincuorata. 

A che mi serve conoscere il profilo esatto di un narcisista tracciato da mille mila psicologi? Non mi da nessun metodo per affrontare gli atteggiamenti che talvolta mi fanno stare male, anzi, mi fa entrare ancora più a fondo nel loop del “poverino, soffre e non lo sa, devo capirlo”. 

Mi aiuta molto di più ricordare che a intermittenza siamo tutti egoisti, manipolatori e prevaricatori, e, se da un lato abbraccio il mio essere crocerossina con lui per la gran parte del mio tempo perché scarsa di autostima, dall’altro non devo escludere di avere anche tratti, diremo, narcisisti.

Il mio fidanzato è un egocentrico insicuro, a volte non mi fa sentire come vorrei perché a tratti mi sembra gli interessi solo di se stesso, ma sarei ingiusta a dire che è solo questo.

La realtà è che io sono terrorizzata dall’ammettere di essere innamorata per la prima volta nella mia vita. Ho avuto due storie molto lunghe, dove “volevo molto bene” all’altro, ma che si possono riassumere onestamente in me che prendevo tutto e poco davo in cambio.

Adesso che i ruoli sono ribaltati fa tutto paura, voglio lasciarlo ogni secondo cercando i motivi più disparati, quando l’unico reale è che sono spaventata a morte di quanto potrei stare da cani se andasse male. 

Siamo stati amanti entrambi fidanzati con altri per più di due anni e lui è pure il mio capo, poi le circostanze hanno voluto che adesso abbiamo una relazione alla luce del sole (e quando non lo è, la causa sono io che “non mettiamo i manifesti, vediamo prima quanto dura”).

Ma siccome un po’ di cinismo pervade anche me, tengo sempre a mente che come è capitato con me, potrebbe capitare con altre (bello eh che queste considerazioni valgano solo a senso unico, io invece non mentivo e tradivo) e quindi il freno a mano è sempre mezzo tirato e i radar accesissimi.

Più di una persona mi fa notare che abbiamo una relazione morbosa, per certi versi vedo anche io accenni di dipendenza bilaterale un po’ tossica, quindi a momenti voglio scappare come una pazza ma allo stesso tempo sbatterci il naso (immagino per poi dire che avevo ragione fin dall’inizio).

Forse forse, le complicazioni ci sono da ambo le parti…

Detto ciò, mi andava veramente di farti sapere che cercherò di tenere a mente il tuo spunto fuori dal coro.

Alla fine, mi sa che un po’ tutte le relazioni sono difettose e, entro certi limiti, o decidi di padroneggiare la fine arte del compromesso (mi hanno sempre bocciata in quel corso) o fai prima a iniziare a prenotare un bilocale e 10-15 gatti. Oh, e l’idea non mi dispiace affatto, sia chiaro, ma magari la rivaluto fra qualche annetto. 

P.S.: finalmente ho trovato la prima persona che ha la nausea di sentire ripetere “resilienza” pure dagli analfabeti, ti voglio un po’ bene.
P.

La risposta

Cara P.,

troppo bello, così. Hai fatto bene a provarci ma non ci provare più. Qua non si mettono timbri di revisione sulle assoluzioni fatte in casa. Guardiamoci bene in faccia, P. Non sei qui per ringraziarmi dei preziosi pensierini ribelli e antireazionari del lunedì. È che ogni scusa è buona per tenerseli, certi catorci, e una finisce pure a cercare pacche sulla spalla in una posta del cuore.

Siamo d’accordo però sull’uso dei termini: ormai narcisista ha preso la via di resilienza. Scarti, parole di grave bruttezza, profondamente sceme.

Per narcisista a uso social s’intende ormai un generico fesso che non ti vuole ma non troppo. Ogni tanto ti vuole. Insomma questa nuova razza di maschio, quelli che fanno come facevano le gattamorte, hanno mutuato la tecnica del poco e niente e padroneggiano l’arte, solo che noialtre femmine abbiamo medicalizzato la cosa per far vedere che siamo vittime di qualcosa di grosso. Il narcisista.

Ci sei tu che soffri sola e dici che la colpa è sua.

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È una specie di esame di terza media sentimentale, tocca farlo. Le evidenze empiriche dicono che è cosa in prevalenza dei venti e dei trent’anni, a quaranta per fortuna ti comincia a fare male la schiena e compaiono altri interessi, mutuo, arredamento della casa, fare buona figura in società per trovarsi bene inseriti da vecchi, con inviti in barca e alle cene che contano.

L’amore pazzo diventa un aggeggio sbiadito, la bravata di gioventù, quella volta che hai rubato le chiavi della macchina ai tuoi senza patente, se ne ride parecchio. Lo si maneggia meglio, insomma – l’epica s’è scrostata (amen).

E così, la politica economica dell’innamoramento dopo che sei passata per una buona parte di fallimenti sentimentali diventa lassista al massimo grado.

Vale tutto:

Se vuoi cercare finché trovi una persona davvero a posto e di cui sei sul serio innamorata, va bene.

Se “davvero innamorata” t’ha scassato le balle e allora ti metti col primo a posto che capita, va bene.

Se non è neanche a posto, ma te lo tieni perché te lo vuoi tenere, tanto hai una salute mentale che non dipende dall’amore, va bene.

Se ti sei messa con uno che vive con un’altra e dici che vi amate perché vi scrivete tutte le sere, va bene.

Se sei la cornuta nella stanza di là mentre quelli si scrivono e leggi un libro almeno impari qualcosa, non hai problemi di sonno tanto chat es et in chat reverteris, va bene.

Se sono dieci anni che piangi in casa, i figli e il marito sono una iattura insopportabile, però tutto sommato non è una tragedia non te ne vuoi andare, va bene.

Se te ne vuoi andare, va bene.

Se ti sei presa uno che non hai mai voluto, va bene.

Se ti sei presa uno che non ha mai voluto te, va bene.

Se in nome di delusioni fossili non ti interessa più nessuno e non hai interesse a cambiare idea ma te lo tieni per te, va bene.

Se non te lo tieni per te, ormai ti sei convinta che sono tutti uguali e hai deciso di votarti al sarcasmo sentimentale e sederti sulla riva del fiume finché non vedi le amiche autoproclamate felici divorziare, invecchiare e a settant’anni confermarti che sono tutti uguali, va bene.

Voglio dire che va tutto bene se lo scopo è restare dove sei arrivata.

Va tutto bene finché non entra una variabile nel mezzo: io aspetterò che le cose migliorino.

Conclusione

“Siccome i miracoli si fanno tante volte con la disciplina”, scrive Philip Roth, pensi che potrebbe succedere anche a te. Volere da fermi sarebbe la soluzione, tanto l’amore vince.


L’amore vince su tutto? E com’è che io qua vedo sempre tutto che vince sull’amore?

Neanche provo col “meriti di meglio”, P., è peggio di narcisista e resilienza. Invece dobbiamo diventare più intelligenti, più veloci, più capaci di non preoccuparci di come ci sentiamo – dobbiamo meritarci quello che vogliamo, e dobbiamo pure sforzarci di volere qualcosa di meglio dell’amore.

È che quando provi a riportare l’amore a terra non funziona, finisci a prenderti del cinico (peraltro cinico è una parola buona, servirebbe qualcuno a spiegarla alle elementari).

Quanto ci farebbe bene, quanto sarebbero tutte vite migliori, le nostre, se ci dicessimo che l’amore non miracola nessuno, che è una cosa buona in mezzo a cento altre cose buone, ma manco lontanamente la migliore che ti può capitare?

Allora vuoi dire che stare in coppia non è meglio? (certo che è meglio). Che l’amore non cambia la vita? La cambia eccome. Però la cambia sempre a quelle che non si sono innamorate per amore. Girati intorno e facci caso. Se ti pare un dettaglio trascurabile.

Tutte le lettere di Ester Viola

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