Fashion Revolution Day: la storia e le iniziative

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Chi produce I miei vestiti? Una domanda che non ci poniamo abbastanza e alla quale solo pochi marchi forniscono una risposta. Fashion Revolution Italia, il movimento attivo che promuove la moda etica, invita in questo momento così delicato per il pianeta tuttii seguaci dello stile green a riflettere sulle proprie scelte d’acquisto, attraverso un evento virtuale dedicato: il Fashion Revolution Day.


La nostra salute è legata a quella del nostro pianeta

Appuntamento venerdì 24 aprile alle 18.30 sulla piattaforma Zoom per approfondire un tema sempre più caldo nel settore fashion. la Giornata Mondiale della Terra 2020, svoltasi in quarantena, ce lo ha dimostrato. I marchi moda, scossi in prima persona dalle conseguenze del coronavirus, si stanno dimostrando sempre più aperti al cambiamento con iniziative solidali e di brand responsibility all’insegna della sostenibilità: perché la nostra salute è legata a quella del nostro pianeta. Gli obiettivi globali: la riduzione delle emissioni di anidride carbonica nell’intera filiera produttiva e distributiva, l’utilizzo di fonti rinnovabili e il carbon free entro il 2025, come stabilito dall’Accordo di Parigi, siglato da 195 Stati. Ma oltre a chiedere alle aziende una maggior trasparenza in merito ai propri processi produttivi, cosa possiamo fare noi, nel nostro piccolo, per contribuire alla causa?

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#WhoMadeMyClothes?

Proprio il cruciale ruolo dei consumatori sarà la tematica centrale di Fashion Revolution Day, iniziativa centrale della Fashion Revolution Week (20-26 aprile) tenuta dalla coordinatrice nazionale di Fashion Revolution Italia, Marina Spadafora. Lo scopo principale dell’evento digitale aperto a tutti è quello di riflettere circa la provenienza degli indumenti che indossiamo e sulle condizioni sociali di chi li fabbrica, rispondendo alla domanda #WhoMadeMyClothes? 

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Il programma del Fashion Revolution Day

All’ordine del giorno, tre momenti di riflessione: in apertura, un’analisi dello scenario attuale e futuro dell’industria della moda eco, grazie al webinar “Principi di moda sostenibile e il ruolo del consumatore” diretto dalla professoressa. Alla lezione virtuale seguirà la presentazione della prima mappa per lo shopping sostenibile in Italia: un progetto iniziato nel 2019 con una call to action sui social media, per raccogliere segnalazioni e informazioni relative ai negozi e ai siti online che vendono prodotti fashion etici. Da allora, i contributi di utenti e esperti sono stati tracciati iin una sorta di cartina virtuale in continua evoluzione e aggiornamento: uno strumento prezioso per orientarsi nello shopping eco. In chiusura, è prevista la presentazione del libro “La rivoluzione comincia dal tuo armadio” di Spadafora, che tra le altre cose è anche stilista. Un volume edito da Solferino e realizzato in collaborazione con la giornalista Luisa Ciuni, che affronta lo stato attuale dell’industria della moda e sonda le possibili opzioni per poterlo cambiare in meglio, a partire da un assunto: il futuro del pianeta passa (anche) attraverso il guardaroba.

Le origini di Fashion Revolution Italia

D’altronde Fashion Revolution Italia è soprattutto un movimento volto a scuotere le coscienze in chiave etica. Nato proprio il 24 aprile a seguito del crollo del complesso produttivo di Rana Plaza a Dhaka in Bangladesh nel 2013, ricorda anche quest’anno il tragico avvenimento che causò la morte di più di mille persone impegnate nella produzione di abiti low cost. Il Fashion Revolution Day è solo l’ultima di una serie di iniziative social (e sociali) lanciate proprio allo scopo di creare una maggiore consapevolezza nelle scelte dei consumatori.

Una sfida virtuale per un progresso reale

Scegliere cosa acquistiamo può creare il mondo che vogliamo: ognuno di noi ha il potere di cambiare le cose per il meglio e ogni momento è buono per iniziare a farlo” afferma Spadafora. Un modo semplice per cominciare, in piena quarantena, la rivoluzione green? Indossare un indumento al contrario, scattarsi una foto e postarla sui propri account social utilizzando gli hashtag #WhoMadeMyClothes e #FashRev. Una sfida virtuale per un progresso reale.

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