Una delle ultime ribelli

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Regina indiscussa del ribellarsi e andare oltre le etichette sociali, spinta da temi politici ma anche da temi green come l’attività contro il surriscaldamento globale, Vivienne Isabel Swire conosciuta come Vivienne Westwood stilista di fama mondiale che ha contribuito alla nascita della moda punk, rientra nel mio gruppo di grandi donne da seguire e stimare.

Credo personalmente che non incarni la classica idea di una donna che lavora semplicemente nel campo della moda, grazie a lei la moda stessa è cambiata dall’utilizzo dei materiali al taglio delle stoffe ma si è impegnata anche in temi per la salvaguardia dell’ambiente e si è mostrata in opposizione alle amministrazioni di Blair e Bush. Credo che abbia un po’ cambiato lo scenario della donna legata alla moda disimpegnata e legata a valori frivoli che purtroppo spesso è parte dell’ideale comune.


Vivienne Westwood nacque nel 1941 a Tintwistle, inseguito si trasferì con la famiglia a Londra dove studiò moda e oreficeria alla Harrow School of Art, abbandonò l’università , iniziò a lavorare e a studiare per diventare insegnante. Crea dei gioielli che vende sulle bancarelle di Portobello road, si proprio quel mercato citato in Pomi d’Ottone e Manici di Scopa film con tecnica combinata di cartone e live action Walt Disney, il mercato anche nel film viene definito come il posto in cui si può trovare di tutto.

Nel 1962 sposò Derek Westwood , in seguito inizia una relazione con Malcom McLare , futuro manager dei Sex Pistols, con lui aprirà il suo primo negozio chiamato Let It Rock nel 1970/71 che sarà un luogo di riferimento per la sottocultura emergente degli anni ’70, i suoi seguaci erano giovani senza diritti e delusi dal governo. Il negozio nato per mostrare la sua personale visione della moda eccentrica, stravagante e fatta di provocazioni, con pelle tartan e catene , mutava e si evolveva nome di volta in volta seguendo lo stile della stilista, passando da Let It Rock a Too Fast To Live Too Young To Die nel 1972 a Sex nel ’74  a Seditionaries e World’s End, l’insegna al 430 di King’s Road è un orologio che gira al contrario, anche qui mostra il suo essere controcorrente.

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Negli anni ’70 contribuisce alla creazione del punk , al 1981 risale la prima sfilata a Londra con la collezione intitolata Pirate, non si ispirava più soltanto alla strada e ai giovani ma anche alla tradizione e alla tecnica, prende spunto dalla storia del costume del XVII/XVIII secolo esplorando via via tutte le epoche. È stata la prima stilista contemporanea a riproporre rielaborandoli i corpetti.

Le sue creazioni sono ispirate a passioni quali storia, pittura e impegno sociale e politico.

Nel 1990 lancia la prima collezione da uomo, poi di accessori, bijoux, profumi e gadgets.

Nel ’92 sposa uno studente austriaco e nel 2005 appoggia il movimento per la difesa dei diritti civili liberty creando delle t-shirt con lo slogan “I am not a terrorist, please don’t arrest me”.

Alcune sue collezioni si intitolano Active Ressistance e Active Resistance to propaganda  e testimoniano il dissenso della stilista verso la politica e in particolare le amministrazioni di Blaire e Bush.

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Ottiene onorificenze come il titolo di ufficiale dell’Impero Britannico e l’anno dopo le viene assegnato il titolo di Dama di Commends dell’Impero Britannico ed è stata premiata due volte come stilista britannica dell’anno.

Il suo è un vero è proprio back  ground pieno di esperienze, a lei appartiene la creazione di gioielli del manga Nana di Ai Yazawa e nel live action Mika Nakashima .

Nelle sue sfilate si fa accompagnare dal DJ Matteo Ceccarini. Ma una della cosa che ho adorato di più è che l’abito da matrimonio di Carrie Bradshaw da sposa è firmato Vivienne Westwood.

Considerata una delle ultime vere ribelli, che ha creato outfit per veri outsider; nella sua storia arte e attivismo vanno a braccetto misti ad una vena politica molto forte. La sua moda anti-moda era il suo modo di esprimere il dissenso della generazione di cui si faceva portavoce.

Ricordiamo le sue prime collezioni, Pirate, Buffalo Girls e Withches, ispirata a Keith Haring e alla scena underground emergente nell’hip hop newyorkese.

Un’artista che convince chiunque entri in contatto con lei a mettere in discussione il suo status quo. Iconica ed irriverente promuove un approccio secondo il quale ognuno possa fare la differenza, la definirei una donna sempre più avanti rispetto al tempo che vive.

Giorgia Crescia

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