Anna: «Il successo di “Bando“ è la mia rivincita»

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«Ehi, Anna/ Ci beccavamo nel bando, sopra il Booster/ Anna fattura e no, non parlo di buste/ Mando tutto io, svuota il freezer/ C’ho il passaggio assicurato sopra questo diesel».

Se l’avete sentito anche solo una volta, difficile tirarselo via dalla testa. Non è un caso che Bando abbia già regalato all’esordiente Anna, 17 anni il 15 agosto, il record di artista più giovane in vetta alle classifiche italiane dei singoli (con boom di ascolti pure in Stati Uniti, Francia, Germania e Gran Bretagna). Se delle parole del suo rap, però, avete capito poco… tranquilli.

Anna (foto Jamie Robert Othieno).

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“Non scervellatevi”

«Bando è slang inglese per abandoned house; Booster è il motorino… Ma non scervellatevi: è un testo molto superficiale, ha spaccato per il suono, non per il contenuto» ce la abbona al telefono dalla sua camera di La Spezia, dove segue – senza troppo entusiasmo – le lezioni online dell’Istituto di Grafica pubblicitaria. «Mi piace imparare, non mi piace il sistema scolastico, stare sei ore seduta… Si può venire educati in maniera più coinvolgente» spiega lei, figlia di un ex dj, ora allenatore di una squadra di calcio, e di una cuoca con diploma all’accademia di Belle Arti. Unico passatempo gradito di questi giorni di clausura: trovare basi interessanti (come è capitato con quella di Bando, scovata su YouTube) per scrivere nuove canzoni.
Cosa rappresenta la musica per te ?
Uno sfogo per la mia grinta, per il mio desiderio di emergere. Sono un Leone ascendente Leone: voglio stare al centro dell’attenzione, essere apprezzata, tenere tutto sotto controllo e… avere sempre ragione!

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Una peperina

Che carattere!
«È una bella peperina» conferma la madre, che – accanto a lei – non si perde una parola.
E poi il mio cognome è Pepe! (ride)
Eri così sin da bambina?
In realtà mi sono dovuta fortificare con il tempo… Alle medie, essendo in carne, sono stata presa di mira dai bulli di classe. Il rap mi ha aiutato a buttare fuori la rabbia: troppo spesso mi sono sentita debole e adesso cerco di trasformare il ricordo di quei momenti in forza.
Quando hai scoperto questo sound?
Da piccola. Sono cresciuta con Nicki Minaj ed Eminem: mi esercitavo a cantare i loro brani – senza capire assolutamente il vero senso – e pubblicavo le mie cover su YouTube… Non si è mai mosso niente. Nel 2018 ho pubblicato un freestyle (un’improvvisazione, ndr) su Instagram, poi due testi scritti con un amico… Il 31 gennaio – è arrivato Bando.

Anna (foto Stella Sanvitale).

E sei diventata la gloria di La Spezia.
Mah, è una città piena di pregiudizi.
«Piccola città bastardo posto», cantava Guccini. Sai chi è?
No! (ride)
Però che fortuna avere il mare.
Odio il mare, nuotare. Ho provato ogni sport del pianeta, nessuno mi ha preso.

Il problema degli hater

Che hobby hai? Leggi?
Libri zero. Se un argomento mi incuriosisce, cerco articoli sul web.
Film, serie tv?
Guardo i documentari biografici, come quelli su Elton John e sul rapper Travis Scott. Mi interessa capire come si sono mossi per emergere, quello che hanno dovuto passare…
Hai già percezione delle difficoltà?
Sì. Il problema degli hater, per esempio. Sui social mi insultano, sostengono che faccio schifo, che mi do arie…

Anna (foto Francesco Grasso).

E tu?
Me l’aspettavo, non ci sono rimasta neanche troppo male… Le rapper da noi sono poche perché l’Italia è un Paese maschilista, pieno di ragazze che ci provano ma si fanno abbattere dal riscontro negativo. Chi viene fuori è perché del riscontro se ne infischia.
Non hai scelto un “nome di battaglia” come la maggior parte delle tue colleghe.
“Anna” è normale, basic: ho pensato che, alla fin fine, fosse più “distintivo”.
Ti vedremo presto in un talent show?
Partecipare non mi serve. Posso prendere in considerazione di andare come giudice… (ride)

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