Salute mentale in Italia: a che punto siamo?

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La società moderna, con tutte le sue esigenze, impegni, frenesia e doveri, è diventata un terreno fertile per lo sviluppo di diversi problemi di salute mentale. La pandemia ha solo peggiorato la situazione.

La solitudine che regnava durante il lockdown, la paura del contagio, la sofferenza per i propri cari defunti, l’incertezza economica, le ingerenze nelle abitudini quotidiane e il peso del Covid persistente hanno portato i disturbi mentali a livelli senza precedenti.

Di recente, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un appello ai diversi paesi affinché prendano misure per migliorare l’assistenza e l’accesso ai servizi psicologici, di fronte a quella che considera una vera e propria epidemia di salute mentale. La situazione della salute mentale in Italia non è molto diversa. Il disagio emotivo è cresciuto.

Dieci società scientifiche italiane hanno già lanciato l’allarme, segnalando che non c’è solo un notevole deterioramento della salute mentale, ma che il paese ha anche difficoltà a garantire i servizi minimi. Il problema è che se i servizi psichiatrici e psicologici non bastano, è praticamente impossibile effettuare un intervento precoce che impedisca alle persone di toccare il fondo emotivamente.

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La salute mentale in Italia si deteriora

Secondo il Mental Health Index in Europa, l’Italia è stato il secondo Paese più colpito a livello psicologico dalla pandemia, superato solo dal Regno Unito. Durante il confinamento, l’88,6% della popolazione ha riportato sintomi da stress.

In tanti sono riusciti a riprendersi, ma il calvario della pandemia ha innescato nuovi disturbi psicologici o aggravato quelli preesistenti: ad esempio, una ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità poco prima e dopo il lockdown ha rivelato che l’incidenza dei sintomi depressivi è aumentata del 5,3 %, colpendo quasi 4 italiani su 10.

L’insicurezza per il futuro, le preoccupazioni finanziarie, la paura e lo stress possono anche spingere le persone emotivamente più fragili a pensare al suicidio. I dati preliminari del Ministero della Salute indicano che nel 2020 in Italia si sono suicidate 20.919 persone, con un incremento del 3,7% rispetto all’anno precedente.

Complessivamente, si stima che i casi con diagnosi di ansia, depressione e altri disturbi mentali siano cresciuti del 30% dalla pandemia. Nel 2021 l’Italia è stato il settimo Paese dell’Unione Europea per prevalenza di disturbi mentali.

Tuttavia, va chiarito che il deterioramento della salute mentale non sempre porta a disturbi psichici in quanto tali. A volte si manifesta in modi più surrettizi. Ad esempio, molte persone confessano di sentirsi più “esaurite” sul lavoro. Il 28% ha difficoltà a concentrarsi, il 20% riconosce che ci vuole più tempo per finire il proprio lavoro e il 15% segnala problemi a pensare, riflettere o prendere decisioni.

Purtroppo, i bambini e i giovani risultano essere i più colpiti. La pandemia ha amplificato la loro fragilità latente, limitando notevolmente un’attività così importante a queste età: la socializzazione. Ora che l’emergenza sembra finita, questi problemi stanno venendo alla luce, quindi è tempo di rimettere insieme i pezzi rotti.

Uno studio dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha indicato che c’è una “vera e propria ‘emergenza della salute mentale’ dovuta al continuo aumento delle delle richieste dei minori in tale ambito. I professionisti hanno infatti riportato un aggravamento dei disturbi già diagnosticati e l’esordio di nuovi disturbi in soggetti vulnerabili”.

L’Osservatorio sulla Salute Mentale in Italia ha confermato anche un altro fenomeno preoccupante: una crescente aggressività. L’analisi dei cambiamenti psicologici che persistono nelle persone che hanno superato il Covid rivela che nervosismo, aggressività e irritabilità sono comuni dopo l’infezione.

Ovviamente si tratta di un cambiamento individuale che incide a livello sociale, quindi “i primi dati indicano che l’aggressività fuori casa e all’interno della famiglia cresce notevolmente”. Di conseguenza, la pandemia potrebbe lasciarci in eredità una società più violenta caratterizzata da una maggiore aggressività individuale.

Più preoccupazione per la salute mentale in Italia, ma meno servizi

Un sondaggio condotto da Ipsos ha rivelato che il 54% degli italiani riconosce un peggioramento della propria salute mentale a causa della pandemia. La buona notizia è che la percezione della salute mentale sta cambiando, liberandosi dei vecchi stereotipi.

In media, il 79% degli italiani attribuisce uguale importanza alla propria salute fisica e mentale. Inoltre, il 51% ammette di pensare spesso al proprio benessere emotivo. La tendenza a preoccuparsi della salute mentale è maggiore tra i giovani sotto i 35 anni di età, mentre quelli sopra i 50 tendono a preoccuparsi meno del proprio equilibrio emotivo.

È importante comprendere l’importanza della salute mentale e liberarla da ogni tipo di stigma perché le persone possano cercare aiuto prima che i problemi peggiorino. Ma è anche necessario disporre degli adeguati servizi di supporto.


Si è riscontrato che, mentre aumentano i problemi psicologici, stanno diminuendo i servizi di salute mentale, che non erano esattamente una priorità prima della pandemia. In Italia ci sono solo 3,3 psicologi ogni 100.000 abitanti, un dato preoccupante che in realtà nasconde un iceberg di carenze e angosce emotive.

In Europa, i paesi con un reddito simile all’Italia hanno nelle Asl pubbliche circa 10 psicologi ogni 100.000 abitanti. Ciò significa che investono praticamente il triplo dell’Italia nei servizi pubblici di salute mentale.

Esattamente, l’Italia destina alla salute mentale solo il 3,5% della spesa sanitaria, contro il 12% della media europea. Il 20% degli italiani, infatti, riconosce di avere difficoltà ad accedere ai servizi pubblici di salute mentale.

Bonus psicologo: Non c’è salute senza salute mentale

Il bonus psicologo è un “contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia”, un fondo per l’assistenza psicologica previsto dal Decreto Aiuti bis. Il Ministero della Salute indica che si intende “sostenere le spese di assistenza psicologica di coloro che, nel delicato periodo della pandemia e della correlata crisi economica, hanno visto accrescere le condizioni di depressione, ansia, stress e fragilità psicologica”.

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Sebbene sia indubbiamente una misura insufficiente per proteggere e prendersi cura della salute mentale su larga scala, può almeno aiutare ad alleviare gli effetti psicologici lasciati dalla pandemia. La domanda può essere presentata per via telematica dal 25 luglio al 24 ottobre 2022, sul sito Inps.

Questo aiuto è destinato a persone con Isee non superiore a 50mila euro, anche se prevede diverse tranche di aiuto:

1. Con Isee inferiore a 15mila euro l’importo massimo del beneficio è di 600 euro per beneficiario.

2. Con Isee compreso tra 15 e 30mila euro, l’importo massimo stabilito è di 400 euro per ogni beneficiario.

3. Con Isee superiore a 30mila e non superiore a 50mila euro, l’importo del beneficio è pari a 200 euro per ogni beneficiario.

Per l’assegnazione, l’Inps redigerà una graduatoria che terrà conto dell’Isee ma anche dell’ordine di arrivo delle richieste. Se viene riconosciuto il diritto al bonus psicologo, il contributo è spendibile per un importo fino a 50 euro per ogni seduta di psicoterapia, ed è erogato fino a concorrenza della somma massima assegnata.

Il beneficiario riceverà un codice univoco associato, da consegnare al professionista presso cui si tiene la sessione di psicoterapia. L’importo dovrà essere utilizzato entro un termine massimo di 180 giorni dall’accettazione della domanda, trascorso tale termine il codice verrà annullato.

Infine, è importante chiarire che lo psicologo incaricato delle sedute deve essere iscritto all’Albo degli psicologi. Pertanto, è importante assicurarsi che si tratti di un professionista esperto e qualificato. Il bonus psicologo può essere utilizzato anche nelle sessioni di psicoterapia online, ad esempio attraverso il servizio di psicologia online Unobravo.

Fonti:

Petrella, F. (2022, gennaio) Salute mentale: opinioni e percezioni sull’importanza attribuita al benessere fisico e mentale. In: Ipsos.

Daniela Bianco et.al.(2021), Headway 2023 Mental Health Index Report. In: The European House Ambrosetti.

(2022), Pandemia, neurosviluppo e salute mentale di bambini e ragazzi. In: Epicentro, Istituto Superiore di sanità.

Emanuela Medda et.al. (2022 febbraio), The Covid-19 in Italy: Depressive symptoms immediately before and after the first lockdown. In: National Library of Medicine.

Elisa Manacorda (2021 marzo), Covid: suicidi in aumento, si studia il legame con la pandemia non è chiaro. In: La Repubblica.

(2022 giugno), La OMS alerta de la “desatención” de trastornos mentales a nivel mundial. In: Redacción Médica.

(2022 aprile), Covid-19, salute mentale e abitudini alimentari: il progetto #PRESTOinsieme. In: Epicentro Istituto Superiore di Sanità.

Stefania Penzo (2022 maggio), Salute mentale, in Italia solo 3 psicologi ogni centomila abitanti. In: Lifegate.

Nicola Barone (2022 maggio), Salute mentale, con il Covid +30% dei casi ma mille medici in meno. Cosa chiedono gli psichiatri. In: Sole24ore.

(2022 agosto), Covid: Osservatorio salute mentale, ‘società più violenta in post pandemia’.

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