Renato Zero e quella voglia di avere fede, cercare la fede, scovare la fede, in ogni angolo, in ogni dove, oggi come mai, oggi più che mai. Cercare la fede e provare ad estrarla da dentro di noi, un po’ come la levatrice di socratica memoria che, continuamente, ostinatamente ed instancabilmente, cercava di tirare fuori la verità da ogni essere umano. I due anni di pandemia di Covid – 19 ha messo all’angolo una quantità enorme di umanità, la guerra scoppiata appena fuori dalle nostre mura di casa, l’ha quasi definitivamente stesa.
E di fronte alle immagini strazianti provenienti dall’Ucraina, un lievissimo raggio di sole può arrivarci dalla musica. Mai come in questo momento avremmo avuto bisogno di un disco che ci parlasse della fede perduta, in Dio e negli uomini. Già, gli uomini. Quegli strani animali che nonostante continuino a reputarsi intelligenti, non imparano mai dai loro errori. E li ripetono continuamente, pervicacemente. Fino alla fine, loro e nostra.
Il suo ritorno
Renato Zero è ritornato e lo fa a modo suo. Una nuova opera, Atto di fede, composta da un libro e da un doppio CD con 19 brani inediti dove al centro di tutto c’è la fede, in tutte le sue infinite sfumature. Nella sala Marco Aurelio in Piazza del Campidoglio, a Roma, ha presentato il suo nuovo progetto artistico. Ancora una volta la grande umanità, la sensibilità e la spiritualità dell’artista romano è venuta prepotentemente fuori.
Dai tempi di Amico e de Il cielo sono passati tanti anni, ma il suo desiderio di volare alto non è mai venuto meno. Ha definito il suo Atto di fede un’opera sacra, perché tocca la sacralità della fede, di quella fede che colpevolmente abbiamo messo da parte per colpa della nostra indifferenza.
L’ostinazione di Dio
“Dio è sempre più Dio”, ha spiegato il cantante. “Sempre più ostinato a credere in noi. A perdonarci. Siamo le sue creature anche quando stupriamo, ammazziamo, rubiamo, spacciamo, mentiamo”. Se Dio fa tutto questo per noi, ha spiegato ancora Renato Zero, è soltanto perché vuole liberarci dal male. Forse vuole definitivamente affrancarci dalla nostra superbia che ci fa credere di poter far tutto senza bisogno del suo aiuto. Atto di fede è un’opera complessa e strutturata, diversa dal solito anche, e soprattutto, per i suoi contenuti.
I co – protagonisti di Atto di fede
Nell’opera del cantautore romano compaiono infatti come co – protagonisti i pensieri e le riflessioni di coloro che vengono definiti gli Apostoli della Comunicazione, che hanno il volto e le voci di grandi personalità quali Alessandro Baricco, Luca Bottura, Pietrangelo Buttafuoco, Sergio Castellitto, Aldo Cazzullo, Lella Costa, Domenico De Masi, Oscar Farinetti, Antonio Gnoli, Don Antonio Mazzi, Clemente J. Mimun, Giovanni Soldini, Marco Travaglio, storico sorcino, Mario Tronti e l’ex sindaco di Roma, Walter Veltroni. Non mancano poi le voci narranti di Oscar Farinetti, Pino Insegno, Giuliana Lojodice, Marco Travaglio, Luca Ward e dello stesso Renato Zero.
Il regalo ai suoi “sorcini”
Renato Zero ha lanciato poi l’appuntamento con il suo storico pubblico, formato da sorcini che raccolgono almeno tre generazioni. Queste le date: 23, 24, 25 e 30 settembre, il giorno del suo 72esimo compleanno. In quelle serate, però, Renato Zero festeggerà, con lo spettacolo ZEROSETTANTA, quei 70 anni che la pandemia non gli ha permesso di festeggiare “come” avrebbe voluto e, soprattutto, in compagnia di “chi” avrebbe voluto.
Il teatro che ospiterà i suoi quattro spettacoli è uno dei luoghi più ammalianti e ricchi di storia del mondo intero, simbolo della “sua” Roma, il Circo Massimo: “Il Circo Massimo premia la mia romanità, mi faccio gladiatore per conquistarmi ancora una volta l’applauso”. Non un applauso, ma migliaia di applausi sinceri per celebrare un grande artista, un grande uomo. E forse Dio solo sa quanto ne abbiamo bisogno, oggi come mai, oggi più che mai.
Articolo di Stefano Vori