Il Giro d’Italia 2021 inizierà sabato 8 maggio e si concluderà domenica 30. Sarà l’edizione numero 104.
Sarà la seconda edizione che si correrà in emergenza, causa la pandemia di Covid-19, e si prevede, quindi, il ripetersi del meccanismo di prevenzione, in rispetto dei protocolli e delle misure di sicurezza già sperimentati lo scorso anno quando la corsa a tappe si svolse ad ottobre.
Le tappe saranno 21, dislocate lungo 3450 km con due crono, 9 km a Torino e 29,4 km l’ultimo giorno, con l’arrivo a Milano. Il Giro d’Italia avrà una durata di 3 settimane.
Vi sarà il tappone dolomitico con il Passo Fedaia (Montagna Pantani), e quella da Canazei a Sega di Ala (arrivo in salita inedito per il Giro); da scalare, prima dell’ascesa finale, il Passo San Valentino.
Giro d’Italia 2021, il calendario delle tappe (virgilio.it)
Le ricorrenze da onorare
Come sempre, grande spazio verrà dato anche alle ricorrenze per il nostro Paese e che il Giro vuole onorare nel suo stile. Per i 700 anni dalla morte di Dante una delle tappe sarà a Ravenna, città nella quale sono conservate le sue spoglie, mentre per il 160° anniversario dell’Unità d’Italia e dopo esattamente 10 anni, la tappa di partenza è situata a Torino, prima capitale d’Italia.
Sarà omaggiata anche la mitica Maglia Rosa, che quest’anno compirà 90 anni e che fu indossata per la prima volta nel 1931 nel Giro vinto da Francesco Camusso.
Il Giro d’Italia, la nostra passione, la nostra storia, la nostra speranza
In oltre cento anni di vita, fu istituito infatti nel 1909, il Giro d’Italia ha attraversato le nostre strade, le nostre montagne, la nostra storia. E le nostre vite. I duelli tra i grandi corridori italiani, lungo le strade della nostra penisola, finivano per spaccare in due l’Italia: Coppi o Bartali, Gimondi o Motta, Moser o Saronni, Bugno o Chiappucci.
Il Giro d’Italia si è fermato soltanto negli anni delle due guerre mondiali, ci ha accompagnato in momenti felici ed in quelli drammatici. Quei volti, ora felici per una vittoria, ora sofferenti per lo sforzo, erano lo specchio della nostra quotidianità.
Nessuno sport sa regalare emozioni così forti come il ciclismo, perché nessuno sport richiede tanto sforzo fisico e mentale. Di fronte alla fatica occorre soltanto un battito di mani, forte e sincero. Sincero come il ciclismo.
Sperando, poi, che il Giro d’Italia 2021 segni l’inizio della fine dell’emergenza pandemica e che, allo scollinamento delle montagne alpine, inizi per tutti, non solo per i ciclisti, una lunghissima discesa che ci allontani per sempre dal virus.
Ricordo di Gianni Mura
Non si può parlare di ciclismo, di Giri d’ Italia, di Tour de France senza parlare di Gianni Mura. Il 21 marzo 2021 ricorrerà un anno dalla sua dolorosa scomparsa, avvenuta quando già sull’Italia, e non solo, erano calate le tenebre della pandemia di Covid-19.
Gianni Mura è stata la voce, scritta e parlata, del ciclismo per interi decenni. Ci ha raccontato le tappe, i vincitori ed i vinti, ma, soprattutto, con le sue parole, ha dato un corpo ed un’anima a questo sport meraviglioso.
Ci ha raccontato come nessuno la bellezza di una bicicletta e la fatica di pedalare, la gioia di una vittoria dopo aver scalato vette proibitive ed il dolore per una sconfitta arrivata all’ultimo metro, i sorrisi dei vincitori e le lacrime degli sconfitti, il pre ed il post di ogni gara, il bianco ed il nero, con tutte le sue infinite sfumature intermedie, del ciclismo. Chi scrive lo ha letto ed ascoltato per anni, ma non gli ha certo rubato la sua meravigliosa arte.
Gianni Mura, il Raffaello della parola
In Gianni Mura la parola diventa come un pennello nella mano di Raffaello. Piano piano, parola dopo parola, paragrafo dopo paragrafo, quel foglio bianco si riempieva di colori letterari, lentamente si stava realizzando un quadro raffigurante un corridore, una tappa, una città, un piatto tipico della località che aveva ospitato la corsa.
Ogni parola aveva il suo peso, il suo valore, la sua essenza. Soltanto apparentemente si stava leggendo un articolo di argomento sportivo, in realtà quello che si aveva sotto gli occhi era un distillato di letteratura e di cultura d’altri tempi.
Ricordare Gianni Mura è semplicemente doveroso, come si ricordano i Maestri.