Pelle sotto la mascherina: cosa fare contro rossori, imperfezioni e secchezza

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L’abbronzatura dell’estate 2020?

Altro che spalline e bikini. Lascerà i segni della mascherina. È la provocazione, ma neanche poi tanto, “photoshoppata” sul viso di Kim Kardashian dal dissacrante account Instagram @siduation, anche se non manca la versione su Monna Lisa dell’artista Dan Cretu, e molte altre.

Vero infatti che se la mascherina l’accessorio imprescindibile dell’estate in arrivo, bisognerà anche valutarne l’impatto sulla pelle, e ripensare o almeno adattare la routine di skincare. Anche perché, sotto quello che di fatto è un insieme di tessuti filtranti, le esigenze della pelle cambiano in maniera importante.

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Cos’è successo alla pelle in quarantena

Il lockdown si vede anche in viso. «Il caldo secco degli impianti di riscaldamento secca la pelle, gli agenti inquinanti degli ambienti interni, cosiddetti COV, ossidano i tessuti e favoriscono l’infiammazione, e le luci blu di pc, portatili e smartphone penetrano nella pelle provocando danni simili agli UV, cioè invecchiamento precoce, discromie, disidratazione e danni alla funzione di barriera» spiega la Dottoressa Nathalie Broussard, direttrice della comunicazione scientifica Shsieido.

Uno studio condotto nel 2018 da Japan Aerospace Exploration Agency insieme a Shiseido su 23 persone messe in quarantena ha verificato che 15 soli giorni di lockdown lasciano effetti visibili sulla pelle: si abbassano le difese, aumentano la produzione di sebo e i fattori infiammatori. «Di conseguenza, la pelle tende ad apparire secca o mista e molto più fragile».

Cosa succede alla pelle sotto la mascherina

Soprattutto in climi caldi come quelli che si prospettano in estate, «il respiro resta “intrappolato” e crea un ambiente caldo e umido che può agevolare un accumulo di sudore e sebo sulla pelle, i quali risultano terreno fertile per imperfezioni, eruzioni cutanee e perfino acne» racconta la dottoressa Barbara Sturm, facialist preferita di molte top model come Bella Hadid.

Inoltre, mancando un’ossigenazione diretta dei tessuti, alle pelli più sensbili può succedere quello che si è visto dai selfie di molti medici e infermieri in prima linea nell’emergenza sanitaria: arrossamenti, orticaria e segni impressi, causati dal lungo numero di ore a contatto – oltre che con le mascherine – con dispositivi schermanti come visiere e occhialini. In mancanza d’aria, la pelle “cuoce”, ovvero subisce danni al cosiddetto trofismo dei vari strati, diventando arrossata e fragile.

Una nuova routine detox

Un valido aiuto arriva dalla giusta skin.routine. Premessa: sempre trattare la pelle con le mani accuratamente lavate e igienizzate, per evitare di depositarvi germi e batteri. Sarà importante detergere bene la pelle sia prima ma soprattutto dopo aver indossato la mascherina.

Detergenti a base di enzimi della frutta, eggermente esfolianti, possono essere un valido aiuto per pelli normali e miste. «Per le persone con pelle molto grassa, un detergente per il viso contenente acido salicilico può aiutare a rimuovere il sebo in eccesso dalla superficie prevenendo potenziali riacutizzazioni e pori ostruiti» spiega Joshua Zeichner, dermatologo dell’ospedale Mount Sinai di New York.

Per le pelli molto sensibili, evitare gli acidi: sono sufficienti alcuni oli essenzial come quelli di tea tree e lavanda, diluiti in acqua calda, anti infiammatori e antibatterici naturali.

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Una volta a settimana può essere utile una maschera all’argilla sull’area coperta dalla mascherina, che aiuta il processo di disintossicazione. «Per le pelli sensibili il trucco è lasciarla in posa solo pochissimi minuti, e sciacquarla prima che sia totalmente secca» spiega Caglar Odabasi, education trainer FRESH Cosmetics, gamma skincare 100% green appena arrivata da Sephora.it, che comprende Umbrian Clay Purifying Mask purificante all’argilla umbra.

Idratanti più leggeri

Sotto la mascherina manca ossigenazione dei tessuti. Ciò significa che, se alcune pelli miste o grasse risentono dell’umidità, le più secche tenderanno a seccarsi e irritarsi ulteriormente.

Ecco perché, nonostante l’umidtà e la scarsa traspirazione, è comunque importante applicare un idratante: mantiene la barriera cutanea sia nella migliore forma possibile, «poiché maggior parte di brufoli sporadici e imperfezioni sono esacerbati dall’infiammazione causata dalla secchezza» continua la Sturm.

Il consiglio è di “alleggerire” semplicemente la texture, passando da prodotti cremosi e densi a texture più fluide e leggere come gel, sieri con acido ialuronico e brume, che opprimono meno la pelle pur mantenendone la corretta idratazione. La dottoressa Sturm raccomanda anche formule arricchite di vitamina E e B3 antiossidanti, per supportare le proprietà auto-curative della pelle.

E per le pelli molto sensibili?

Per pelli molto secche e sensibili esistono formule dermatologiche dedicate, come quelle dei numerosi prodotti donati in queste settimane da diversi beauty brand agli operatori sanitari.

Come ad esempio Cicavit+ di SVR, di cui sono stati riforniti medici e infermieri di diversi ospedali italiani (dal Raffaele di Milano a Humanitas Gavazzeni di Bergamo a Columbus Gemelli di Roma) per le sue proprietà cicatrizzanti e anti eczema atopico, di cui allevia rossori, pruriti e stimola la rigenerazione tissutale. In generale, formule cicatrizzanti e riparatrici farmaceutiche sono la soluzione più sicura da applicare anche (e soprattutto) dopo aver tolto la mascherina.

Fondotinta? Poco o a base d’acqua

Tutto ciò che è potenzialmente irritante o può ostruire i pori andrebbe di logica evitato sotto la mascherina. Anche, quindi, il fondotinta. «Consiglierei di ridurre al minimo il trucco, in particolare le basi e il correttore con formulazioni pesanti, perché l’aumento dell’umidità sotto la maschera potrebbe influire sulla produzione di sebo della pelle e potenzialmente portare ad un aumento dei pori ostruiti» spiega la dermatologa Corinna Rigoni.

Per chi proprio non ce la fa, una soluzione può essere il fondotinta a base acquosa, come Giorgio Armani Maestro, o MAC Waterweight SPF 30 Foundation (con incluso SPF 30). Evanescenti, ricchissimi d’acqua che evapora sulla pelle, lasciano solo un sottile stato traspirante di pigmenti leggeri.

SPF sempre

Non tanto per il rischio abbronzatura a maschera, ma un filtro solare è importante anche se metà viso è coperto proprio per la fragilità in cui si trova la pelle sensibilizzata dalla quarantena. Uscendo, quindi, la pelle è ancora più esposta, a maggior ragione dopo settimane in casa. Si può optare per una formula spray o brume leggera, o uno stick di precisione da sfumare sulle aree esposte come fronte e orecchie.

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