Una FIAMMETTA di speranza

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Una FIAMMETTA di speranza. Accidenti se è dura
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Una FIAMMETTA di speranza. Accidenti se è dura. Un anno di pandemia ha cambiato TUTTO. E TUTTI. Sembra come quando, da bambini, con il legnetto del cremino appena mangiato (per i più giovani il cremino è un gelato alla crema di latte con copertura al cacao magro su bastoncino di legno) scrivevamo qualcosa sulla sabbia e quella scritta durava un attimo, il tempo necessario all’onda del mare di arrivare e cancellare tutto. Ebbene il Covid-19 è stato capace di cancellare tutto. Sicuramente da un anno ha cancellato il presente, ha reso il passato talmente bello che lo rimpiangiamo come mai avremmo immaginato e ha colorato il futuro con colori che assomigliano più al grigio che all’azzurro.

In dodici, maledetti mesi tante certezze costruite in decenni sono state cancellate tutte e non si riesce più a scrivere una parola che somigli a speranza. Il miracolo del vaccino, scoperto in meno di un anno, si è materializzato, ma, anche in questo caso, sembra qualcosa d’irraggiungibile per tanti. Sembra come quando si è in mezzo al deserto, con la gola e le labbra secche per la sete e si vede in lontananza un’oasi. Quando ti sembra di averla raggiunta e sei pronto a tuffarti per poterti finalmente dissetare, l’oasi scompare.

I nostri ragazzi e la splendida storia di Fiammetta

È dura. Accidenti se è dura. È dura per gli adulti, ma è maledettamente dura soprattutto per loro: i nostri ragazzi. Un anno fa, in un attimo hanno perso tutto. Scuola, amici, divertimento, svago. In un attimo quella luce che ti accompagna e che nasce naturalmente quando si è giovani, si è prima affievolita, per poi spegnersi. Computer e smartphone non devono e non possono sostituire “la vita”, quella vera. La scuola è il motore della vita, quello che ti dà la spinta per correre il tempo di un’intera esistenza, ma adesso quel motore è fermo ai box.

Ripartire al più presto ed in sicurezza. Per tutti. Il prima possibile. Fortunatamente, però, ci sono loro: i nostri ragazzi. Alcuni di loro riescono a disegnare intensi squarci di cielo azzurro con le loro storie. Storie semplici, ma di quella semplicità che riesce a smontare in un attimo le terribili complessità quotidiane. È la storia di Fiammetta, 10 anni, iscritta al quarto anno della scuola primaria di Mezzolombardo, in Trentino. Quando la sua scuola ha chiuso a causa della pandemia di Covid-19, la bambina ha seguito il suo papà Massimiliano al lavoro. Il papà di Fiammetta è un pastore.

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La DAD a 1000 metri di altezza

La madre fa l’operatrice sociosanitaria e per tale motivo non può portarla con sé. L’aula di Fiammetta è quindi diventata il pascolo dove vengono allevate le 350 capre di suo padre.Al mattino mettiamo il computer su un tavolino in piano e poi ho anche una sedia. Accendiamo il computer così posso entrare subito in video lezione, preparo i quaderni e ci metto anche un sassolino altrimenti il vento mi gira le pagine. È bello, mi dà ispirazione per scrivere e mi rende più felice e anche interessata”, racconta entusiasta Fiammetta.

La DAD a 1.000 metri di altezza, in mezzo alla natura e con gli animali come compagni di scuola. Non arrendersi nelle difficoltà, trovare sempre la maniera migliore per “fregare” chi ci vuol “fregare” la vita, il futuro e i sogni. La storia di Fiammetta è una luce abbagliante nel buio quotidiano che ci circonda.

Grazie Fiammetta. Di cuore.

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