Stasera alle 21.10 Un sacco bello, esordio alla regia di Carlo Verdone anno 1980 torna a farci compagnia su Cine34 con la sua comicità graffiante e irresistibile. Diviso in tre episodi ambientati a Roma durante Ferragosto, il film è una sciarada di personaggi indimenticabili creati dal genio dissacrante di Verdone, modellati sull’esperienza televisiva del regista e attore romano accumulata nel programma Non stop. E diventati istantaneamente delle figure mitologiche, famosissime anche oggi.
Per esempio Enzo: ragazzone trentenne in cerca di facili avventure in Polonia; oppure Leo: ingenuo mammone irretito dalla spagnola Marisol, sempre lì a usare l’intercalare “In che senso?”. E infine Ruggero, hippie con aria da santone che tornato da una comune in Umbria insieme alla compagna Fiorenza (super sboccata) incontra il padre, un notevolissimo Mario Brega. Con il quale intavola una delle scene più esilaranti di Un sacco bello e del cinema, non solo di Carlo Verdone. Risate garantite dunque, ma nel film serpeggia anche un tono malinconico che, da lì in poi, diventerà una delle cifre stilistiche del cinema del comico.
La genesi di Un sacco bello
L’esordio di Un sacco bello nasce dalla sete di idee dei produttori cinematografici, legate al particolare momento storico di fine anni Settanta, che per la commedia italiana ha rappresentato la crisi massima di creatività, e volti. La ventata di novità portata da Carlo Verdone nella trasmissione Non Stop – nella quale introduce le sue maschere comiche – alza le antenne di produttori e registi. Comprensibilmente interessati a scritturarlo. Il successo pare infatti scontato.
Il primo a farsi avanti è Pasquale Festa Campanile con il provino per la sua commedia sexy Il corpo della ragassa, ma per fortuna Verdone non passa. Poi è il turno di Adriano Celentano, che vuole Carlo come co-protagonista in Asso, di Castellano e Pipolo. Stavolta è però Verdone a rifiutare, grande attendista della chiamata giusta. Che arriva puntuale, grazie al mitico Sergio Leone. Il quale l’aveva notato come tutti gli altri. E che più che scritturarlo, ha deciso invece di produrgli un film – il primo.
Risate dolceamare
Un sacco bello – che a gennaio ha festeggiato il quarantennale – è stato girato velocemente, solo cinque settimane anziché le sette previste. Funestate però da un attacco di emorroidi, che ha colpito il regista a inizio riprese. Tuttavia, Carlo è riuscito a dare una prova magistrale di vero istrionismo. Specialmente nell’episodio di Ruggero, dove interpreta ben quattro personaggi (Ruggero, il Professore, il cieco Don Alfio e il cugino).
Punteggiato dalle musiche di Ennio Morricone, Un sacco bello possiede – a sorpresa – anche per la malinconia che lo attraversa. I tre personaggi sono infatti accomunati da un profondo senso di solitudine e di sconfitta. Perché l’unicità di Verdone non sta solo nel creare delle figure comiche da antologia; sta piuttosto nell’infondere ai suoi personaggi delle debolezze sottotraccia – comprensibili da tutti. Una peculiarità che lo ha reso uno degli autori contemporanei – comici ma non solo – più significativi.
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