Ci sono fiabe che non passano mai di moda e una di queste è sicuramente quella di Peter Pan. Il racconto dell’eterno bambino che non vuole crescere, rilegato entro i confini magici dell’isola che non c’è, ha da sempre appassionato milioni di giovani – e non solo – di tutto il mondo. Quello che forse J. M. Barrie, autore dei vari romanzi con protagonisti Peter Pan e Wendy, non sapeva è che il suo personaggio avrebbe dato il nome a un complesso studiato ormai da tempo in psicologia, ovvero la sindrome di Peter Pan.
Questa sindrome riguarda gli uomini che al giorno d’oggi si stanno rivelando sempre di più degli eterni fanciulli, incapaci e che soprattutto non vogliono crescere. Così, attirare nella propria vita un uomo che presenta il complesso di Peter Pan avviene più spesso di quanto si possa pensare. Perciò, abbiamo raccolto in questo articolo tutto ciò che c’è da sapere sulla paura maschile di diventare grandi, a partire da quali possono essere le cause che la scatenano fino a come sia possibile riconoscerla e, soprattutto, uscirne.
La sindrome di Peter Pan vs il bambino interiore
In generale, la sindrome di Peter Pan non va confusa con quello che già Pascoli a verso la fine dell’Ottocento chiamava “il fanciullino“, ovvero quella componente infantile presente in ogni persona. È normale che chiunque di noi abbia dentro di sé quel aeternus puer, quel bambino interiore, in grado di distaccarci qualche volta dalle preoccupazioni e dalle incombenze quotidiane. Si tratta di un’immagine collettiva condivisa da tutti gli uomini, senza differenze di sesso, età o cultura, che si esprime attraverso la creatività, la fantasia, la forza dell’immaginazione e la voglia di sperimentare cose nuove e inedite.
Tuttavia, questa parte inconscia non può prendere il sopravvento, perché, qualora lo facesse, l’archetipo del bambino interiore verrebbe “fuori” e prenderebbe il controllo di ogni aspetto della nostra vita. Così, quando succede, si sperimentano quei casi di sindrome di Peter Pan, dove si rivela una lampante paura di crescere e di assumersi impegni e responsabilità.
Le cause della sindrome di Peter Pan
Come la maggior parte degli aspetti che riguardano la sfera psicologica, non sempre si può rintracciare una sola causa che possa spiegare lo sviluppo di un certo disturbo o complesso. Lo stesso vale per la sindrome di Peter Pan, anche se si sono riscontrati alcuni elementi in comune in uomini che la presentano, tutti riconducibili alla loro infanzia.
- Genitori troppo concessivi e che non impongono regole: capita sempre più spesso, soprattutto per quanto riguarda i genitori moderni, che i bambini crescano senza regole o limiti. Accontentare i propri figli in tutto e per tutto, senza mai negare loro nulla e dare loro, in base all’età, certi obblighi e responsabilità, non è un buon modo per tutelarli. Anzi, così facendo si fornirà solo una scusa per non crescere. Infatti, all’ombra dei genitori è più semplice vivere, ma non si sperimentano i fallimenti, le preoccupazioni e i doveri richiesti nel tempo a una persona adulta e matura. Allo stesso tempo, crescere in tale maniera un figlio significa anche non insegnargli ad amare perché egli non prova mai emozioni forti, né in senso positivo che negativo. Restare sotto una campana di vetro non è vivere, ma semplicemente esistere in balia degli altri.
- Un’infanzia mai vissuta: l’altra “fetta” di uomini che mostrano la sindrome di Peter Pan sono, invece, coloro che, in realtà, non hanno mai vissuto una vera infanzia. Tutto ciò si verifica quando un bambino ha sempre visto i suoi genitori assenti e ha dovuto, per così dire, crescere da solo. L’arrivo nell’età adulta, però, è avvenuto troppo presto e in modo non corretto. Così, nel corso degli anni un uomo può sviluppare la sindrome di Peter Pan perché desidera inconsciamente fare tutto quello che non ha potuto nell’infanzia e rifugiarsi in una propria isola che non c’è. Anche in questo caso le conseguenze possono essere serie, soprattutto se l’uomo in questione ha già costruito una sua famiglia e prova un’improvvisa paura rispetto a suoi obblighi di genitore.
Come riconoscere un uomo affetto dalla sindrome di Peter Pan
Qualsiasi sia il background dell’infanzia di un uomo che soffre della sindrome di Peter Pan, ci sono determinate caratteristiche che possono farci riconoscere questo complesso.
- Paura di impegnarsi in modo stabile: sicuramente questo è il primo campanello d’allarme per capire se si è di fronte a un eterno Peter Pan. Ciò non significa che questa persona non desideri un legame affettivo o anche d’amore, ma che abbia paura e rifugga quando le viene richiesto di compiere un passo avanti e una svolta all’interno della relazione.
- Attaccamento a beni materiali: quante volte si è visto un bambino desiderare un gioco appena uscito nonostante ne abbia altri mille a casa? Lo stesso vale per gli uomini dal complesso di Peter Pan. Sono alla costante ricerca di qualcosa di nuovo che li faccia sentire bene e importanti. Si tratta molto spesso di auto, moto, abiti costosi e altri acquisti che vanno a silenziare quella spasmodica ricerca di volere sempre di più.
- Egoismo: un adulto eterno bambino nell’animo è abituato ad avere tutto ciò che desidera. Perciò, l’egoismo è un’altra caratteristica che lo contraddistingue.
- Ritrosia rispetto ai cambiamenti: cambiare significa mettersi in gioco e richiede nuove responsabilità. Gli uomini dalla sindrome di Peter Pan fuggono da ciò, preferendo delle abitudini consolidate nonostante il loro fare libertino.
- Forte idealismo: benché l’immaginazione abbia un ruolo davvero importante nella vita di ciascuno di noi, essa non può prevalere in modo eccessivo sull’autentica visione della realtà. Se così succede, si vivrà costantemente su “un’isola che non c’è” dove nessuno risulta all’altezza delle aspettative.
Esistono dei rimedi per la sindrome di Peter Pan?
Alla fine della storia di J. M. Barrie, Wendy e i fratellini tornano a casa perché capiscono che vogliono crescere e diventare adulti. Peter Pan, invece, resta bloccato in una perenne isola che non c’è, con il rischio di rimanere da solo. Questa prospettiva è quella che si apre a un uomo affetto dalla sindrome di Peter Pan: una volta che viene scoperto un eterno bambino nel mondo degli adulti, il pericolo di restare isolati è molto forte.
Per uscire da questo complesso bisogna iniziare un percorso alla scoperta profonda di sé, aiutati magari da uno psicologo. È necessario che l’individuo si allontani almeno in parte dai genitori se iperprotettivi e cominci a scendere a patti con le sue vere emozioni, entrando finalmente a contatto con la frustrazione, la delusione e con tutta quella sfera emotiva da cui ha sempre cercato di nascondersi. Solo così, potrà poi passare alla prima e vera assunzione delle proprie responsabilità e scoprire doveri, obblighi e anche i benefici dell’età adulta.