Ritorno alla normalità: il bivio che devi affrontare

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Normalità, amici, normalità: quanto ci manca la normalità? 


Non parlo di andare al concerto di Vasco Rossi per cui avevo già i biglietti, ma almeno girare senza mascherina, non farsi problemi a stare vicino a uno sconosciuto, non dover ricordarci di lavare le mani così spesso... 

Tornerà la normalità di prima? E se sì, quando?  

Ovviamente non lo so, ma credo che tutti noi si debba entrare nellottica per cui dovremo convivere a lungo con questa situazione. 

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I tempi per il vaccino sono lunghi, e una volta che verrà trovato ci saranno tempi di produzione e di distribuzione lunghi.  

Insomma, non sarà questione di qualche settimana o mese e tutti noi dobbiamo entrare nellottica che non tornerà tutto come prima e soprattutto non tra qualche settimana. 

E qui veniamo a noi due, e allaspetto più pratico della questione. Credo, infatti, che si stia avvicinando sempre di più il momento in cui prendere una decisione importante: come vuoi vivere i prossimi 12-24 mesi della tua vita? 

In molti sono ancora disorientati sul da farsi, ma direi che il bivio è così strutturato: da una parte c’è chi sta pensando di seguire la strada il più possibile sicura e protetta, andando il letargo e ritirandosi il più possibile dal mondo. Lidea alla base di questo ragionamento è: non voglio prendermi il rischio di ammalarmi e/o fare ammalare le persone che amo. 

Dallaltra c’è chi non ha intenzione di congelare 1-2 anni della propria vita, o non può permetterselo, ed è pronto ad andarle incontro consapevole delle possibili conseguenze.  

Cosa è giusto fare? Perché? Con quali precauzioni? Bene, addentriamoci nei dettagli di questo bivio attraverso 5 riflessioni utili alla discussione. 

 

1. La gestione del rischio

Lelemento chiave attorno al quale dovremo forzatamente misurarci è la nostra capacità e voglia di convivere con il rischio. 

Da una parte la dimensione del rischio direi che non rappresenta nulla di nuovo: la vita non è un bene garantito ed è anzi costellata da potenziali problemi.  

Quando allacci il seggiolino di tuo figlio sullautomobile, ti metti alla guida ma sai che un rischio di incidente o di pezzo difettato c’è. Quando passeggi per strada sai che un rischio che qualcuno ti faccia del male c’è. Quando prendi delle medicine sai che ci sono delle percentuali di effetti collaterali anche molto gravi. Sono rischi che abbiamo imparato ad assumerci, e con cui tendenzialmente conviviamo serenamente. 

Al netto del fatto che la vita è “una malattia mortale sessualmente trasmessa, però, noi dobbiamo capire se e in che misura siamo disposti ad aggiungere un nuovo rischio alla nostra attuale situazione. E da qui la prossima considerazione che condivido in questo video, ovvero che entrambe le scelte sono legittime. 

 

2. Entrambe le scelte sono legittime

Rispetto alla direzione da prendere in questo bivio non c’è una scelta giusta e una sbagliata a priori, e quello che uno decide va rispettato.

É comprensibile per una nonna di 70 anni sentirsi spaventata dal virus, e capisco che non abbia intenzione di rischiare o di farlo il meno possibile. É la sua vita, se vuole chiudere tutto e riaprire gli occhi a 72 anni ha senso. 

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Così come ha senso che magari il nonno dica: eh no, ho 70 anni e proprio non mi va di trincerarmi in casa… mi prendo le precauzioni del caso, affronto la vita e mi assumo i rischi annessi. 

Intendo insomma dire che ogni persona deve pensare alla propria situazione e capire cosa è giusto fare alla luce della fase di vita che sta attraversando e degli altri rischi che sta affrontando. Lauspicio è che sia una scelta consapevole e non dettata dallemozione del momento o da una paura patologica, ma da una riflessione profonda e sensata. 

 

3. Non c’è una categoria facilitata a scegliere

Terza riflessione è che questa è una decisione ardua per tutti noi. Non credo che ci sia qualcuno per cui perdere 2 anni di vita non sia importante. 

Se sei single barricarti in casa e rinunciare alle relazioni sociali è un pugno nello stomaco; se hai 3 figli rinunciare a mandarli a scuola per minimizzare il rischio contagio significa far perdere loro opportunità di crescita e sviluppo fondamentali; se sei una donna che sta pensando di fare un figlio ma sei single, rinunciare a questi 2 anni ti può fare andare oltre al limite della maternità… 

Insomma: ogni fase di vita ha dei compiti specifici di sviluppo da portare a termine, e per farlo spesso serve tempo. Se non ti assumi il rischio di contrarre il Covid, devi assumerti il rischio di mancare la realizzazione di uno di questi obiettivi di vita. 

 

4. Se vai in letargo usa bene il tempo

Quarta riflessione, qualora tu dovessi optare per la strada del letargo, è un suggerimento che mi viene dal cuore: usa bene il tempo che avrai a disposizione. 

Il problema più frequente dovuto allisolamento è quello di ritirarsi socialmente. E il ritiro sociale da molti viene considerato lanticamera della depressione. 

Se decidi di ritirarti in casa devi usare il tempo con saggezza, altrimenti per scappare al rischio del Covid, ti dovrai misurare con un rischio forse peggiore. 

Come usare dunque il tempo durante la fase di ibernamento? Lavora per migliorarti, per conoscerti in maniera più profonda, per entrare in contatto con le tue emozioni, ma soprattutto trova un modo per tenere accese le relazioni intorno a te. Senza laltro il presente perde significato, e la vita appassisce: questo è il rischio da scongiurare in tutti i modi.

 

5. Se accetti il rischio, fallo con prudenza

Ultimo punto è per quelli che, come me, accetteranno di correre il rischio. 

Io credo che vincerà” chi prima di altri capirà come convivere con il rischio in modo intelligente. 

Nel concreto significa avvicinarsi al rischio con un atteggiamento prudente, cercando per quanto possibile di ridurlo e controllarlo, anche grazie alle indicazioni delle autorità sanitarie. Certo, anche in questo caso non potrai mai avere la certezza della salute, perché la medicina non è una scienza esatta e la vita è tutto fuorché lineare. 

  

Amici, è chiaro che ho estremizzato un po’ le alternative del bivio, perché è possibile trovare anche sfumature e vie di mezzo tra questi due estremi comportamentali, ma spero questo sia servito a comprendere meglio i pro e contro delle posizioni. 

E tu? Che ne dici? Quale delle due strade imboccherai nei prossimi mesi? 

Ci vediamo al prossimo articolo.

 

L’articolo Ritorno alla normalità: il bivio che devi affrontare sembra essere il primo su Psicologo Milano.

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