Raimondo Vianello: dieci anni fa la morte del “gentleman della televisione”

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Garbato, elegante, aplomb britannico e una buona dose di cinismo. Raimondo Vianello – scomparso a 87 anni il 15 aprile del 2010 – era questo e molto altro. Un comico straordinario, ricco di autoironia, sarcasmo quasi impercettibile e di un atteggiamento impassibile di fronte alle piccole disgrazie che lo affliggevano sul piccolo schermo. Alfiere italiano dell’umorismo di scuola inglese, Vianello ha sempre messo da parte il proprio ego per fare prima da spalla a Ugo Tognazzi, poi alla moglie Sandra Mondaini. Facendo così emergere tutte le sue qualità attoriali e umane, dietro quella patina di burbero cinico che tanto ha fatto innamorare il pubblico italiano.

Oggi – nel decennale della sua scomparsa – sono previste due maratone televisive per omaggiare la sua grande arte. Su Cine34 partirà il il ciclo Viva Raimondo!, con alcuni dei migliori film usciti negli anni 60, come I magnifici tre con Walter Chiari e Ugo Tognazzi. Su Mediaset Extra invece verranno trasmessi una serie di programmi cult – come SandraRaimondo Show e Zig Zag – e l’ormai mitologica Casa Vianello, con le puntate più belle della sitcom più longeva d’Italia.

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Raimondo vianello

Raimondo Vianello e Sandra Mondaini in un’immagine degli anni ’70. (La Presse)

Raimondo Vianello, attore per caso

Laureto in giurisprudenza e calciatore mancato, Vianello scopre il palcoscenico per caso, grazie ai commediografi Garinei e Giovannini. Ma sarà l’incontro “fatale” con Ugo Tognazzi a farlo diventare una star di prima grandezza del panorama tv. In coppia con l’attore cremonese agli albori della televisione con programmi entrati nella storia come Un, due, tre, riscuotendo subito un grande successo per le capacità naturali di strappare un sorriso. Senza ricorrere al facile artificio della parolaccia o della gag volgare.

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Fino al 1959. Quando tutto subisce una brusca frenata in seguito a uno sketch politico che fa imbestialire i vertici Rai, basato su un incidente occorso all’allora Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi: caduto per non aver centrato la sedia sulla quale doveva accomodarsi. Al rientro nei camerini Raimondo e Ugo trovano le lettere di licenziamento, e la notizia che il programma è cancellato. Ma l’episodio non riesce a bloccare la carriera dei due grandi attori. Anzi. Soprattutto per Raimondo offre l’occasione per “formalizzare” l’incontro della vita, sentimentale e artistico.


Il sodalizio con Sandra Mondaini

Si incrociano per la prima volta nel 1958, dietro le quinte di uno spettacolo. Entrambi fidanzati, sembrano ignorarsi reciprocamente quando, una sera a cena insieme a Gino Bramieri, Raimondo confessa a Sandra di essersi perdutamente innamorato. Convolano a nozze nel 1962, ma nel frattempo hanno già formato, collaudato e raccolto successi come una delle coppia comica lui-lei più riuscite – nello stile di Paolo Panelli e Bice Valori. Coppia che da allora diventerà il loro marchio di fabbrica. E uno spaccato irripetibile, oggi molto stereotipato, della società dell’epoca.

Raimondo infatti è il marito egoista, irascibile, donnaiolo e appassionato di calcioSandra è invece consorte petulante, isterica e gelosa. Un canovaccio che i due porteranno avanti in trasmissioni come Tante scuse e Stasera niente di nuovo, programmi che sottolineeranno ancor di più il garbo e la signorilità della comicità “spietata” e corrosiva di Raimondo. Questo perché il suo essere “nei ranghi” gli permette affondi feroci e politicamente scorretti, rivolti ai vizi e alle debolezze umane. In particolare del genere maschile.

Che barba che noia, che noia che barba

Dopo Mike Bongiorno – il primo a lasciare la Rai –, alla fine degli anni Settanta Raimondo e Sandra sono gli altri artisti famosi che hanno il coraggio di avventurarsi nelle televisioni private di Berlusconi. Lasciando senza troppi rimpianti la tv di Stato, ormai incapace di valorizzarli. Per tutti gli Ottanta riscuotono successi in diversi show e quiz, ma la svolta definitiva avviene con una sitcom destinata a entrare nella memoria collettiva di più di una generazione: Casa Vianello. Ambientata nell’appartamento di Sandra e Raimondo, Casa Vianello (1988 – 2007) racconta la vita quotidiana dei due coniugi – interpreti di se stessi – che vivono insieme alla Tata (Giorgia Trasselli).

L’intuizione di questo prodotto che mette in serie un format già creato dalla coppia in mille show, è quella di estremizzare il ruolo assertivo di Sandra. Che costringe Raimondo all’ubbidienza di facciata, creando quindi di volta in volta il meccanismo per scenette comiche. Di solito culminanti in una zuffa poi “sbollita” in camera da letto con lo stesso, immarcescibile, canovaccio: lui con la Gazzetta dello Sport fra le mani e lei che “prende a calci” le lenzuola (lamentano “Che barba che noia, che noia che barba”). Ma non per il pubblico, che “mantiene” in vita Casa Vianello con ascolti eclatanti per un tempo lunghissimo. Tutt’ora imbattuto: la sitcom italiana più longeva. Chiusa solo tre anni prima la morte di Raimondo, seguita cinque mesi dopo da quella di Sandra. Incapace di vivere, nella vita come sulla scena, senza di lui.

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Sandra e Raimondo ????

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