Tessuto sofisticato e regale (si dice che Napoleone lo rese obbligatorio nell’abbigliamento di corte) il pizzo riesce a tramandare storie uniche, che parlano attraverso i suoi intrecci e disegni fatti di pieni e vuoti, di chiari e scuri.
Per la primavera-estate 2020 Alexander McQueen lo fa ancora una volta suo, declinandolo in delicati completi matchy fatti di giacca strutturata e pantaloni, abiti irresistibili, corpetti e inserti a contrasto con la pelle nera mai rigida.
La sfilata p/e 2020 di Alexander McQueen
Tra le tipologie scelte spicca quella preziosa del pizzo guipure, un pizzo meno conosciuto composto da un motivo continuo che crea disegni più pieni e a rilievo, senza di solito la presenza del tulle di base.
La natura è da sempre l’ispirazione principale, in questo caso i fiori in via d’estinzione, e interessante anche l’uso di pizzo lichene e pizzo su lino damascato posto da Thomas Ferguson, i migliori tessitori di lino damascato del mondo, proveniente dall’ultimo mulino del suo genere in Irlanda.
Un sogno ad occhi aperti, un viaggio verso la storia dell’artigianato che riempie il cuore di bellezza e ci fa sperare in tempi più sereni fatti di romantiche passeggiate e campi assolati.
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