Mamma ho perso la rete!

0
- Annuncio pubblicitario -

Due adulti in smart working, due bambini che fanno didattica a distanza, la piccolina che segue laboratori, corso di inglese e video delle maestre della materna, i nonni che vorrebbero videochiamare i nipoti 24/24 h, le serie TV da recuperare e i podcast e gli audiolibri da ascoltare, i compleanni degli amici da festeggiare a distanza, le videolezioni di calcio di Nicco e Edo e le mie di pilates. Per non parlare dei tutorial per preparare pane e pizza!!! E l’elenco potrebbe essere potenzialmente infinito.


Mi sono spesso confrontata con amiche e amici genitori (e con voi che mi leggete) a proposito dell’età giusta per regalare ai figli o ai nipoti il primo smartphone; si tratta di un tema sul quale ho ragionato negli ultimi mesi con riferimento a Niccolò che ha quasi 9 anni e che oggi, per le circostanze storiche e sociali nelle quali ci troviamo nostro malgrado, è diventato ancor più importante e pressante. Non possiamo negare che la quarantena che stiamo vivendo abbia avvicinato maggiormente i nostri figli ai device tecnologici. Non sono solo i doveri (lavoro o studio) a connetterci gli uni agli altri ma sono anche i bisogni di socialità che non ho mai avvertito così forti nei miei bambini.

È stato commovente vedere Edo alle prese con la sua prima videochiamata da “bambino grande” con il suo compagno di classe del cuore, mi ha chiesto di potersi chiudere in cameretta a garanzia della sua privacy e, origliando (lo so che non si dovrebbe ma parliamo di un bambino di 7 anni, è mio dovere controllare e accertarmi che vada tutto bene), ho sentito “Mi manca tantissimo la scuola”, “non sai quanto manca a me!”: è stata dura, mi hanno fatto una enorme tenerezza. Niccolò, invece, riceve quasi ogni sera le videochiamate dei suoi amici di scuola o di calcio, è un modo per sentirsi vicini anche quando vicini purtroppo non lo si è.
Un paio di sere fa Bianca Zoe mi ha chiesto: “Mamma io non faccio la videochiamata con i miei compagni?” “Sai amore si tratta di una cosa un po’ da grandi!” “ma anche io ho voglia di parlare con gli amici!” – come darle torto?

Come vi ho più volte raccontato, non demonizzo l’uso della tecnologia, credo anzi possa essere una risorsa per i più piccoli a patto che il genitore fissi norme e regole di comportamento, valutando bisogni e capacità legati all’età. I device non possono sostituire movimento, gioco libero e creativo, devono essere usati per un tempo limitato e mai in determinati momenti della giornata (appena svegli, quando si pranza o cena e prima di andare a letto). Non dimenticate di controllare e monitorare, è giusto responsabilizzare e concedere piccoli spazi di libertà ad un bambino di 9 anni che gioca a sentirsi ragazzo ma gli occhi e le orecchie dei genitori devono sempre rimanere in grande allerta per garantire sicurezza e uso consapevole.
Certo è che, in una famiglia di 5 persone, bisogna organizzare la “quantità” di device e la “qualità” della rete Wi-Fi che potrebbe soffrire un certo sovraccarico (evento non piacevolissimo mentre si è in una conference call con il capo e il capo del capo…). Da qui il titolo ironico del mio post! La scorsa settimana la connessione di casa è morta proprio 5 minuti prima di una mia diretta su Facebook, la legge di Murphy delle madri lavoratrici sul web. Oltretutto è complicato in questo frangente poter “prestare” il telefono di un genitore in smart working ai figli, trovo bello (e di supporto per mio figlio) lasciargli la possibilità di chiamare i nonni ogni qualvolta ne senta il bisogno senza che debba aspettare la fine della giornata lavorativa mia o del padre.

- Annuncio pubblicitario -
- Annuncio Pubblicitario -

A Niccolò da inizio quarantena abbiamo consentito l’utilizzo di uno smartphone con funzioni semplici e intuitive che teniamo in casa per le emergenze nel quale abbiamo scaricato l’app che la sua classe utilizza per la didattica online (per le lezioni frontali utilizza il computer ma il telefono è comodo per fotografare i compiti fatti e condividerli con le maestre). Abbiamo scelto l’offerta TIM Junior perfetta per bambini dagli 8 anni in su e attivabile su nuove linee TIM ricaricabili senza alcun costo di attivazione: è stato lo zio – il nerd della famiglia – a regalare a Niccolò il TIM Junior Pack che a 39€ per 6 mesi offre 10 Giga, chat senza limiti, 2 numeri amici TIM (i genitori e/o i nonni!), 200 minuti, 200 SMS, la protezione di TIM Safe Web e i giochi di TIM I love games. In alternativa l’offerta è disponibile con gli stessi contenuti nella versione mensile a 7,99€ al mese.

Quanto alle altre app e alle funzioni, via libera alla musica e ad alcuni giochi adatti alla sua età, divertimento certo ma in totale sicurezza. Nell’ampio catalogo TIM I love games Niccolò sceglie Uno (il famoso gioco di carte ma in versione elettronica), giochi dedicati al calcio e allo sport e quelli di auto e moto (io e il papà abbiamo da sempre categoricamente vietato i giochi in cui si utilizzino armi di qualsiasi tipo o ci siano combattimenti). Non gli permettiamo l’uso dei social network o delle chat ma solo dell’app usata dalla classe per le videochiamate. Youtube è consentito con l’applicazione di filtri e blocchi necessari. Infatti nelle offerte TIM Junior è inclusa la protezione di TIM Safe Web: la navigazione è automaticamente protetta dalle minacce del web come siti malevoli e phishing, è bloccata l’attivazione di servizi a pagamento e basta scaricare l’App TIM Protect per utilizzare la preziosa funzione di Parental Control, da personalizzare come si preferisce, per bloccare le App indesiderate, monitorare l’uso dei social, limitare il tempo che i bambini trascorrono online e gestire la geolocalizzazione.

Nel caso la scelta ricada sul pack semestrale, al termine dei primi 6 mesi, l’offerta prosegue in automatico a 7,99€ al mese con gli stessi contenuti. In alternativa è possibile riacquistare il pack per altri 6 mesi allo stesso prezzo.
In più con TIM UNICA, se avete TIM anche a casa con un’offerta fissa, i Giga della TIM Junior diventano illimitati.
Non male vero?
E voi come vi state organizzando con connessioni e device tecnologici?

Articolo realizzato da Olga Zappalà

- Annuncio pubblicitario -