Le relazioni difettose – La coppia ai tempi del Coronavirus

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Cara Ester,

l’amore (e il sesso) ai tempi del Coronavirus avrebbe bisogno di un po’ di leggerezza e di ironia. E magari di un po’ di spinta alla trasgressione. Che poi alzerebbe le difese immunitarie, magari…

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Con il mio compagno tutto bene fin qui: sesso, dialogo, stessa visione del mondo, anche le liti rare e rapide da smaltire. Fin qui. Ora siamo blindati in casa da due settimane, con due figli e la nonna che “poverina è da sola, mica possiamo lasciarla là a casa sua, tanto è per pochi giorni”.

Così la quarantena si è trasformata in una lunga, infinita domenica. Ma tutti insieme appassionatamente, in tre locali senza balcone. 24/24. I bambini litigano tra loro, si alzano tardi, non ne vogliono sapere di fare i compiti, di aiutare in casa, seminano disordine e zizzania anche tra noi adulti. La suocera, poi... Le voglio bene, ma è tra i piedi e ha le sue fragilità, i suoi lati oscuri da gestire, le frecciatine che mettono lui di cattivo umore. E abbassa ulteriormente il suo testosterone e i miei estrogeni.

Risultato: musi lunghi anche tra me e lui. Zero voglia. Sesso sospeso a data indefinita. Mi è venuta la cistite da stress. Mi sveglio con la tachicardia, rigida come un sasso. E poi… ho paura a baciarlo, perché non si sa mai. Non sento nessunissimo impulso sessuale (e anche lui a quanto ci siamo detti. Ah, ne abbiamo parlato di questo blocco da coronavirus). Siamo all’improvviso diventati una strana cosa, una coppia dove la convivenza forzata, la paura e l’insicurezza sul futuro per il momento hanno la meglio.


S.

La risposta

Cara S.,

ce ne vuole a pensare agli impulsi sessuali in questo periodo. Sono seriamente tentata di congratularmi e poi mandarti cari saluti. Ma ringrazia che state tutti bene e la bozza dell’articolo del decreto anti Covid-19 dice:

“Art. 45 (Sospensione termini di impugnazione dei licenziamenti) 1. A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto l’avvio delle procedure di cui agli articoli 4, 5 e 24, della legge 23 luglio 1991, n. 223 è precluso per 60 giorni e nel medesimo periodo sono sospese le procedure pendenti avviate successivamente alla data del 23 febbraio 2020. Sino alla scadenza del suddetto termine, il datore di lavoro, indipendentemente dal numero dei dipendenti, non può recedere dal contratto per giustificato motivo oggettivo ai sensi dell’articolo 3, della legge 15 luglio 1966, n. 604”.

La crisi della coppia durante il coprifuoco

Non so se ce n’è abbastanza per te per stare tranquilla, ma restiamo tranquilli e parliamo di futilissimi guai di questa strana contemporaneità: la crisi della coppia durante un semicoprifuoco. Si principierà dal dato essenziale dell’assunto: ci hanno chiusi dentro. La quarantena no, lo psicologo non l’aveva considerata.

Ogni coppia – felice o infelice non importa – sopravvive a modo suo che poi vai a vedere è il modo di tutte. Le tecniche sono sempre le stesse: la distanza, il lavoro, le distrazioni, gli amici, l’amante.

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L’emergenza sanitaria è il caso in cui crollano tutti i pilastri della relazione sana, si perde la bussola. E pure ad averla, non si saprebbe dove andare. Stiamo in casa, dove vuoi andare? Sul balcone?

Insomma vanno giù le fondamenta e resta solo la coppia, che tutti sanno essere fatta della stessa sostanza del marzapane. Non c’è più difesa. L’Homo Sapiens Sapiens però non ci è diventato per niente, e infatti è capace di selezione: sa che in circostanze eccezionali dovrà essere molto veloce nella verifica delle gerarchie e nella modifica degli assetti sulle nuove mission numero uno, due e tre degli stati emergenziali:

1) funzionare fisicamente,

2) scansare l’esaurimento nervoso,

3) fare una rapida verifica su chi è la persona più intelligente delle due (tu), la quale si costringerà ad una estrema docilità in nome della tutela dell’ambiente domestico.

Ora e adesso

Insomma chi ha un buon carattere lo usi. Come vedi l’amore non c’entra proprio, questo è uno dei casi in cui il rovello sentimental retrocede parecchie lunghezze. I ludi sentimentali sono come i libri, al momento: appartengono ad altre dimensioni, ora c’è spazio solo per l’ora e adesso, la preoccupazione ancestrale. È la paura, mica l’amore, che vince su tutto.

L’Italia divisa in tre

Al momento si vede che l’Italia est omnis divisa in partes tres.

I soli a casa.

I soli a casa si convincono di essere i più sfortunati bersagli del mondo. Sono lontani dai loro cari. La quarantena di quelli che devono inventarsi i giochi per i figli e seguirgli i compiti gli pare Disneyland. Che piacevole cura, c’è anche tempo di fare video carini per i social. Aver compagnia è tutto, nella malasorte. I soli in casa sanno di reggere da soli tutto il peso dell’umanità. Posso almeno andare a fare una passeggiata?

Le famiglie a casa.

La tranquillità è tutto, nella malasorte. Sposarmi, ma chi me l’ha fatto fare. I figli, ma chi me l’ha fatto fare. La quarantena dei soli in casa gli pare Disneyland. Chissà se mia moglie perde il lavoro, chissà se questi disgraziati recupereranno l’anno scolastico senza danni. Alle famiglie pare di reggere da sole tutto il peso dell’umanità. Posso almeno andare a fare una passeggiata?

Gli ospedali.

Medici e personale sanitario si fanno sentire solo in rari collegamenti video, correttamente incazzati ai vertici massimi perché alla gente toglile tutto, tranne la passeggiatina costituzionale. Sono allo stremo, preoccupati di trovarsi a reggere da soli tutto il peso dell’umanità. E infatti. Altro che applausi ai balconi.

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