C’è ancora qualcuno che non lo sa, il Kamut® non è un cereale alternativo, ma un marchio registrato da una società americana. Con questo nome si fa riferimento ad una varietà selezionata di grano coltivato in Canada. A tornare sull’argomento, svelando anche alcuni nuovi particolari, è la trasmissione Report.
Come vi avevamo spiegato in un precedente articolo, nonostante sia diventato di uso comune ritenere il Kamut® un cereale, in realtà con questo nome (che è un marchio) si indica una tipologia di grano appartenente alla sottospecie botanica Triticum turgidum ssp. Turanicum, grano Khorasan. (Leggi anche: Kamut®: benefici, usi e miti da sfatare).
“C’è cascata anche l’Europa“, come ha dimostrato un servizio andato in onda ieri durante la trasmissione Report. Nel 2011, tra i cereali che possono provocare intolleranze (in particolare si faceva riferimento alla presenza di glutine) l’Ue mette insieme a grano, segale, orzo, avena e farro anche il kamut come se si trattasse di un cereale vero e proprio, salvo poi accorgersi dell’errore nel 2014, come si può vedere dal seguente documento mostrato nel servizio.
Il kamut non esiste.
Kamut non è un grano, chi ha creato l’equivoco in cui è cascata anche l’Unione Europea, che aveva inserito tra i cereali in marchio nord-americano? #Report pic.twitter.com/c7zpay2afG— Report (@reportrai3) June 7, 2021
In Italia tante persone scelgono di acquistare pane e pasta a base di Kamut® in quanto considerato più sano e digeribile e proprio il nostro paese rappresenta ben il 75% del mercato di questo marchio. In realtà, i consumatori italiani dovrebbero però sapere che una varietà di grano Khorasan, non registrata e ottima alternativa al Kamut®, si coltiva anche in regioni come Abruzzo, Basilicata e Campania.
Ma tornando al Kamut®, questo prima era rigorosamente biologico ora, però, alcuni dei principali produttori di pasta l’hanno declassato a convenzionale. A raccontare cosa è successo è stato proprio il servizio di Report che ha fatto sapere di essere in possesso di una documentazione riservata che dimostra la contaminazione da glifosato di vari container che trasportavano Kamut®.
Come si legge nella presentazione del servizio:
La notizia è rimasta segreta, ma Alce Nero ha deciso di dismettere il marchio Kamut®, che era il prodotto più venduto e NaturaSi ha espresso davanti alle nostre telecamere analoga intenzione.
Ma anche un altro marchio molto noto, De Cecco, ha fatto un’operazione sulle sue confezioni di cui pochissimi si saranno accorti. La pasta a marchio Kamut® è passata da agricoltura biologica a convenzionale.
In sordina De Cecco, il pastificio più importante d’Italia sulle confezioni di pasta Kamut passa da “Grano Khorasan da agricoltura biologica” a marchio di Grano Khorasan non biologico. #Report pic.twitter.com/LVplMiBMsF
— Report (@reportrai3) June 7, 2021
Report fa anche sapere che nel 2017, Federbio aveva lanciato un allarme sulla presenza di glifosato nel grano biologico a marchio Kamut® ma nessuno se ne è curato e nel frattempo al supermercato sono iniziati a comparire prodotti a base di Kamut® non più biologici ma convenzionali. All’epoca 4 container su 5 esaminati erano risultati contaminati da residui di glifosato.
Nel 2017 Federbio lancia un allarme Glifosate nel grano biologico a marchio Kamut, ma tutto è passato sotto silenzio e sugli scaffali troviamo prodotti a marchio Kamut non biologici. #Report pic.twitter.com/tdXqXzlEdF
— Report (@reportrai3) June 7, 2021
Cosa possiamo fare
La risposta è semplice: lasciamo sugli scaffali il marchio Kamut® e orientiamoci sulle alternative italiane.
«Un prodotto biologico il glifosate non ce lo deve avere. La nostra decisione è stata quella di lasciare il Kamut e di passare al Khorasan, fatto in Italia. Il nostro obiettivo era fare una filiera in Italia». #Report pic.twitter.com/7Uvpkm5P3P
— Report (@reportrai3) June 7, 2021
Il Khorasan è un grano antico che presenta grandi vantaggi: è molto digeribile e ha doti antiossidanti. È stato tra l’altro sperimentato con successo sui malati di tumore.
Il grano Khorasan ha funzione antiossidante, è più digeribile. Il prof. Bonucci, oncologo, lo ha sperimentato a base della nutrizione su 56 malati di tumore al polmone per 3 anni riscontrando un miglioramento in termini di qualità della vita e sistema immunitario #Report pic.twitter.com/H0xJ3Bcott
— Report (@reportrai3) June 7, 2021
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