Il Commissario Montalbano: tutti i personaggi di contorno ma cult della fiction

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Fazio

, Galluzzo, Pasquano, Catarella, Adelina.

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Li avete riconosciuti? Per chi conosce a memoria Il Commissario Montalbano sono nomi più che familiari. Per tutti gli altri sono i colleghi e gli amici di Salvo Montalbano. Nel corso degli anni diventati altrettanto popolari, come del resto la città di Vigata – ombelico dell’universo creato da Andrea Camilleri. In attesa di rivederne alcuni nell’episodio La rete di protezione – su Rai 1 alle 21.25 –, gli abbiamo dato il giusto posto d’onore raccontandone pregi e difetti.

Il ruolo del caratterista

Ci sono casi in cui un attore comprimario balza in primo piano. Sicché la “spalla” diventa eroe. Un po’ come quando Robin subentra a Batman. E di “Robin”, per così dire, Il Commissario Montalbano è pieno. Con ruoli di contorno che insaporiscono e vivacizzano gli snodi narrativi, spesso con una coloritura umoristica. Perché alla sapienza e alle pratiche del teatro, il linguaggio del cinema e della tv ha da sempre aggiunto l’imperativo di un’identità fisica e fisionomica di impatto. E il cinema italiano ne ha avute innumerevoli, per esempio: Carlo delle Piane, Tina Pica, Tiberio Murgia e Ave Ninchi.

Il commissario Montalbano

Tina Pica minaccia con una forchetta Alberto Sordi nel film “Un eroe dei nostri tempi”.(Getty Images)

Maschere della commedia dell’arte? Diciamo di sì perché nel momento stesso in cui il caratterista compare sullo schermo, lo spettatore è infatti in grado di intuire i tratti salienti del suo personaggio. Ma se al cinema la “spalla” si esauriva in un singolo film, nella serie tv ambientata a Vigata sono satelliti costanti della vita, privata e da investigatore, del nostro Salvo.

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Il commissariato di Vigata

Montalbano, si sa, è allergico alle regole. E le sue indagini non seguono quasi mai il protocollo standard. Ma soprattutto è un lupo solitario abituato a fare di testa sua. Come vorrebbe la prassi. Senza tuttavia la sua squadra di agenti, vice-commissari e vice-questori difficilmente riuscirebbe a risolvere da solo un caso. E l’adorabile bestiario di cui si circonda è ormai croce e delizia di ogni indagine. Bestiario abbiamo detto? Sì, perché il suo vice e più stretto collaboratore si chiama Mimì Augello e mai nome fu più appropriato, vista l’irrefrenabile passione per le donne. Augello, interpretato da Cesare Bocci, non è certo un investigatore di razza, preferisce “partecipare alle indagini” seducendo la testimone di turno. O peggio ancora: la sospettata di un crimine.

Anche l’agente Galluzzo ci ricorda il nome di un volatile ma non per chissà quali doti amatorie. Impacciato, specialmente con le armi da fuoco, Galluzzo è spesso il bersaglio preferito dei rimproveri di Salvo. Senza raggiungere però i livelli di fumantine arrabbiature provocate da Catarella, il centralinista disastroso che non azzecca un cognome nemmeno a pagarlo. Forse il personaggio più macchiettistico, interpretato da un simpatico Marcello Russo, Agatino Catarella è lo stereotipo del collega di lavoro nessuno sopporta. Rumoroso – la sua entrata in scena sbattendo la porta è ormai un topos della serie –, incapace di prendere iniziative, Catarella avverte spesso Salvo che c’è stata “un’ammazzatina”. Ma ha un cuore talmente grandissimo.

Il commissario Montalbano

Catarella fuori dal commissariato di Vigata. (Foto di Duccio Giordano)

Per fortuna di Salvo il suo collaboratore più sveglio è Giuseppe Fazio. Giovane, agile, gelosissimo della sua vita privata, il giovane ispettore si fa intendere al volo ed è l’unico che, ogni morte di Papa, riceve un complimento da parte del suo superiore. Unico difetto? I pizzini. Che si porta dietro regolarmente quando deve riferire a Montalbano delle indagini effettuate. Ricchissimi di dettagli, i pizzini di Fazio a volte sembrano alberi genealogici, che fanno sistematicamente irritare Salvo. Facendo sorridere noi.


I nemici amatissimi

Oltre ai criminali e gli assassini che a volte turbano la quiete della piccola città siciliana, per il nostro Salvo i guai – quando non sono sentimentali – arrivano sotto forma di due personaggi in particolare. Uno è il questore Bonetti-Alederighi, prefetto di ferro allergico alle libertà che si prende il Commissario Montalbano. Che infatti riprende e molto spesso gli fa chiudere le indagini, condotte con troppo libertà. Anche se lui sembra non prendersela più di tanto. Per Montalbano però ogni chiamata all’ufficio di Bonetti – zeppo di bandiere tricolore, medaglie e fotografie del Presidente della Repubblica – è una via crucis.

L’altro è il “nemico giurato” numero uno di Salvo, il medico legale Pasquano. Bravissimo, quando gli va, a fornire al commissario una serie di dettagli risolutivi, Pasquano ha due ossessioni: il poker e i cannoli siciliani. Proprio per indispettirlo, Salvo interrompe spesso le partite di carte al circolo, scatenando l’ormai espressione d’uso comune “Non mi scassi i cabbasisi!”. Ma Salvo conosce il modo per rabbonire il broncio del dottore: portagli un cabaret di cannoli freschissimi, grazie ai quali Pasquano perdonerebbe anche un serial killer. Marcello Perracchio – l’attore che lo ha interpretato fin dal primo episodio – purtroppo è scomparso due anni fa, lasciando un vuoto incolmabile in tutti i fan della serie. Talmente grande che la produzione non ha minimamente pensato a trovargli un sostituto.

Il commissario Montalbano

L’indimenticato medico legale Pasquano. (Foto di Duccio Giordano)

Gli amici di sempre

Della vita privata del Commissario – come del resto di quella dei suoi colleghi – non sappiamo molto. In primis sulle sue amicizie. Tenute gelosamente segrete anche da una sceneggiatura per la quale “less is more”. Sappiamo però che Salvo può contare su un paio di simpatici sodali. Il primo è il giornalista di Televigata Nicolò Zito, cronista anch’egli allergico alle regole imposte dall’emittente locale. Anche Zito è spesso risolutivo, ospitando Montalbano al suo microfono, specialmente quando si tratta di fare appelli a persone scomparse.

Altro amico e personaggio eccezionale è il ristoratore Enzo, interpretato da Aldo Messineo, che possiede lo splendido “Enzo a mare” – ristorante che esiste veramente in un piccolo paese della provincia di Ragusa. Per il commissario, il ristorante non ha orari e spesso Enzo serve direttamente sul tavolo un bel piatto di spaghetti ai frutti di mare. Ignorando i rimproveri del buon Salvo che vorrebbe stare più attento alla linea. Ma la vera “attentatrice” al giro-vita di Montalbano è la sua Adelina. Collaboratrice domestica, vista la vita da scapolo incallito di Salvo, ma soprattutto cuoca sopraffina, che prima di tornare a casa sua lascia sempre una casseruola di pasta al forno. O un cesto di arancini ancora caldi.

Il commissario Montalbano

La fidata collaboratrice domestica Adelina. (Foto di Duccio Giordano)

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