I 70 anni di Ivano Fossati, un incontentabile “esploratore”

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Buon compleanno Ivano Fossati Musa News
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Il 21 settembre uno dei nostri più grandi cantautori compirà 70 anni. La storia di un’artista a cui tanti grandi nomi della nostra musica devono dire: Grazie.

Ivano Fossati è nato a Genova, una delle storiche Repubbliche Marinare. Genova amatissima che Fossati una volta ha definito ossuta, metodica e musona. Genova, Capitale della Canzone d’Autore italiana, la città di Fabrizio De André e Luigi Tenco, di Gino Paoli e Umberto Bindi, di Bruno Lauzi e Paolo Conte, astigiano di nascita, ma genovese di adozione. Da subito Ivano Fossati ha avuto il mare dentro i suoi occhi e nel suo cuore. Quello spazio infinito che ti poteva permettere di sognare ogni impresa, di raggiungere qualsiasi posto soltanto con l’immaginazione. Esplorare è il verbo che incarna il carattere di Ivano Fossati.

L’esplorazione come ricerca continua, di cose nuove da conoscere, da comprendere, da farle proprie, ritoccandole, rimodellandole secondo la propria indole e sensibilità per poi, magari, buttarle su un foglio di carta immacolato per creare una nuova canzone, un nuovo capolavoro, rimanendo, però, sempre incontentabile per continuare ancora ad esplorare, incessantemente.

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Figlio di “Quel posto davanti al mare”, che qualche secolo prima ispirò un uomo di nome Cristoforo Colombo ad esplorare terre lontane, che profumavano d’America, Ivano Fossati, come tutti i giovani della sua epoca, è cresciuto intriso di musica rock, di Rolling Stones e di Eric Clapton. Piano piano si allontana da essa per entrare in un mondo più intimo, introspettivo, dove la sua musica attracca in porti dai suoni mediterranei fino a raggiungere il lontano ed estremo Oriente.

La sua storia

Il resto lo ha fatto la sua fantasia ed il suo incredibile talento musicale. A sedici anni decide di abbandonare la scuola, il richiamo della musica è troppo forte e non può rimanere inascoltato. Non ci sono soldi, ha soltanto una chitarra e tanta voglia di suonare. Studia, suona, studia ancora. La sua virtù di polistrumentista viene sempre più a galla. Tastiere, flauto traverso, chitarre, pianoforte appartengono ormai al suo bagaglio tecnico.

Riciclando oggetti di ogni tipo ha iniziato a creare degli improbabili amplificatori che però hanno avuto il grande merito di iniziare a diffondere una voce che dopo oltre quarant’anni di carriera lo ha fatto diventare un’icona della nostra musica.

Ivano Fossati ha scritto per sé, ma tanto ha scritto per altri. Per almeno un decennio prima di iniziare la carriera da solista, ha scritto canzoni per tanti grandi nomi della canzone italiana. L’universo femminile lo ha scandagliato in maniera impeccabile ed alcuni capolavori interpretati con successo dalle nostre più grandi interpreti arrecano in calce il suo marchio di fabbrica.

Alcuni esempi:

Loredana Bertè – DedicatoNon sono una signora

Patty Pravo – Pensiero stupendo

Anna Oxa – Un’emozione da poco

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Mia Martini – E non finisce mica il cielo

Fiorella Mannoia – Le notti di maggio – I treni a vapore

E poi ancora Mina, Ornella Vanoni, Alice. Collaborazioni straordinarie con Francesco De Gregori e Fabrizio De André.

L’incontro con Fabrizio De André

Ivano Fossati e Fabrizio De André si sono incontrati su un treno che da Genova li avrebbe portati a Verona in occasione del Festivalbar. Una chiacchierata per iniziare a tessere la tela di un’eventuale, possibile futura collaborazione. Sono passati circa quindici anni da quell’incontro sul treno quando, intorno al 1990, si sono ritrovati. L’occasione l’ha fornita il nuovo album di De André, Le Nuvole, dove i due cantautori genovesi redigono a quattro mani i testi di due canzoni in dialetto genovese: Mégu Megùn e A Çimma.


Questa breve collaborazione non è che il preludio a quella di qualche anno più tardi che porterà alla realizzazione di uno degli album più straordinariamente poetici della storia della canzone d’autore italiana, ma anche un’opera realizzata, sempre e comunque, in direzione ostinata e contraria, prendendo in prestito le parole presenti in Smisurata preghiera. Siamo nel 1996 i due si ritrovano ed iniziano un percorso non facile: scrivere un’intera opera a quattro mani. Scriverà più tardi Ivano Fossati: Mentre si scrive si usa una poetica ma non si ha coscienza di compiere uno sforzo nel ricercare le parole. E’ lavorando con qualcun altro, come mi è capitato con Fabrizio De Andrè, che ti rendi conto di quello che fai, perchè ci si guarda reciprocamente, si confrontano le idee”.

Anime Salve

Anime Salve è l’ultima opera di Fabrizio De André, che morirà l’11 gennaio 1999. E’ stato, senza saperlo, il suo testamento e per il suo ultimo viaggio artistico Faber ha trovato in Ivano Fossati un compagno straordinario. Uscito esattamente 25 anni fa, il 19 settembre 1996, Anime Salve è stato progettato, pianificato e realizzato come un concept album, ovvero come un’opera dove tutte le canzoni sono legate da un sottilissimo ma evidente filo conduttore. Le Anime Salve sono i “diversi”, l’eterna “minoranza”, quella che vive ai margini della cosiddetta società civile e che vive separata dai “normali”.

E così si racconta di Princesa, la vita di un transessuale che alla fine fa innamorare un “avvocato di Milano” che rappresenta quella società civile che l’ha esclusa o del popolo Rom in Khorakhané. Due canzoni che sono un pugno nello stomaco contro pregiudizi e falsi moralismi. Disamistade e Smisurata preghiera non hanno bisogno di alcun commento, occorre soltanto ascoltarle, perché sono semplicemente due capolavori dove le parole di De André e le musiche di Fossati riescono a produrre una sintesi magica. E poi ancora c’è Anime Salve, la canzone manifesto dell’opera. Viene cantata a due voci, con De André e Fossati che alternano le strofe, ora uno ora l’altro. L’impatto emotivo è fortissimo, il contenuto devastante.

Discografia di Ivano Fossati

  
DELIRIUM Dolce acqua (Fonit, 1971)
 
 IVANO FOSSATI
  
 Il grande mare che avremmo attraversato (Fonit, 1973)
 Poco prima dell’aurora (Fonit, 1974)
 Goodbye Indiana (Fonit Cetra, 1975)
La casa del serpente (RCA, 1977)
La mia banda suona il rock (RCA, 1979)
Panama e dintorni (RCA, 1981)
 Le città di frontiera (CBS, 1983)
 Ventilazione (CBS, 1984)
 700 giorni (CBS, 1986)
La pianta del tè (CBS, 1988)
Discanto (Epic, 1990)
Lindbergh (Epic, 1992)
 Buontempo (live, Epic, 1993)
 Carte da decifrare (live, Epic, 1993)
 Il Toro (colonna sonora, Epic, 1993)
Macramè (Columbia, 1996)
 Time And Silence: canzoni a raccolta (antologia, 1998)
La disciplina della terra (Columbia, 1999)
 Not One Word (Sony Music, 2001)
 Lampo viaggiatore (Sony Music, 2003)
 Dal Vivo Volume 3 – Tour Acustico (live, Sony Music, 2004)
 L’arcangelo (Sony Music, 2006)
Ho sognato una strada (triplo cd, antologia, Sony Music, 2006)
 Musica Moderna (Emi, 2008)
 Decadancing (Emi, 2011)
  
 MINA-IVANO FOSSATI
  
 Mina Fossati (Sony, 2019)

Un pensiero di Ivano Fossati

“Siamo passati dalla centralità della musica al fatto che sia diventata il carburante per i cellulari. Si ascoltavano le cose con attenzione, si discutevano, si imparava a sognare o a ragionare. Esattamente come se si leggesse un libro. Non c’era differenza tra immergersi nella letteratura o nella musica”.

Articolo di Stefano Vori

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