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Soffro di mal di testa, devo andare da uno specialista? Quanto conta lo stress? E lo squilibrio ormonale? La cervicale mi tormenta, quando è meglio fare una risonanza? La sinusite può essere causa del mio mal di testa?”. Sono molte le domande dei pazienti sulla cefalea, che secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità colpisce 1 persona su 2 con episodi che si verificano almeno una volta l’anno e fino a 3 persone su 4 nella fascia di età tra i 18 e i 65 anni.
Perché una Giornata Nazionale del mal di testa
Sabato 9 maggio è la Giornata Nazionale del Mal di Testa, che quest’anno celebra la settima edizione in concomitanza con l’inizio della Fase 2 della pandemia da Coronavirus. Ed è proprio questo il motivo per cui le tre Società scientifiche di riferimento, SIN (Società Italiana di Neurologia), ANIRCEF (Associazione Neurologica Italiana per la Ricerca sulle Cefalee) e SISC (Società Italiana per lo Studio delle Cefalee) hanno ugualmente scelto di mettersi a disposizione dei pazienti attraverso una campagna di sensibilizzazione e informazione sui social e una serie di appuntamenti per rispondere alle loro domande.
Le domande dei pazienti agli specialisti
A partire da sabato 9 a venerdì 15 maggio 2020, chiunque può partecipare alla diretta con i medici delle tre associazioni (SIN, ANIRCEF e SISC), accedendo alla pagina Facebook Giornata Nazionale del Mal di Testa. Gli specialisti risponderanno ogni giorno ai principali quesiti legati alla patologia, come la gestione dell’emicrania al tempo del Coronavirus, quali sono i fattori scatenanti da evitare in questo periodo, come affrontare la cefalea nel bambino, le nuove possibilità diagnostiche fino ai nuovi e promettenti scenari terapeutici.
Gli appuntamenti per partecipare alle dirette Facebook
Partecipare è semplicissimo. Basta collegarsi qualche minuto prima dell’appuntamento alla pagina Facebook della Giornata Nazionale del Mal di Testa. Ecco il calendario degli incontri da seguire gratuitamente.
Sabato 9 maggio – Ore 18.00
L’emicrania al tempo del coronavirus
Prof Elio Agostoni
Prof. ssa Marina De Tommaso
Domenica 10 maggio – Ore 18.00
Cefalea a grappolo
Dr Fabio Frediani
Dr Franco Granella
Lunedì 11 maggio – Ore 18.00
Il bambino con il mal di testa
Dr ssa Licia Grazzi
Prof. Massimiliano Valeriani
Martedì 12 maggio – Ore 18.00
Le problematiche diagnostiche
Prof Antonio Russo
Dr Edoardo Mampreso
Mercoledì 13 maggio – Ore 18.00
Vecchi e nuovi scenari terapeutici
Prof Piero Barbanti
Prof. Alberto Chiarugi
Giovedì 14 maggio – Ore 18.00
Fattori scatenanti (cibo, stress, tempo e altro)
Dr Giovanni Battista Allais
Dr Cherubino Di Lorenzo
Venerdì 15 maggio – Ore 18.00
L’emicrania non va bene e il mal di testa peggiora: scopriamo perché
Dr.ssa Sabina Cevoli
Dr.ssa Grazia Sances
Chi sono le persone più colpite
Secondo i dati dell’OMS, la cefalea colpisce 1 persona su 2 con episodi che si verificano almeno una volta l’anno e fino a 3 persone su 4 nella fascia di età tra i 18 e i 65 anni. La patologia riguarda anche le fasce più giovani della popolazione: oltre il 40% dei ragazzi è colpito da cefalea mentre 10 bambini su 100 soffrono di emicrania, una forma comune di cefalea primaria.
Perché serve la diagnosi precoce
«In Italia l’emicrania colpisce circa 6 milioni di persone, ossia il 12% della popolazione. Numeri importanti che non ci hanno fatto desistere quest’anno, malgrado l’emergenza Covid -19, dal voler cercare di colmare il bisogno di informazione legato a questa patologia per la quale una diagnosi precoce può davvero impattare positivamente sull’evoluzione della malattia, poiché evita importanti conseguenze quali la cronicizzazione del disturbo e l’abuso di farmaci», spiega Gioacchino Tedeschi, Presidente della SIN. Iniziative come la Giornata del Mal di Testa servono proprio a informare il paziente – e i suoi familiari – per renderlo consapevole delle azioni da intraprendere per contrastare la malattia e non rimanerne schiacciato», aggiunge Gioacchino Tedeschi, Presidente della SIN.
Più doloroso tra i 20 e i 50 anni
«Il mal di testa è una patologia dolorosa e disabilitante – afferma il Prof. Elio Clemente Agostoni, Presidente ANIRCEF – In particolare, l’emicrania è stata identificata dall’OMS come la malattia che causa maggiore disabilità nella fascia di età tra 20 e 50 anni, ossia nel momento della vita in cui siamo più produttivi».
In attesa dell’esenzione
A causa del disagio provocato dalla cefalea grave, le associazioni di pazienti e le società scientifiche stanno portando avanti la realizzazione di progetti di legge portati avanti per far sì che le forme più gravi di mal di testa vengano inserite nella categoria delle “patologie sociali” e che ai pazienti vengano riconosciuti diritti finora negati. «Sono anni che ci battiamo per far comprendere, ai non addetti ai lavori, come il mal di testa sia una patologia spesso invalidante che comporta nei pazienti bisogni che non possono più essere ignorati», prosegue Agostoni.
Quali sono le terapie più avanzate
«Le nuove terapie a base di anticorpi monoclonali stanno facendo registrare importanti miglioramenti nella pratica clinica del trattamento dell’emicrania riducendo il numero di attacchi nella forma episodica e risultando efficace anche nelle forme più gravi come l’emicrania cronica e quella resistente ad altri farmaci usati in precedenza», commenta Pierangelo Geppetti, Presidente SISC. «Gli scarsissimi effetti collaterali rendono gli anticorpi particolarmente sicuri. Questi importanti progressi sono stati possibili grazie alla scoperta del meccanismo da cui si genera il dolore emicranico, frutto del lavoro incessante durato decenni da parte dei ricercatori anche italiani».
Cefalee primarie e secondarie
Ci sono due grandi categorie di cefalee: le primarie, più frequenti, sono disturbi a se stanti non legati ad altre patologie, e le cefalee secondarie che invece dipendono da altre patologie, come la cefalea da trauma cranico, cervicale, da disturbi vascolari cerebrali (come l’ictus), da patologie del cranio non vascolari (come tumori cerebrali, ipertensione o ipotensione liquorale).
Le cefalee primarie comprendono l’emicrania, la cefalea di tipo tensivo, la cefalea a grappolo e si distinguono per la tipologia del dolore, l’intensità, la collocazione nella testa, la durata, la frequenza e gli altri sintomi concomitanti.
Che cos’è l’emicrania
L’emicrania si esprime con un dolore pulsante con intensità moderata-severa spesso localizzata nella metà della testa e del volto. Il paziente non riesce a svolgere nessuna delle attività quotidiane perché ogni azione aggrava il dolore e, a volte (emicrania con aura), gli attacchi vengono preceduti da disturbi neurologici come, ad esempio, sintomi visivi. La crisi si manifesta solitamente insieme ad altri disturbi come vomito e intolleranza alla luce e ai rumori e può durare da alcune ore a 2-3 giorni. Due terzi dei pazienti emicranici sono donne.
Che cos’è la cefalea tensiva
La cefalea di tipo tensivo ha un’intensità lieve-moderata, di tipo gravativo o costrittivo (classico cerchio alla testa) della durata di alcuni minuti o ore o anche alcuni giorni, non aggravata dalle attività fisiche usuali e non associata, in genere, a nausea o vomito. È la forma più frequente di cefalea con una prevalenza di circa l’80%. Fattori di predisposizione genetica possono avere una certa influenza nello sviluppo della cefalea tensiva così come fattori ambientali tra cui lo stress, l’affaticamento, cattive posture o riduzione delle ore di sonno.
Cos’è la cefalea a grappolo
La cefalea a grappolo provoca attacchi dolorosi più brevi (1-3 ore) molto intensi e lancinanti che si susseguono 1 o più volte al giorno per un periodo di tempo di circa 2 mesi (grappolo), alternati a periodi senza dolore. L’area interessata è quella oculare e, al contrario delle altre due forme, la cefalea a grappolo colpisce prevalentemente gli uomini. In genere gli episodi si ripetono ciclicamente con una cadenza stagionale o di 1/2periodi all’anno.
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