Giornata Mondiale degli Oceani: consumiamo ancora troppa plastica

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Buona Giornata Mondiale degli Oceani a tutti – anche se buona si fa per dire. Una ricorrenza voluta dall’Onu in cui dedicare particolare attenzione al nostro polmone blu, soprannome che mari e oceani si sono guadagnati di diritto considerando che è da lì che arriva il 50 % dell’ossigeno che respiriamo.

Casa dell’80% delle specie viventi, tra animali e vegetazione marina, e fonte di sostentamento e di vita per milioni di persone sul nostro pianeta, gli oceani sono un tesoro preziosissimo per tutti noi, ma purtroppo non inesauribile. Basti pensare che negli ultimi cinquant’anni le barriere coralline di tutto il mondo hanno iniziato a dissolversi a una velocità drammatica, compromettendo il 25% della diversità marina.

La minaccia della plastica

La minaccia numero uno è costituita dalla plastica, specialmente quella usa-e-getta. Sono 8 milioni le tonnellate di plastica che ogni anno si riversano in mare e, secondo una triste previsione degli studiosi, entro il 2050 gli oceani ospiteranno più plastica che pesci.

La situazione è precipitata ulteriormente durante il periodo di lockdown, quando intere famiglie, costrette in casa 7 giorni su 7, 24 ore su 24, hanno registrato un notevole incremento nel consumo casalingo di questo materiale, ahimè, ancora difficile da sostituire.

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WaterBattle: la piattaforma che calcola il nostro impatto ambientale

Per avere un’idea dell’impatto che il nostro consumo medio di bottiglie di plastica e conseguente consumo di petrolio ed emissioni di CO2 hanno sull’ambiente è possibile andare su WaterBattle, una piattaforma online ideata da Culligan, realtà leader nel trattamento dell’acqua e da sempre in prima linea per promuovere un consumo più sostenibile e responsabile di questa risorsa preziosa.

Sul sito è disponibile un quadro generale di quelle che sono state le conseguenze dettate dalla quarantena in merito all’impiego di plastica. Con un consumo medio giornaliero di 2 litri di acqua, una famiglia di 4 persone ha utilizzato e accumulato 18 kg di plastica, provocando l’utilizzo di 34,2 kg di petrolio e l’emissione di 60,5 kg di CO2 per il trasporto delle bottiglie. Dati allarmanti che pesano non soltanto sull’ambiente, ma anche sulle tasche dei consumatori, comportando una spesa media pari a 219 euro per nuclei familiari di 4 persone.

Nonostante il Coronavirus, urge perseguire uno stile di vita plastic-free

Per salvaguardare gli oceani, urgono allora azioni mirate e un impegno concreto che veda coinvolti tutti gli strati della società, dalle aziende alle organizzazioni, senza dimenticare il singolo cittadino che, nel suo piccolo, può fare la differenza.

Giulio Ciampieri, Presidente del Gruppo Culligan Italia, i cui sistemi sono riconosciuti in 90 Paesi del mondo per il trattamento dell’acqua del rubinetto e gli unici consigliati ufficialmente da Legambiente, afferma che, nonostante il focus sulla situazione sanitaria “è importante però considerare l’emergenza Coronavirus come un monito a rispettare ulteriormente la natura per il bene del nostro Pianeta e dell’umanità intera”. Ciampieri, inoltre, esorta a trattare la riduzione dell’inquinamento da plastica come una priorità assoluta e, a maggior ragione oggi, sottolinea “l’importanza di riattivare al più presto tutte le buone pratiche di consumo plastic-free adottate negli ultimi anni, sia in ambito lavorativo che casalingo”.

L’oceano chiama e noi dobbiamo rispondere.

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