Fase 2: riapertura di parrucchieri ed estetisti, le iniziative per farlo in sicurezza

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Parrucchieri, estetiste e professionisti del benessere sono prontissimi alla riapertura

. Ma, a desiderare riapertura dei saloni sono anche le clienti la cui speranza è che la data possa essere il 18 maggio e non più il primo giugno come previsto.

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Un argomento che sta a cuore a molti di noi, come clienti e come professionisti, cosa testimoniata dalla grande partecipazione a questa discussione lanciata su Facebook:


 Le norme per farlo in sicurezza ci sono ormai, c’è bisogno di formalizzarle in un vero e proprio protocollo firmato da comitato scientifico, Governo, Inail. Ma potremmo quasi esserci.

Wella: «Serve un protocollo»

“Insieme siamo più forti”. Si può riassumere con queste 4 parole la risposta di Wella all’emergenza Coronavirus. Il 12 marzo 2020 si decretava la chiusura dei saloni. Solo una settimana più tardi, Wella aveva già messo in campo un’articolata strategia di contrattacco per aiutare i parrucchieri a fronteggiare l’emergenza: «Facciamo ripartire l’Italia. È questo il messaggio che il Gruppo, associato a Cosmetica Italia, ha lanciato a Governo ed Istituzioni a sostegno dei parrucchieri.

«Quando abbiamo sentito il premier Conte parlare del primo giugno ci sono venuti i capelli dritti – spiega Giuseppe Gennero, AD del gruppo  –  Per questo abbiamo deciso di scendere in campo e parlare con Parlamento e Governo. Molti imprenditori rischiano la chiusura e noi dobbiamo tutelare professionalità, tradizione ed economia di un comparto che rappresenta la seconda categoria artigianale nel nostro Paese».  

Un protocollo per riaprire in sicurezza c’è, deve solo essere formalizzato: «Noi siamo pronti. Ora aspettiamo l’ok di Inail e comitato scientifico». Le linee guida riprendono quelle degli altri Paesi dove i saloni sono stati già aperti. Tutto è pensato per far sentire più che tranquillo sia il cliente che l’operatore, con un di più, che i saloni possiedono già una tradizione di sanificazione e di igiene importante. «È chiaro cambieranno delle cose – dice Gennero – innanzitutto si andrà solo su appuntamento. Gli affollamenti o persone che aspettano si possono dimenticare». 

Distanza, mascherine, guanti, dispenser di antisettico per le mani, strumentazione monouso: «Per quanto riguarda il materiale noi, come tante altre aziende, stiamo predisponendo un primo ordine da fornire ai parrucchieri gratuito. Diciamo che sull’attrezzatura non c’è rischio alcuno. La grande novità sarà una sola: gli orari. Il parrucchiere post covid-19 resterà aperto 6 giorni su sette e molti, se glielo permetterann,o cercheranno anche di fare 7 su 7. Inoltre l’orario di apertura sarà molto più lungo, anche per ovviare al meno afflusso di clienti».

L’Oréal Professionnel: «Una app per evitare affollamento»

L’Oréal Professionnel, partner storico dei parrucchieri da più di 110 anni, sostiene la richiesta di riapertura anticipata avanzando un piano di organizzazione.

Anzitutto verranno messe a disposizione dei saloni, oltre un milione di mascherine e 80.000 flaconi di gel igienizzante.

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Le clienti, vista l’obbligatorietà di prenotazione per evitare sovraffollamenti, potranno utilizzare le app di prenotazioni UALA e Boss, attraverso cui verranno presentati anche dei pacchetti trattamenti da prepagare e utilizzare in salone.

Attraverso la piattaforma GoWeb coordinata con l’App Go Booking, si potranno allo stesso modo acquistare voucher prepagati e personalizzati con vantaggi per l’acquisto anticipato, ma anche prodotti di haircare decidendo di riceverli direttamente a casa oppure alla riapertura presso il salone di fiducia.

Coppola: «Ogni cliente seguito da una persona sola»

L’innovazione principale per i saloni del noto hair style saranno due turni di lavoro che non si incrociano mai. Sperando che il governo conceda un po’ di elasticità sugli orari. Dalle 8 del mattino alle 10 di sera. Dalle 8 alle 15 e dalle 15 alle 22: «Abbiamo 30 dipendenti in negozio (il gruppo ne ha 400) – spiega Pino Saracino, art director del salone di via Manzoni a Milano – Ogni dipendente si occuperà di un cliente solo in particolare e non di tutti. Un po’ come in banca e all’entrata ci sarà il termoscanner».

E ancora: «Abbiamo personalizzato le mascherine. Saranno di cotone con il nostro marchio. Per disinfettare gli attrezzi useremo spray igienizzanti e disinfettanti. E anche se per un parrucchiere è un po’ difficile fare un taglio con i guanti, pazienza. Useremo anche gli scafandri con le visiere in testa in modo da limitare al massimo i contatti».

Certo c’è incertezza, ovvio:  «Forse i primi due mesi lavoreremo così, ben attrezzati, ma poi dal terzo, dal quarto cosa succederà? Come reagiranno le clienti? Quale sarà l’impatto sulle nostre casse? Vedremo. Comunque noi siamo prontissimi».

Vogliamo fare la ceretta!

Che ci sia grande impazienza lo dimostra un’indagine condotta a livello europeo da Treatwell – il più grande portale in Europa per la prenotazione di trattamenti di bellezza e benessere – in cui si rileva che, nella classifica delle prime attività pianificate dagli europei post-lockdown ci sono proprio parrucchieri e centri estetici, preceduti soltanto dalle visite ad amici e parenti.

I criteri che guideranno i consumatori nella scelta del salone saranno in primis di tipo igienico e legati alla capacità di garantire la sicurezza dei clienti durante il trattamento. Ma c’è anche la vicinanza del salone alla propria abitazione (39%), che consentirà di limitare gli spostamenti.

Per quanto riguarda i trattamenti più prenotati post-lockdown, boom assoluto del taglio uomo che, in Italia, si pone al secondo posto dopo la ceretta. Al terzo posto compare la manicure semipermanente, incalzata dalla depilazione viso e, in quinta posizione, dalla ceretta Hollywood, per un inguine a prova di bikini sgambato.

I suggerimenti di Treatwell

Per garantire la sicurezza dei loro clienti e collaboratori, i professionisti della  bellezza potranno affiancare alle rigide regole di igiene già presenti:

l’utilizzo di soprascarpe e camici, kimono, mantelle o divise monouso quando non sia possibile prevedere il lavaggio giornaliero.

una gestione oculata dell’agenda con la presenza nei centri più piccoli dei 40 mq, di un solo cliente alla volta e di non più di due operatori. 

ampliare i tempi tra un appuntamento e l’altro per permettere agli operatori di detergere i lettini, igienizzare e sterilizzare tutti gli strumenti e le postazioni di lavoro.

Le mascherine e i guanti, che qualche salone fornirà o comunicherà di portarsi da casa, saranno la norma non solo durante gli spostamenti, ma anche una volta entrati in salone.

Quando non sarà possibile mantenere la distanza interpersonale di un metro, come ad esempio durante i servizi di acconciatura o taglio, si consiglia l’utilizzo di occhiali protettivi o visiere in plexiglas.

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