Fase 2 e vacanze estive: come sarà la nostra estate a misura di Covid-19

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Il sole è alto, le giornate sono più lunghe, il tepore ci indica che la primavera è già cominciata e ci ricorda che un anno fa, a quest’epoca, avevamo già organizzato le nostre desiderate vacanze estive. Oggi, certo, è più difficile farlo perché, oltre alle incertezze economiche, ogni giorno aumentano i dubbi su come sarà la nostra vita nei prossimi mesi.  

Poche certezze, ma l’estate è in arrivo

Non c’è ancora certezza su quello che accadrà nella «fase 2» in generale e tantomeno su che forma avranno le vacanze estive. È chiaro che tutti speriamo di poter partire, nel modo più sicuro possibile, ma al momento si possono fare solo previsioni con una consapevolezza: dovremo imparare a convivere con il coronavirus e adattarci a nuove abitudini per tutelare noi e gli altri. E lo dovremo fare anche in vacanza. 

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Tutti in Italia, questo è certo

Che non ci si possa spostare all’estero è quasi una certezza. Quindi il turismo sarà tutto italiano. Le località di mare e di montagna, i campeggi, i piccoli borghi si stanno organizzando per permettere di poter fare le vacanze ai loro ospiti in sicurezza. 

Come andremo in spiaggia

Archiviata la proposta dei box in plexiglass, gli stabilimenti e le associazioni di settore si stanno mobilitando per studiare nuovi protocolli per l’estate 2020. Perché in spiaggia ci andremo ma solo se in sicurezza. Dalla Liguria al Veneto, dall’Emilia Romagna all’Abruzzo fino alla Sardegna, è partita la manutenzione delle spiagge. 

Come già stato detto, sarà obbligatoria la prenotazione online. In alcuni stabilimenti balneari si pensa già all’utilizzo del braccialetto “anti-covid”, lanciato sul mercato MetaWellness, giovane start-up di Bari. Lo strumento avviserà i cittadini quando non rispettano la distanza di sicurezza di un metro da altri utenti e sarà anche in grado di ricostruire i contatti di un utente nel pieno rispetto della privacy e senza alcuna App, bloccando sul nascere possibili focolai di coronavirus. Potrà essere infatti fornito ai visitatori al momento dell’ingresso in stabilimenti balneari e strutture ricettive per poi essere restituito al momento di abbandonare la struttura.

Secondo elemento fondamentale l’uso delle cabine e l’isolamento tra clienti e lavoratori. Ombrelloni e lettini dovranno essere distanziati fino a 4 metri e tutte le attrezzature dovranno essere sanificate ogni giorno. In alcune parti si lavora ad accessi scaglionati sulla spiaggia e per disincentivare contatti troppo ravvicinati si pensa a eliminare campi sportivi e aree gioco.

E in montagna?

In attesa di una regolamentazione chiara, gli operatori si stanno organizzando in autonomia. Sarà senz’altro una montagna diversa quella che si vivrà questa estate.

Molte le idee sul piatto per rispettare le esigenze di distanziamento e scongiurare gli assembramenti: colazioni in camera oppure in sala comune ma con orari differenti, buffet “protetti” o serviti dai camerieri, pic-nic all’aperto anziché i pranzi in baita, tende da campeggio allestite nei dintorni dei rifugi, aggiunta di bagni chimici, set di biancheria usa e getta, distanza di sicurezza sui sentieri, incentivo alle attività outdoor in solitaria, riscoperta di borghi e luoghi più autentici.

Alcuni, come in Trentino, stanno pensando a come far sentire tranquilli i clienti anche con telecamere per mostrare in tempo reale come le cameriere stanno sanificando le camere e come gli chef preparano le pietanze in sicurezza.

E per le funivie, infrastrutture essenziali per il turismo in quota, tutte le cabine avranno finestrini aperti, flussi e uscite separate, percorsi dedicati per scongiurare code e assembramenti. E ovviamente saranno disponibili gel disinfettanti, mascherine e guanti per tutti gli addetti. E poi impianti a velocità massima per accelerare il tragitto.

Gli aerei voleranno?



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