Falcone e Borsellino: l’ignobile sentenza

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Per la sua pizzeria a Francoforte sul Meno, in Germania, Constantin Ulbrich ha scelto il nome “Falcone e Borsellino”. Sui muri del locale ha appeso la celebre foto di Tony Gentile che ritrae insieme i giudici e accanto ha messo l’immagine di don Vito Corleone del celebre film Il Padrino. Una violazione della memoria dei due magistrati antimafia denunciata dalla sorella del giudice Giovanni Falcone, la professoressa Maria Falcone. Ma il ricorso è stato respinto perché “il giudice ha operato principalmente in Italia e in Germania è noto solo a una cerchia ristretta di addetti ai lavori e non alla gente comune che frequenta la pizzeria”.

Falcone e Borsellino, sentenza tedesca sull’uso dei nomi per una pizzeria – la Repubblica

Anonimo giudice,

mi rivolgo a lei (le lettere minuscole che si riferiscono alla sua persona non sono errori di battitura, ma sono espressamente volute e testimoniano la mia assoluta mancanza di stima e rispetto nei suoi confronti), ovvero a colui che ha sancito, con la sua firma, una sentenza VERGOGNOSA. Si potrebbe dire che il peggio non è mai morto, anzi, continua a dare, sempre più, orribili dimostrazioni d’esistenza.

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La sentenza riguardante la pizzeria che ha scelto come nome “Falcone e Borsellino” è uno schiaffo in faccia al senso della giustizia, della legalità, del comune buon senso, intesi come principi guida della nostra società. 

Ma, le chiedo, si è reso conto dell’ignobile motivazione di questa ignobile sentenza? Si parla di fatti avvenuti tanti anni fa e che, in Germania, i più hanno dimenticato. Solo alcuni degli addetti ai lavori li ricordano, questi due nostri giudici. Addetti ai lavori? Vuol dire i giudici come Falcone e Borsellino? E come lei? Allora non sarebbe spettato a lei ricordare che i due nostri giudici sono stati massacrati dalla mafia perché straordinari ed integerrimi servitori dello stato?


Non spetterebbe a lei, come addetto ai lavori, rammentare ai deboli di memoria, che quei nostri giudici hanno combattuto una guerra impari, contro un potere occulto chiamato Mafia che, oltretutto, conoscete bene anche in Germania? Una guerra combattuta a mani nude, perché chi doveva assisterli e proteggerli, è mancato clamorosamente. ASSENTE INGIUSTIFICATO ed INGIUSTIFICABILE.

Non spetterebbe a lei, come addetto ai lavori, rammentare ai deboli di memoria, che quei nostri giudici, pur sapendo che, ogni giorno, per loro, sarebbe potuto essere l’ultimo, hanno continuato a lavorare per raggiungere il loro obiettivo, ovvero cercare di consegnare mafiosi e corrotti alle patrie galere? Questo non dovrebbe essere il primario dovere di un giudice?

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Non spetterebbe a lei, come addetto ai lavori, far conoscere anche ai più giovani, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino? Che cosa hanno rappresentato le loro vite, umane e professionali, al servizio della GIUSTIZIA? Raccontare loro il significato della strage di Capaci, 23 maggio 1992, dove morirono Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo ed Antonio Montinaro.

Raccontare loro il significato della strage di Via d’Amelio, 19 luglio 1992, dove trovarono la morte Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Questo fondamentale compito non spetterebbe a lei, come addetto ai lavori?

Penso come questa labile memoria della sua gente, potrebbe portare altre gravi conseguenze. Penso al criterio di selezione dell odonomastica, ovvero dei nomi che contraddistinguono le vie e le strade delle nostre città, che cambierebbe radicalmente, se dovesse seguire il criterio espresso nella sentenza. In Germania, potreste tranquillamente intitolare una via o una strada, ad esempio, ad Adolf Hitler, dato che, ormai, sono passati tanti anni ed in Germania, i più, lo hanno quasi dimenticato.

Quello che lei, con questa ignobile sentenza, ha dimostrato di non avere minimamente compreso, è che vi sono Uomini che, con il loro esempio. sono diventati un patrimonio dell’Umanità, come le più belle opere d’arte o i luoghi meravigliosi del nostro pianeta. Quell’Umanità che ha la memoria e la coscienza come valori ineludibili.

Quell’Umanità a cui lei, anonimo giudice, non appartiene e non apparterrà mai.

Con profonda amarezza

Stefano Vori

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