Essere anaffettivo: cause e terapia da intraprendere

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Spesso ci lasciamo andare a giudizi affrettati sulle persone: “è troppo freddo”, “è troppo chiuso”, “resta sempre sulle sue”. La maggior parte delle volte però, ci dimentichiamo che dietro alcuni atteggiamenti possono nascondersi dei disturbi anche seri da non sottovalutare.
L’essere anaffettivo più che un disturbo è un sintomo che fa da campanello di allarme per situazioni psicologiche fuori dalla norma e che coinvolgono le relazioni personali.
Una persona anaffettiva a volte è anche affetta da filofobia, ovvero la paura di amare. Guarda questo video per saperne di più.

Significato di anaffettivo

Anaffettivo vuol dire incapacità di provare affetto verso un’altra persona, o più in generale di provare emozioni. Si tratta di un vero e proprio sintomo correlato ad alcuni disturbi della personalità, come l’anoressia mentale oppure lo stress patologico.

In alcuni casi si tratta di uno stato momentaneo che si risolve spontaneamente, dovuto a particolari condizioni di stress. In altri casi invece, l’individuo anaffettivo lo è da sempre e soffre continuamente di momenti di disagio e sofferenza, risultando a volte, anche di difficile gestione.

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In sostanza le persone anaffettive non riescono assolutamente a stringere alcun tipo di legame che sia di amicizia o d’amore e sono anche impassibili davanti all’affetto o all’amore che gli viene dimostrato.

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Anaffettività: qual è la causa?

Una delle cause principali va ricercata nei traumi che sono avvenuti da bambini oppure durante la pre-adolescenza. I soggetti da quel momento, possono avere una visione distorta della realtà che porta a delle conseguenze come appunto, l’incapacità di provare emozioni oppure il non riuscire ad esprimere i sentimenti che restano repressi.
La mente umana quando è preda di queste situazioni, è in grado di crearsi delle convinzioni false come ad esempio quella di non meritare affetto e di non doverne dare. Ciò che ne consegue è che l’individuo anaffettivo tende a distaccarsi dal mondo che lo circonda, dimenticandosi di esistere e comportandosi a tutti gli effetti come un automa.
Chi è anaffettivo spesso soffre anche ad una rigidità corporea: gli abbracci, i baci, le carezze e qualsiasi tipo di contatto fisico viene assolutamente evitato per contrastare il forte disagio e l’imbarazzo che si creano per chi soffre di questo disturbo.
Per completare il quadro della situazione, è bene sottolineare che uno dei principali motivi che porta l’anaffettivo ad essere così distaccato, è la paura di provare emozioni e di lasciarsi andare agli affetti che sono da evitare a tutti i costi. Qualsiasi situazione di rapporti interpersonali viene vista come una minaccia e ne consegue un atteggiamento del tutto difensivo. In poche parole, pur di non soffrire, le persone anaffettive si privano degli affetti.

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Per fare un esempio concreto, pensiamo alla fine di un amore importante: ci sentiamo lacerati e siamo certi che non saremo più in grado di provare amore per un’altra persona. In questo caso si tratta di una situazione assolutamente temporanea che è successa a tutti almeno una volta nella vita e sparisce del tutto quando iniziamo a riacquistare fiducia in noi stessi e ci troviamo ad amare nuovamente.
Se in passato per un individuo l’amare è risultato doloroso e frustrante comincerà più o meno consapevolmente a reputarlo un comportamento da evitare e scansare; in questo modo e col passare del tempo, si creerà una difficoltà sempre più evidente nel gestire qualsiasi tipo di relazione che comporti una certa intimità.
A volte le cose vanno lisce e si risolvono da sole, altre volte è necessario affidarsi a degli specialisti prima che lo stato di anaffettività coinvolga altre sfere della nostra vita quotidiana con conseguenze disastrose.

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L’anaffettività colpisce sia uomini che donne

Le persone anaffettive sono sia uomini che donne, questo sintomo può colpire indifferentemente entrambi i sessi che si troveranno nella tragica situazione di non voler provare affetto per paura di rimanere feriti. Se da una parte l’uomo diventa anaffettivo anche perché è chiamato a difendere il suo ruolo di persona forte ed indipendente che non si lascia travolgere dalle emozioni, la donna d’altro sembrerebbe più abituata a trattare con le emozioni e i sentimenti, anche per l’innato istinto materno.
Più che non avere sentimenti, le persone anaffettive non vorranno provarne, assumendo quelli che sono dei veri e propri atteggiamenti narcisisti, come:

  • Esagerata attenzione verso sé stessi
  • Incapacità di accettare critiche o fare autoironia
  • Non riuscire a stare allo scherzo

Si tratta precauzione inconscia e rappresenta una delle modalità per difendersi da esperienze dolorose vissute durante l’infanzia e non solo. La freddezza è generata da situazioni traumatiche di non amore e di abbandono con conseguenze emotivamente gravi.

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L’individuo, per non provare sofferenza ancora una volta, si mette sulla difensiva e si distacca totalmente: ogni volta che in qualche modo è toccato dall’amore, dagli affetti, da qualsiasi forma sentimentale positiva, prevale l’angoscia dell’abbandono e inconsapevolmente si difende con uno scudo invisibile di freddezza.

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Come
comportarsi con un anaffettivo


L’anaffettivo è caratterizzato da un vero e proprio stop alle emozioni e ai sentimenti che di solito viene chiamato blocco affettivo. Come ci si approccia ad una persona anaffettiva? La prima cosa da considerare è che nella maggior parte dei casi è difficile accorgersi che si sta avendo a che fare proprio con uno di loro.

Se si instaura una lunga frequentazione, allora probabilmente sarà più facile rendersene conto perché si innescheranno una serie di meccanismi che vuoi o non vuoi, smaschereranno il disturbo.
Interagire con una persona anaffettiva non è semplice: chi soffre di anaffettività infatti, manca di empatia e quindi ad entrare in sintonia con gli altri, piuttosto cerca in tutti i modi di trincerarsi dietro un muro fatto di silenzi e razionalità. I ragionamenti logici, infatti, sono l’unica cosa sensata secondo i soggetti anaffettivi e l’unica strada da percorrere durante la quale non deve essere nessun ostacolo fatto da sentimenti o emozioni.
Se stai cercando di intraprendere una relazione amorosa con un anaffettivo (ma ancora ne sei inconsapevole) sappi che è normale sentirsi alquanto disorientati. Non ci sarà certezza riguardo i sentimenti, ad ogni piccolo passo positivo ne seguiranno altri cento negativi e di conseguenza ci si metterà continuamente in discussione. Magari la persona prova realmente un interesse nei confronti del partner, potrebbe darsi che sia anche innamorata, ma non lo dimostrerà mai, a costo di perdere tutto ed essere ulteriormente frustrati.

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Si può diagnosticare l’anaffettività?

Come dicevamo in precedenza, l’anaffettività nasce spesso da traumi infantili, ma è nell’età adulta che si manifesta, ossia proprio quando sopraggiungono eventi che coinvolgono irrimediabilmente le emozioni e la sfera affettiva: gli amici del cuore, il primo amore, il fidanzamento, il matrimonio, la maternità.
Nelle persone anaffettive, visto che la sfera personale è praticamente inesistente, tutta l’attenzione e la concentrazione si sposta sulla sfera professionale. Il lavoro è il fulcro della vita dell’anaffettivo a discapito dei momenti di svago, delle uscite con gli amici, degli hobby e del divertimento in generale.
Quali sono gli altri campanelli d’allarme di chi soffre di anaffettività?

  • Farsi influenzare dall’apprezzamento degli altri
  • Smodato interesse per aspetti estetici e legati all’immagine
  • Impossibilità di godersi la vita
  • Tentativi di fuggire dai ricordi
  • Freddezza assoluta in ogni tipo di situazione
  • Distacco emotivo e atteggiamento difensivo
  • Rifuggire da ogni relazione sentimentale
  • Costante angoscia dell’abbandono
  • Mettere in discussione i sentimenti altrui
  • Instabilità emotiva ed ansia
  • Vuoto interiore perenne
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La terapia migliore

Non esiste una vera e propria terapia per “guarire” dall’anaffetività, il percorso migliore da intraprendere è la psicoterapia.
A volte può succedere che una persona che ha già subito il danno delle carenze affettive, a sua volta lo trasmetta a chi gli è vicino. Dunque, la cosa principale da fare è interrompere quanto prima la catena.
C’è anche da sottolineare che gli individui anaffettivi quasi sempre non sanno di esserlo ed è difficile che decidano quindi di cominciare un percorso di psicoterapia. Con le giuste persone vicino, (famiglia e amici in primis) si può però arrivare a questa consapevolezza e risolvere del tutto il disturbo.

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Curiosità sul tema

Lo status di anaffettivo è molto più comune di quanto si possa pensare ed è spesso protagonista di film, serie tv e libri. Qualche esempio? Il libro di Massimo Gramellini “Fai bei sogni” che è diventato poi un film diretto da Marco Bellocchio e con protagonista Valerio Mastandrea: rimasto orfano della madre sin da bambino, crescendo si scontra con la difficoltà di amare e di trovare una donna che gli stia accanto.
Anche la serie TV “The Big Bang Theory” ha provato a raccontare il fenomeno, esplorando in chiave ironica la vita di una persona anaffettiva e tutte le difficoltà quotidiane che ne conseguono.
In ultimo vogliamo citare anche il romanzo “Bel Ami” di Guy de Maupassant con un protagonista seduttore, ma anaffettivo.

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