Elisabetta II, 94 anni il 21 aprile e una conferma: resterà in sella fino alla fine

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«No! Un oggetto del genere non può essere comodo» aveva risposto secca Elisabetta II guardando negli occhi il conduttore della BBC quasi a rimproverarlo della stupida domanda: davanti a lei c’era la corona imperiale, quella che l’arcivescovo le aveva adagiato sulla testa il 2 giugno 1953. Ma in quella battuta c’era molto, molto di più che una semplice considerazione sul fastidio di indossare un copricapo fatto di pietre preziose… Il peso della corona a 94 anni (tanti ne compie la regina domenica 21 aprile) può essere decisamente  insopportabile. Nel 2020 Elisabetta II, festeggia, forse, il peggior compleanno di sempre: è questo il suo annus horribilis (altro che il 1992): un pandemia sta sconvolgendo il suo Paese e il mondo, il capo del governo britannico Boris Johnson (qualunque sia l’opinione che Elisabetta ha di lui) è gravemente ammalato, anche suo figlio, il 71enne erede al trono è stato contagiato dal covid-19, l’unità del Regno Unito è minata dalla Brexit, il nipote prediletto, Harry, anziché dare il suo supporto alla famiglia è scappato in America. E lei si è trovata è costretta, per salvaguardare la sua salute, a rifugiarsi nel castello di Windsor con il marito Filippo, 99 anni, due anziani paggi e la fidata sarta Angela Kelly. Peggio di così…

 

È ancora “on top of the job”

È il momento di farsi da parte? Sicuramente Elisabetta lo ha pensato. Da tempo si parla di un passaggio di reggenza nel 2021 e molti dei suoi compiti ufficiali sono già passati al figlio Carlo e ad altri membri della famiglia.  Ma il discorso alla nazione trasmesso in tv durante la domenica delle Palme, quarto discorso “straordinario” in quasi settant’anni di regno, ha dimostrato il contrario. Oltre a infondere coraggio e speranza alla popolazione nel momento di grande difficoltà, «ci ha dimostrato che lei è ancora, ”on top of the job”, ben salda al suo lavoro» osserva Penny Junor, una delle più autorevoli Royal Watcher britanniche, autrice di numerose biografie sui Windsor. «Ha ringraziato chi lavora per la nostra salute e la nostra sicurezza, ha riconosciuto le sofferenze di ciascuno, le difficoltà personali ed economiche, ha infuso speranza, ha invitato all’unità e ha detto la cose giusta da fare: isolarsi oggi per ritrovarsi domani. Messaggio chiaro. È incredibile come le parole della regina riescano a essere più potenti di quelle di qualsiasi altro politico». E anche dopo il videomessaggio, ha voluto trasmettere un altro messaggio registrato, solo in voce stavolta, la domenica di Pasqua. Mai si era rivolta ai direttamente ai sudditi in due momenti così ravvicinati. 

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Grande madre della nazione

Nel suo discorso «Ha saputo parlare alle vecchie e nuove generazioni, ha richiamato lo spirito del tempo di guerra, che lei ha vissuto, però ha anche riconosciuto che a differenza di allora, le nazioni ora sono unite in uno sforzo comune», spiega Luigi Ippolito, corrispondente da Londra del Corriere della Sera: «La regina si conferma l’unica forza unificante in un Paese che nell’ultimo anno ha vissuto profonde lacerazioni: la Brexit ha diviso i britannici come mai nella storia».

«Sì, Elisabetta si meriterebbe di riposare. Ma l’abdicazione è fuori discussione» osserva Penny Junor. «Ha sempre detto che avrebbe servito il paese fino alla fine». Ogni decisione della sovrana ha sempre avuto come obiettivo l’unità del Regno e la salvaguardia della monarchia. Anche a costo di sacrificare affetti personali e famigliari. 

“Sarò sempre al vostro servizio”

«Dichiaro davanti a voi che tutta la mia vita, lunga o breve che sia, sarà dedicata al vostro servizio», aveva detto una giovanissima Elisabetta, il 21 aprile 1947, in occasione del suo  21esimo compleanno.  Non poteva certo immaginare, allora, che appena 5 anni dopo avrebbe ereditato la corona del padre, morto a 52 anni.  E neppure che le sarebbe stata data in dono una lunga vita e un regno da record.  Quasi settant’anni nei quali si è trovata a gestire, da sovrana, il periodo di pace più lungo mai capitato nella storia del mondo occidentale – e fin qui è stata fortunata – ma anche la fine dell’Impero britannico, una serie di lacerazioni e scandali familiari che hanno minato la rispettabilità della monarchia: la turbolenta vita sentimentale della sorella Margaret, le relazioni extraconiugali di Carlo e Diana, raccontate con dovizia di particolari dai tabloid, poi il loro divorzio, la tragica morte della principessa, il divorzio della secondogenita Anna, dell’altro figlio, Andrea da Sarah Ferguson, le gaffes e gli scandaletti di entrambi fino al più recente coinvolgimento del principe nel caso di abusi sessuali che ha portato in galera il miliardario americano Epstein… Elenco imbarazzante.

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Harry, che delusione dal nipote prediletto

Ma il colpo finale, il più duro è arrivato pochi mesi fa: «l’addio dei duchi di Sussex ai doveri istituzionali e il loro trasferimento in America è stato una scossa di terremoto dentro la famiglia Windsor paragonabile solo all’abdicazione di Edoardo VII nel 1936» spiega Ippolito: «Harry e Meghan ne sono usciti malissimo. L’opinione pubblica li giudica degli ingrati e ha simpatizzato fin da subito con la sovrana condividendo il suo disappunto e il suo dolore». Ora i due, in California, cercano di riconquistare una popolarità “di livello”, impegnandosi come volontari nella consegna del cibo ai bisognosi durare in lockdown, ma l’America è lontana dagli occhi degli inglesi, al momento.


Ascolta “I 94 anni della regina Elisabetta: il suo “annus horribilis” – prima parte” su Spreaker.

Dopo di lei? Il vuoto

«Gli inglesi hanno smesso da tempo di essere dei monarchici convinti, ma restano comunque elisabettiani», osserva Vittorio Sabadin, ex inviato a Londra de La Stampa e autore del libro “L’ultima regina”. «Quale altro Paese ha potuto contare per quasi 70 anni su una figura così carismatica e unificante? Elisabetta ha dato un contributo enorme alla rispettabilità della Gran Bretagna nel mondo. Carlo, uomo colto e raffinato, è già vecchio. Il suo discorso a guarigione avvenuta è stato formale e fiacco. William è giovane ma poco carismatico. Harry se l’è data a gambe. Intendiamoci, la successione è garantita, William ha tre figli, ma dopo Elisabetta c’è comunque il vuoto. Se nessuno degli eredi riesce a colmarlo, sarà riempito dall’ostilità o, peggio, dall’indifferenza del pubblico nei loro confronti. La monarchia inglese, se resisterà, somiglierà a quelle nordiche di Svezia o Norvegia:  persone quasi normali, con re e regine che vanno in bicicletta. A chi interessano più se sono come noi?». 

I britannici si stringono allora attorno a Elisabetta, si commuovono a vederla e sentire pronunciare un discorso scritto, dicono, interamente da lei, forse rivisto assieme a Filippo, che è sempre stato il suo primo consigliere. «La regina salita al trono con Churcill al suo fianco, è ora la Churcill dei nostri tempi» ha scritto…. Su Daily Mail. «Quattro anni fa, ai funerali di Nelson Mandela, Obama rivolgendosi ai capo di stato presenti individuò i due giganti della leadership del XXsecolo: Mandela ed Elisabetta». Ebbene, lei ha confermato la posizione anche nel XXI secolo.

Ascolta “God Save The Queen”, i podcast sui royal inglesi

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