“E.T. l’extra-terrestre” stasera su Italia 1: 15 cose che (forse) non sapete del film di Spielberg

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Stasera tutti puntuali alle 21.30 su Italia 1, in onda c’è E.T. – L’extraterrestre, film cult di Steven Spielberg che, anche alla centesima replica, non smette mai di appassionare. E commuovere fino alle lacrime, anche le nuove generazioni di spettatori. Il segreto? Una favola senza tempo sull’amicizia fra un bimbo solitario e un buffo alieno che ha perso la strada di casa.

Il regista aveva già esplorato una pacifica invasione di omini dello spazio – in Incontri ravvicinati del terzo tipo del 1977– ma è solo con questo film che libera del tutto il suo sguardo “fanciullesco”. Rendendolo una piena, consapevole cifra poetica. E legittimando, una volte per tutte, come il cinema autoriale possa (e debba) percorrere le strade della meraviglia.

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E.T. - L'extraterrestre

Steven Spielberg con E.T. (Photo Aaron Rapoport/Corbis via Getty Images)


E.T. Telefono Casa

1. A fornire la voce la voce al piccolo alieno è stata Pat Welsh – ex attrice di soap opera. Che ha ottenuto quel graffio speciale fumando due pacchetti di sigarette al giorno. Versi di procioni, lontre marine e cavalli, furono invece mixati per produrre altri versetti caratteristici.

2. La scelta di Carlo Rambaldi – lo special effect designer dell’alieno – è avvenuta solo in un momento avanzato della pre produzione. Nonostante un curriculum eccezionale come gli effetti meccanici di Alien di Ridley Scott; e i “visitatori” dello spazio per Incontri ravvicinati del terzo tipo, sempre di Spielberg. Per il volto di E.T., Rambaòdi si è ispirato a Albert Einstein e Ernest Hemingway.

3. Sia Spielberg che la co-sceneggiatrice Melissa Mathison hanno scritto un trattamento per un potenziale seguito di E.T.. Il progetto si chiamava E.T. II: Nocturnal Fears e si svolgeva durante l’estate successiva agli eventi del primo film. La trama? Elliott e i suoi amici vengono rapiti da una razza mutata di E.T. e guidata da un’entità malvagia di nome Korel. Alla fine, E.T. salva il gruppo di bambini e li aiuta a tornare sulla Terra. Spielberg, a ragione, decise di non realizzarlo perché «non avrebbe fatto altro che rubare all’originale la sua verginità».

E.T. - L'extraterrestre

E.T. e il suo amico Elliott. (Amblin Entertainment)

4. Il regista assunse un mimo professionista, Caprice Rothe, per rendere fluidi e “naturali” i movimenti della mano dell’alieno. Ogni volta che E.T. interagiva con Elliott – o raccoglieva un certo oggetto durante una scena – Rothe doveva sdraiarsi orizzontalmente e poi allungare le mani in verticale. Il mimo indossava guanti lunghi fino alle maniche che avevano la stessa consistenza coriacea della pelle di E.T.

5. La sceneggiatura del film è stata in gran parte scritta durante le riprese di I predatori dell’arca perduta. Spielberg, tra una ripresa e l’altra, dettava la storia alla sceneggiatrice Melissa Mathison. Che si trovava sul set perché era la fidanzata, e futura moglie, di Harrison Ford.

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I piccoli amici dell’alieno

6. All’inizio Corey Feldman avrebbe dovuto recitare il ruolo dell’amico di Elliott. Poi Spielberg decise che era meglio che il suo protagonista fosse una sorta di piccolo solitario. Per farsi perdonare, il regista offrirà poi a Feldman un ruolo importante nel film I Goonies, da lui prodotto nel 1984.

7. Il primo bimbo ad aggiudicarsi una parte in E.T. è stata Drew Barrymore. Durante l’audizione la piccola di sei anni disse a Spielberg che non era esattamente un’attrice, bensì la batterista di una band punk chiamata Purple People Eaters. Non solo, continuando il racconto Drew cominciò a elencare stadi e club dove si era esibita. Stupefatto dall’immaginazione della bambina, Spielberg la scritturò subito.

Steven Spielberg e Drew Barrymore sul set. (Getty Images)

8. Altre baby attrici che provarono a ottenere, senza successo, il ruolo di Gertie (Drew Barrymore): Juliette Lewis e Sarah Michelle Gellar.

9. Il casting più difficile è stato quello di Elliott. Un amico scenografo del regista – Jack Fisk, marito di Sissy Spacek – gli suggerì dunque Henry Thomas. Così Spielberg portò il piccolo Henry alle audizioni, senza però fornirgli la sceneggiatura da leggere. Il baby attore dovette così improvvisare la scena della partenza di E.T., e per farlo si ispirò alla morte del suo cane. Una performance straziante che convinse Spielberg all’istante.

10. Per i giovani attori gli occhi del pupazzo erano troppo distanti per poterlo guardarlo dritto negli occhi. Problema risolto scegliendo un singolo occhio sul quale puntare lo sguardo.

Altre curiosità sul film

11Harrison Ford – compagno all’epoca della sceneggiatrice Melissa Mathison – recitava in una piccola scena come preside della scuola di Elliott. Purtroppo il cameo non è rimasto nel montaggio finale.

12Steven Spielberg ha girato la maggior parte del film ad altezza bambino, per connettersi meglio con il punto di vista di Elliott e di E.T. Inoltre – ad eccezione della mamma di Elliott –, nessun volto di adulto viene mostrato fino all’ultima metà del film.

13. Nella scena di Halloween, E.T. vede un bambino travestito da Yoda – il vecchissimo jedi di Star Wars – e sembra riconoscerlo. Questo momento fa intuire che i due provengano dalla stessa galassia. Come vedremo, in Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma, diretto dall’amico George Lucas nel 1999, nella scena ambientata nel senato galattico, si notano in basso a sinistra proprio degli esemplari di E.T..

14. Tra i tanti poteri magici del nostro amico, c’è anche quello di far rifiorire le piante. Per ottenere questo effetto, furono utilizzare realizzate delle strutture in poliestere, con all’interno dei profilattici gonfiabili.

15. Nel film non viene mai specificata né l’età, né il sesso di E.T.. Qualche anno fa però Spielberg ha dichiarato che l’alieno ha circa 10 milioni di anni, e che «non appartiene a nessun genere, proprio come le piante».

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