Dieta South Beach: cos’è e come si fa la dieta che amano le star

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La dieta South Beach promette di sciogliere i grassi, eliminare i cuscinetti e far perdere fino a 6 kg in 14 giorni: ecco come funziona la dieta delle star

La dieta South Beach è un piano dietetico messo a punto dal medico cardiologo Arthur Agatston che ne scrive dettagliatamente nel suo libro The South Beach Diet: The Delicious, Doctor-Designed, Foolproof Plan for Fast and Healthy Weight Loss (non ancora tradotto in italiano).

Questa dieta gettonatissima nello star system si basa sulla restrizione dei carboidrati, sulla scelta di alimenti dal basso indice glicemico e sulla selezione dei grassi buoni, quelli che si dimostrano salutari per l’organismo.

Ecco come funziona e soprattutto a chi è idonea.

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(Continua dopo la foto)

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Come funziona la dieta South Beach

La fase 1 riduce drasticamente i carboidrati e dura due settimane

La prima fase è come sempre la più dura. Si basa su una restrizione drastica del consumo di carboidrati, ridotti al minimo per spingere l’organismo a bruciare i grassi.

Bisogna dire temporaneamente addio a pane, pasta, riso, patate, frutta (questi alimenti verranno reintrodotti nelle prossime fasi), alcolici, torte, gelati e zucchero (questi invece dovrebbero essere più o meno banditi a vita, a parte il vino rosso che dalla seconda fase è concesso).

In questa prima fase, sono tollerati solo i carboidrati contenuti nelle verdure a basso indice glicemico.

La prima fase dovrebbe durare circa un paio di settimane e promette una iniziale notevole perdita di peso che va dai 4 ai 6 chili.

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Quanto dura la dieta South Beach

La fase 2 va portata avanti finché non si raggiunge il peso desiderato

Nella seconda fase si reintroducono cibi ricchi di fibre e di carboidrati complessi come pasta, riso e cereali integrali (da consumare comunque moderatamente).

Anche latte scremato, quasi tutti i tipi di frutta, i legumi e il vino rosso possono essere inseriti nel piano alimentare.

Invece banane, carote, cibi ricchi di carboidrati raffinati, patate, ananas e miele vanno consumati pochissimo, in quanto ricchi di zuccheri.

La seconda fase deve essere seguita fino al raggiungimento del peso ideale, quindi varia da persona a persona e da esigenza a esigenza.

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Il mantenimento dopo la dieta South Beach

La fase 3 stabilizza il peso forma e dovrebbe essere adottata sempre

La terza e ultima fase della dieta è quella di mantenimento che dovrebbe diventare un nuovo stile di vita da seguire (idealmente) per sempre.

Alla varietà di alimentazione concessa nella seconda fase vanno aggiunti i grassi saturi e tutti i tipi di carboidrati, tre porzioni di cereali e tre di frutta al giorno.

Questa fase stabilizza il peso forma e garantisce un’alimentazione sana grazie a cibi naturali in grado di tenere sotto controllo l’indice glicemico.

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Esempio di menù della dieta South Beach dal lunedì al mercoledì

È fondamentale che tutti i pasti, compresi gli spuntini e il dessert della cena, vengano sempre consumati, anche quando non se ne ha particolarmente voglia. È bene inoltre bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno.

La dieta South Beach è ipocalorica e apporta dalle 1.200 alle 1.300 calorie al giorno.

Colazione e spuntini sono sempre gli stessi: 150 ml di latte scremato, 20 g di fiocchi d’avena (o muesli) per colazione; 20 g di noci, mandorle oppure pistacchi a metà mattina; 150 g di yogurt bianco o alla frutta a metà pomeriggio.

Nella terza fase, i menù possono essere come i seguenti (mentre nella prima e nella seconda vanno eliminati gli alimenti tabù sopra elencati, mangiando ciò che rimane del seguente elenco).

Lunedì potete mangiare a pranzo 50 g di pasta al salmone (con 120 g di salmone) e pomodorini, una porzione si verdure lesse e un frutto. A cena 150 di pollo alla piastra, finocchi lessi e un frutto.

Martedì, a pranzo 50 g di riso integrale con asparagi e piselli, un’insalata di radicchio e un frutto. Per cena 150 g di tacchino alla piastra, bietole lesse e un frutto.

Mercoledì, a pranzo mangiate 50 g di orzo in insalata con due uova sode, verdure sottaceto, verdure lesse e un frutto. Per cena 150 g di salmone al naturale, insalata di radicchio e un frutto.

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Esempio di menù della dieta South Beach dal giovedì alla domenica

Giovedì, pranzate con 200 grammi di gamberoni e una porzione di zucchine. Per cena, invece, 150 grammi di filetto di maiale con melanzane alla griglia.

Venerdì, un pranzo a base di frittata di zucchine e cipolle, verdure alla griglia e un frutto e a seguire, per cena, 
150 gr di coscia di pollo, zucchine lesse e due fettine di pane integrale.

Sabato a pranzo andranno bene 200 grammi di seppie con piselli e una porzione di lattuga; per cena ivece 150 gr di ricotta, carciofi girigliati e due fettine di pane integrale.

Domenica, pranzate con 50 grammi di vitello arrosto e verdure grigliate, a cui aggiungere un frutto a fine pasto. Per cena: un panetto di tofu alla piastra oppure 200 grammi di salmone, con contorno di lattuga.

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I pro della dieta South Beach

Tra i pregi di questa dieta, c’è ovviamente la diminuzione del peso ponderale in tempi relativamente brevi (ma senza stressate troppo l’organismo). Inoltre la tipologia di alimenti su cui il regime dietetico si basa diminuisce sensibilmente il rischio di malattie cardiovascolari e di insulinoresistenza.

L’alimentazione incoraggiata dalla dieta South Beach migliorerebbe anche il profilo lipidico del sangue prevenendo sovrappeso, diabete, malattie cardiovascolari di vario tipo e, pare, alcuni tipi di cancro.

In questa dieta si fa una netta distinzione tra carboidrati “cattivi” e “buoni”, spingendo ovviamente al consumo di questi ultimi ed educando così a eliminare dalle tavole cibi nocivi come lo zucchero e tutti gli alimenti che lo contengono in quantità significative (dolci, torte, dessert e prodotti da forno).

Inoltre il potere saziante dei cibi attorno cui ruota la dieta South Beach evita la comparsa di attacchi di fame e voglia incontrollabile di scorpacciate di cioccolato e junk food, per dire.

Se la fase di mantenimento dovesse essere poco rispettata e il peso aumentasse ancora, basta riprendere per un po’ la dieta ripartendo dalla fase 1 e comportandosi come la prima volta (fase 1, poi 2 e infine 3).

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I contro della dieta South Beach

Ci sono però anche dei contro. Ad esempio la restrizione alimentare esagerata e un apporto poco ricco di vitamine, carboidrati e sali minerali, tutti elementi fondamentali per il benessere psicofisico. La mancanza di questi nutrienti essenziali può comportare stanchezza e spossatezza.

Inoltre la perdita di peso della prima fase è in buona parte dovuta al catabolismo muscolare, al consumo delle riserve glucidiche e alla conseguente disidratazione: se ne vanno più che altro liquidi, non solo grassi.

In più questa dieta è una delle poche che non caldeggia un bel po’ di esercizio fisico da accostare al regime alimentare, il che è una pecca perché bisognerebbe sempre aggiungere l’attività sportiva come parte integrante dell’alimentazione ipocalorica.

E a proposito di ipocalorico, i menù e i suggerimenti alimentari non si basano sul calcolo delle calorie, criterio fondamentale per la buona riuscita di una dieta ipocalorica.

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