BUON COMPLEANNO, 45 GIRI

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Molto di più di un semplice oggetto. È parte della nostra storia e della nostra cultura.

Vi sono alcune ricorrenze che accarezzano lo spirito, date che riportano alla mente sensazioni ed emozioni mai sopite. Vi sono oggetti che più di altri ci appartengono, con i quali abbiamo condiviso momenti di gioia e di rabbia, di dolore e di serenità. Il 45 giri appartiene a questa Magica categoria. E’ il suo compleanno, essendo nato ufficialmente il 10 gennaio 1949. Se riavvolgo il nastro della memoria, mi ritrovo bambino. Avrò avuto 4/5 anni, a cavallo tra la fine degli anni ’60 ed inizio anni ’70, e ricordo che il mio papà aveva posizionato il giradischi sopra la televisione, pertanto occorreva una corretta procedura prima di poter iniziare ad ascoltare la tanto agognata canzone.

Occorreva prendere una sedia, posizionarla esattamente in corrispondenza del giradischi, salirci sopra, con il disco tenuto saldamente nella mano, posizionarlo correttamente sull’apparecchio, afferrare il braccio del giradischi e poggiare quella puntina che realizzava l’effetto magico di diffondere per la casa note musicali famosissime. Emozionante. Quel piccolo disco in vinile girava 45 volte in un minuto, da qui il suo nome e conteneva due brani, ciascuno della durata massima di 4 minuti. Sul lato ‘A’ era incisa la canzone più importante, sul lato ‘B’ vi una sorta di riempitivo, ma spesso, una volta sul mercato, la canzone meno importante era quella che otteneva maggior successo. Ecco soltanto alcuni esempi:

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ELVIS PRESLEY “Don’t be cruel” / “HOUND DOG” (1956)

QUEEN “We Are The Champions”/ “WE WILL ROCK YOU” (1977)

DOORS  “You Make Me Real”/ “ROAD HOUSE BLUES “ (1970)

GLORIA GAYNOR “Substitute” / “I WILL SURVIVE” (1978)

ROLLING STONES “The Last Time” / “PLAY WITH FIRE” (1965)

POOH “In silenzio”/ “PICCOLA KATY” (1968)

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FABRIZIO De ANDRE’ Valzer per un amore / CANZONE DI MARINELLA (1964)



La Storia del 45 Giri

La nascita del 45 giri è legata ad una storia dai contorni incerti, affascinanti e, al tempo stesso, intriganti. Nel 1948 il colosso discografico americano Columbia ha annunciato la nascita del 33 giri che in un battito d’ali mandava in pensiona il 78 giri. Il microsolco in vinile, cambiava radicalmente il sistema di ascolto della musica, occorrevano apparecchi elettrici, puntine specifiche, e regalava qualcosa che sembrava incredibile, l’eliminazione dei rumori di fondo. Il disco poteva contenere fino a dieci brani, era comodo e faceva risparmiare. Per la Columbia cominciano affari d’oro ma, a quanto pare, c’è un problema enorme, che incredibilmente non è stato valutato nella maniera opportuna.

La casa discografica non ha registrato il brevetto ed ecco allora che la Radio Corporation of America (Rca) ne ha approfittato. Nel gennaio 1949, ha brevettato un nuovo formato che nasce da una costola del 33 giri. Nasce il 45 giri che cambia la storia della musica e la sua fruizione. Il tutto sembrava un risultato aritmetico: settantotto giri meno trentatré giri uguale quarantacinque giri. Un formato di mezzo, più economico e pratico che diventa in pochissimo tempo un prodotto di largo consumo che fa crescere la domanda di musica.

45 Giri. I giovani e quella rivoluzionaria novità

I giovani afferrano per primi che quella novità rivoluzionerà la loro vita, anche per quanto riguarda la parte dedicata al puro divertimento. L’arrivo del mangiadischi, giradischi portatile a batteria con piatto girevole, consentiva di organizzare una festa ovunque ci si trovasse. Per coloro che sono nati nel ventunesimo secolo che smanettano quotidianamente, e per ore, con computer, tablet e smartphone, tutto ciò può sembrare quasi banale e per nulla coinvolgente, ma per la generazione degli anni 50’ e 60’ era davvero una rivoluzione epocale. È casa Ricordi a iniziare a produrre i 45 giri e i primi dischi sono stati quelli di Enzo Jannacci, Giorgio Gaber, Gino Paoli ed Ornella Vanoni.

Da quel momento quei piccoli dischi neri con il buco al centro sono diventati dei compagni di vita. Si ascoltava un disco nel medesimo, religioso silenzio che accompagnava la lettura di un libro. Non c’era la folle frenesia di oggi, che ti porta a bruciare tutto in un istante e ti lascia, sempre, quel senso di profonda insoddisfazione. Allora vi era il piacere di godersi quei quattro minuti del brano che avevamo posizionato sul piatto e il piacere tattile di gustarsi le copertine che custodivano quei piccoli gioielli. Si faceva la raccolta dei dischi, ma avendo sempre la massima attenzione a non rovinare, a non stropicciare quelle copertine. Spesso infatti erano dei piccoli capolavori di grafica creativa, in un tempo in cui i software, ovvero i programmi informatici tanto rinomati ai giorni nostri, forse si stavano formando soltanto nelle meravigliose menti di Bill Gates o Steve Jobs.

Ed allora TANTI AUGURI mio caro 45 Giri. Grazie per le tante emozioni che ci hai fatto vivere, per la gioia che ci procuravi dopo ogni nuovo acquisto. Perdonaci per le parolacce che ogni tanto scappavano quando, fortuitamente, colpivamo il braccetto e la puntina raschiava sul disco, con il rischio di graffiarlo. Soprattutto grazie per averci fatto ammalare di musica, di balli e di divertimento, di baci e di abbracci, di sorrisi e di lacrime. Grazie per averci aiutato a vivere meglio la nostra vita. Eterna gratitudine.

Articolo scritto da Stefano Vori


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