Babbo Natale, portaci via questa brutta pandemia!

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Caro Babbo Natale,


per noi bambini quest’anno è davvero difficile scriverti una lettera dove ti chiediamo, gentilmente come sempre, di portarci i nostri regali preferiti. Il 2020, tu lo sai bene, è stato, ed è ancora, purtroppo, un anno bruttissimo a causa della pandemia da Coronavirus. Tante, tante persone non ci sono più, perché questa brutta malattia le ha portate via con sé. In tutti c’è tanto, tanto dolore e tanta, tanta paura di contagiarsi.

La vita di tutti noi bambini, così come quella dei nostri genitori, è stata completamente sconquassata.

Per noi è cambiato tutto, a cominciare dalla scuola. C’è stato un momento in cui tutti dovevamo rimanere a casa, non si poteva più uscire se non per fare la spesa per mangiare. Non siamo più potuti andare a scuola ed allora abbiamo iniziato a fare le lezioni a distanza, con il computer. Ma, caro Babbo Natale, lo sai che c’erano tanti miei compagnucci che il computer non ce l’avevano. Come facevano, poverini, a seguire le lezioni? È stato davvero difficile. Anche tra coloro che avevano il computer, non tutti avevano i collegamenti buoni ed allora le maestre a volte si sentivano e tante volte no.

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Da settembre molti di noi hanno ripreso ad andare a scuola, con la mascherina e la distanza di sicurezza. Caro Babbo Natale, è una sofferenza ed una tristezza. È una sofferenza perché non ce la facciamo a stare cinque ore con la mascherina davanti alla bocca. I miei compagni che portano gli occhiali dicono che è una tragedia, perché si appannano le lenti e non riescono a vedere niente. Dicono che gli sembra come quando escono la mattina presto, per andare a scuola, e c’è la nebbia, e non vedono al di là del loro naso.

È una Tristezza, poi, perché siamo obbligati a mantenere la distanza tra i banchi, sempre per la sicurezza. Ma la scuola è fatta per stare insieme, per giocare, parlare, anche litigare, ma insieme perbacco! Devo tenere la distanza anche con il mio amico/a del cuore, con cui parlavo di tutto, ci scambiavamo idee, i compiti e ci facevamo tante risate. A volte, quando parla la maestra, non si capisce nemmeno se si è arrabbiata, o ci sta sorridendo. Con quella mascherina non si vede niente e non ci si capisce niente, neanche quando parla.

Stare così non è più scuola, che senso ha? Vogliamo tornare a scuola per abbracciarci, finalmente. Per stare appiccicati a giocare, a festeggiare i nostri compleanni, a fare ginnastica e ricreazione. Abbracciare le maestre quando è Natale o Pasqua. Vogliamo ritornare ad essere bambini normali. Caro Babbo, pensaci tu, per favore.

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Spero che con tutte queste parole non ti sia annoiato troppo.

Per i regali da chiederti, non ti preoccupare, t’invieremo altre letterine.

P.S.

Se durante i tuoi viaggi per la consegna dei regali, dovessi incontrare Gesù Bambino, non essere timido, fatti aiutare anche da lui a sconfiggere questo brutto male. In due è meglio! Dai retta a noi.

Un grande abbraccio, con affetto

I tuoi bambini

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