Atto di Forza, Sharon Stone: “Tornavo a casa piena di lividi; colpire Arnold è come colpire un muro a 30 km all’ora”

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Dopo il successo di RoboCopPaul Verhoeven mise a segno nel 1990 un altro piccolo gioiellino di fantascienza che consacrò la sua bravura alla regia: Atto di forza

Liberamente ispirato a un racconto breve di Philip K. Dick dal titolo Ricordiamo per voi, Atto di Forza è un mix di generi che spaziano dal thriller fantascientifico a quello di azione. Siamo nel 2084 e ci addentriamo nella storia di Douglas Quaid (Arnold Schwarzenegger), un operaio edile sposato con una donna di nome Lori (Sharon Stone). Quaid è perseguitato da un sogno ricorrente circa un viaggio su Marte e cerca di risolvere questo mistero che lo assilla da tempo comprando dalla Rekall Inc. un impianto di memoria di una vacanza sul pianeta rosso, ma qualcosa va storto. I ricordi della sua vita passata riaffiorano in un solo istante e Quaid ricorderà all’improvviso di essere stato un agente segreto.




Lividi e pugni tra Sharon e Arnold

Tra i protagonisti del cast principale troviamo Arnold Schwarzenegger e Sharon Stone, che all’epoca avevano rispettivamente 43 anni e 32. I due attori interpretano marito e moglie, ma il loro rapporto cambierà drasticamente a metà del film circa, quando si scopre che la loro relazione non è reale, ma frutto di un finto innesto. Nella seconda parte di film, infatti, i due attori sono coinvolti in diversi combattimenti fisici e proprio di quelle faticose scene di lotta si è parlato in alcuni contenuti speciali tratti dalla versione blu-ray. 

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Schwarzenegger ha elogiato il lavoro fatto dalla collega Stone, paragonando la sua vitalità a quella di un Terminator donna:

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Lavorare con Sharon Stone è stato incredibile. Si impegnava più di tutti gli altri. Si allenava come un robot, sembrava una Terminator donna. 

Da parte sua, avere un avversario come Schwarzy non è stato per niente una passeggiata e i combattimenti si sono fatti sentire molto. Ecco cosa ha raccontato l’attrice: 


Giravo un paio di settimane, tornavo a casa e poi tornavo sul set. La prima volta che tornai a casa sembravo un dalmata: quando un tuo pugno colpisce il braccio di Arnold, è come se colpisse un muro a 30 km all’ora. Ero piena di lividi neri, non ci potevo credere. 

L’impegno della Stone colpì anche il regista Paul Verhoeven, tanto che la volle nuovamente come protagonista nel suo seguente film, Basic Instinct (1992). Di lei ammirava la sua malleabilità nel cambiare senza problemi la personalità dei personaggi, da donna timida a spietata. La cosa buffa è che Verhoeven ebbe modo di capire che la Stone era così anche nella vita reale.

 



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