Attivisti, adolescenti, appassionati. Sono i ragazzi che cambieranno il mondo

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Quel che resta della mia rivoluzione


è il titolo di un film. C’è Angela, otto anni, che decide di aprire il primo McDonald’s a Berlino Est e ci sono i genitori, ex comunisti, che fanno gli attivisti a modo loro (dovrebbe uscire in aprile, regia di Judith Davis). Quel che resta di una rivoluzione però è un bilancio paziente: aspetta tutti, ogni generazione dovrà tirare le somme alla fine delle sue rivoluzioni. E lo faranno anche i Fridays, ovvero “i ragazzi di Greta” che poi sono i cugini della Angela del film. Sono attivisti, adolescenti, appassionati: sono loro che stavolta stanno impartendo lezioni ai padri. Lo fanno a suon di ecologismo, dietro i (soliti) ideali o in nome di un diritto sacrosanto. La cosa più bella è il passo con cui si muovono tutti: spedito, concreto.

Alexandria Villasenor a 14 anni è la leaders dei giovani ambientalisti americani.

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È lo stesso degli speaker di Radioimmaginaria, la prima radio europea inventata sei anni fa da un manipolo di adolescenti dentro un’ex pesa pubblica restaurata di Castel Guelfo, a due passi da Bologna: oggi sono in 300 e sparsi in 10 sedi, intervistano Obama, ritirano premi, stilano palinsesti con Saviano o Don Ciotti, parlano ai loro coetanei e viaggiano anche in Ape Car. Bologna-Stoccolma è stata l’ultima fatica: volevano vedere dove è partita la rivoluzione che ha cambiato per sempre il ruolo degli adolescenti nei confronti di ambiente e futuro.  

Michelle Obama dà una mano

La casa di Greta, la sua scuola. Il viaggio “OltrApe” è diventato il libro di Michele Ferrari Noi abbiamo futuro (Marcos y Marcos) ed è la conferma che ispirandosi a ciò che i loro genitori volevano al potere (l’immaginazione) hanno ispirato chi il potere ce l’ha. «Facciamo votare i ragazzi di Greta», ha detto tempo fa Enrico Letta. Yara Shahidi, 20 anni, attrice, modella e attivista, del resto sa quanto la rivoluzione si possa fare per strada o dentro le urne: ha fondato Eighteen x 18, una piattaforma dove invita i neomaggiorenni a votare alle elezioni, e Yara’s club, un’associazione con cui incoraggia gli studenti delle scuole superiori ad affrontare dibattiti su questioni importanti. Ad aiutarla è scesa in campo Michelle Obama con il suo programma dedicato all’istruzione femminile, Young Women’s Leadership Network: per entrambe, quel che conta è esserci. Su ogni fronte. Quello climatico è l’ultimo e le seguaci di Greta non si contano più. Alexandria Villaseñor, 14 anni, leader delle ambientalisti statunitensi, ha iniziato a scioperare davanti alla sede delle Nazioni Unite dopo aver assistito a un grave incendio in California: ogni venerdì, a Manhattan, organizza dibattiti e cortei. Nadia Nazar, 17 anni, co-fondatrice del gruppo per la giustizia climatica Zero Hour, ha genitori di origine indiana e una verve inarrestabile: tutto iniziò una sera con tre amici on line, ora resta a scrivere email fino alle tre di notte per portare avanti le attività.  

La sudanese Alaa Salah. Getty Images

Rap, dimostrazioni, canzoni

Cambiano i fronti ma anche i metodi. Ai cortei, per esempio, Sonita Alizadeh ha preferito il rap. L’emergenza per lei è un’altra: i matrimoni precoci e forzati. Sonita è afghana e ormai ventiquattrenne, ma la sua lotta risale all’adolescenza e a quel no riservato all’uomo che la voleva in sposa in cambio di novemila dollari (cifra che serviva alla famiglia per il matrimonio del fratello). Il titolo della sua rivoluzione è Brides for Sale (Spose in vendita), una canzone il cui video diventato virale attira l’attenzione delle persone giuste: le offrono una borsa di studio e si trasferisce in America dove oggi studia Legge e Sonita is a Traveling Swallow (Sonita è una rondine che viaggia) è il film di Rokhsareh Ghaemmaghami sulla sua vita. Alaa Salah, 22 anni, ha pensato invece di salire sul tetto di una macchina e diventare così “la statua della libertà sudanese”: aspirante architetto, ha portato alle dimissioni il presidente sudanese Omar al-Bashir al potere da 30 anni. L’hanno immortalata con un velo bianco che le avvolgeva il corpo, oltre all’energia e alla lucidità tipiche dell’età. Sono le stesse di Lipa, la tredicenne protagonista di Imprenditori. Una favola famigliare (L’orma ed.), cui l’autore Matthias Nawrat affida il compito di parlarci del lavoro: lei e Berti, il fratellino, usano un gergo aziendale e una forza precisa che passa come una meteora solo in una fase della vita. È quella della verità, la stessa a cui i Fridays si appellano per chiederci una mano. Comprese due dodicenni di Boretto, cinquemila anime in provincia di Reggio Emilia. 

Yara Shahidi, 20 anni, attrice e attivista americana. Getty Images

Il mito è la green Emma Watson

Durante uno degli scioperi mondiali per il clima, non potendo unirsi a nessun corteo, le due hanno scritto e ritagliato cartelli a mano e li hanno distribuiti in tutti i negozi del loro paese: era la migliore delle proteste che potessero fare e l’hanno raccontata a Carola Benedetto e Luciana Ciliento durante uno degli incontri seguiti a Storie per ragazze e ragazzi che vogliono cambiare il mondo (DeAgostini), un libro che offre a questa generazione esempi a cui ispirarsi. «Tutto è nato quando abbiamo scritto un saggio su temi ambientali per adulti e ci sentivamo spesso dire: parlatene ai ragazzi! Era come se fossero loro i veri ignari del problema. Quando lo abbiamo fatto invece la smentita è stata pazzesca», racconta la Benedetto. «Questi ragazzi sono più sensibili, hanno nervi più scoperti di noi, e una capacità di fare e agire per conto dei genitori incredibile. Siamo stati in mezzo a loro durante un corteo a Torino e li abbiamo trovati aggiornati e pronti a tirarsi dalla loro parte anche gli adulti, per convincerli a camminare a piedi o a fare bene la raccolta differenziata», aggiunge. Hanno consapevolezza, chiarezza e domande. «Quella che ci fanno sempre è: cosa possiamo fare di più? Sentono la pressione del tempo, per loro il 2050 è vicino. Sanno che l’innalzamento di quei tre gradi sarà l’inizio di una brutta fine. Sono preoccupati tutti con la stessa intensità in Italia, da nord a sud senza distinzioni. Greta è come una compagna di scuola ed Emma Watson, l’attrice che veste bene e green, il loro mito». 

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