Hong Kong, zoo chiuso: la coppia di panda dopo 10 anni finalmente si “innamora”

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Forse bastava un po’ di privacy

. O forse la noia. Fatto sta che erano ben dieci anni che gli operatori dello zoo di Hong Kong cercavano di fare accoppiare Ying Ying e Lee una femmina e un maschio di panda di 14 anni che, malgrado fossero entrambi sessualmente maturi da tempo, non ne volevano sapere. 

Il potere della privacy

A “porte chiuse”, invece, come riporta il New York Times, i due panda giganti, hanno cominciato a manifestare i comportamenti tipici della stagione degli amori, che solitamente si presenta tra marzo e maggio. E a far sbocciare l’amore, si pensa che potrebbe essere l’unica novità del periodo che stiamo vivendo: il silenzio e la privacy della struttura dove vengono tenuti, chiusa al pubblico da fine gennaio per l’emergenza coronavirus.

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Dieci anni di tentativi

Ying Ying e Lee, infatti, sono arrivati allo zoo nel 2007, ma finora nessun tentativo di favorire la loro unione aveva avuto successo. Si era anche fatto ricorso all’inseminazione artificiale, ma Ying Ying non è mai riuscita a portare una gravidanza a termine. Ora invece la natura sta facendo il suo corso. Solo a giugno si potrà capire se Ying Ying è rimasta incinta, ha detto al South China Morning Post il direttore esecutivo dello zoo, Michael Boos. 




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Grande trepidazione

La notizia è stata accolta con trepidazione dalla direzione del giardino zoologico di Ocean park che spera in una gravidanza. Sia perché il panda gigante è ancora una specie a rischio e nel mondo sono presenti solo 1.800 esemplari che vivono nel loro habitat naturale. Sia perché la nascita di piccoli panda sarebbe una fortuna insperata per l’Ocean park che si trovava già in difficoltà economiche prima di essere costretto a chiudere.

E la tigre positiva?

Un’altra notizia arriva invece dallo zoo del Bronx, a New York, dove una tigre malese è risultata positiva al test del coronavirus. A darne notizia la fondazione Wildlife Conservation Society che lavora in tutto il mondo a progetti mirati per tutela della vita naturale. I risultati del tampone sono stati confermati dal Servizio veterinario nazionale.

Getty Images

Previsioni ottime di guarigione

La tigre malese si chiama Nadia, ha 4 anni ed è il primo animale a risultare contagiato negli Usa. Sotto osservazione anche altre tre tigri (la sorella Azul e due esemplari di tigre siberiana) e tre leoni africani ospitati nella stessa struttura. Tutti hanno mostrato sintomi simili a quelli di Nadia, a partire da una tosse secca e da una crescente inappetenza, spiegano gli esperti.

A trasmettere il virus al felino potrebbe essere stato un membro dello staff del Bronx Zoo addetto alla cura dei grandi animali, che di recente ha mostrato alcune difficoltà respiratorie legate alla presenza del Covid-19.

I problemi di Nadia sono iniziati intorno al 27 marzo e ora l’animale sta ricevendo gli adeguati trattamenti. Non si teme per la sua vita e le previsioni dei veterinari sono di una pronta guarigione.

Al momento non c’è alcuna prova che i grandi felini, altri animali esotici o anche gli animali domestici possano trasmettere il virus e infettare un essere umano. Comunque, hanno chiarito i responsabili del Bronx Zoo, “adeguate misure preventive” sono state messe in campo per tutto lo staff che si occupa degli animali.

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