C’era una volta un regno non molto distante da noi, disincantato e assetato di denaro. In questo regno vivevano 12, presunti, grandi club di calcio che dopo millanta riunioni segrete, in segrete ed oscure stanze per decidere segrete regole con cui riscrivere il loro mondo, diedero vita alla famigerata Superlega. Possiamo riassumere il loro pensiero più o meno così: Noi siamo i club più importanti d’Europa, mettiamoci insieme, creiamo una nostra Lega che ci permetterà di guadagnare tanti bei soldoni. Organizzeremo incontri infrasettimanali solo tra noi, partite affascinanti che richiameranno pubblico allo stadio ed in televisione. Una Lega d’Oro che ci ricoprirà d’oro.
Rimarremo, però, anche all’interno di ciascuna delle varie leghe nazionali, ognuno continuerà a giocare nei rispettivi campionati, anche perché senza di noi nessuno ne acquisterebbe i diritti televisivi. Noi siamo i più grandi club, siamo quelli che portano denaro, siamo noi che facciamo sopravvivere anche i club più piccoli, è ora che l’UEFA si svegli e lo capisca una volta per tutte. Il cambiamento che proponiamo sarà un bene per tutto il movimento calcistico in Europa.
Nessuno tocchi il nostro calcio
SACRILEGIO! Dinanzi a siffatto progetto il mondo tutto si ribella. Addetti ai lavori, giornalisti, intellettuali, tifosi di tutte le squadre, comprese quelli dei presunti 12 grandi club, gridano: “Vergogna, questo non è più il calcio di tutti, è il calcio fatto soltanto per i più ricchi”. I social danno il meglio di loro stessi concentrando tutto il disappunto dei tifosi che, con termini spesso poco eleganti, descrivono l’operato dei loro presidenti e i loro bassi scopi.
Questo fantasmagorico sogno non dura molto, basta un doppio sorgere e calare del sole per mettere fine ad un piano che di razionale non aveva nulla, se non mettere in cascina una vagonata di milioni di euro per risistemare i conti e dare un po’ di respiro alle casse societarie dei presunti 12 grandi club vuote come non mai. L’insurrezione generale ha fatto sì che i club coinvolti in questo progetto si ritirassero e tornassero a più miti consigli? Sono stati i tifosi ad obbligare le loro amate società a rivedere i loro piani? Nessuno si illuda. Chi ci ha ripensato si è soltanto spaventato delle possibili conseguenze che si sarebbero avute reiterando il desiderio di isolarsi.
Arriva l’UEFA, la Santa Inquisizione del calcio
La Superlega è una pratica chiusa. Per sempre? Forse. Il comunicato dell’Uefa del 7 maggio 2021 attesta la rinuncia di 9 club su 12 al progetto di scissione. Anche il Milan si è unito alle 8 pentite (Arsenal, Chelsea, Atletico Madrid, Inter, Liverpool, Manchester City, Manchester United e Tottenham). Resistono dunque Real Madrid, Juventus e Barcellona, che rischiano, in teoria, ancora l’esclusione per due anni dalle coppe europee. Immaginiamo le convulse trattative per riportare all’ovile i club fuggiaschi. Ceferin trasformato in novello Inquisitore, che minaccia pene esemplari per tutti.
“Questi 9 club, precisa l’Uefa, riconoscono e accettano che il progetto Super League è stato un errore e si scusano con i tifosi, le associazioni nazionali, le leghe nazionali, gli altri club europei e la Uefa. Riconoscono inoltre che il progetto non sarebbe stato autorizzato, in base allo statuto e ai regolamenti Uefa”. Il timore di essere esclusi dalle competizioni europee e privati dei lauti guadagni connessi, ha fatto sì che i 9 club pentiti, con la coda tra le gambe, ritornassero fra le materne braccia della matrigna UEFA.
La risposta di Real Madrid, Barcellona e Juventus
“I club fondatori hanno ricevuto, e continuano a ricevere, inaccettabili pressioni, minacce ed offese da terze parti al fine di ritirare il progetto proposto e, conseguentemente, desistere dal loro diritto/dovere di fornire soluzioni all’ecosistema del calcio mediante proposte concrete ed un dialogo costruttivo, si legge. Ciò è intollerabile in punto di diritto e la giustizia si è già pronunciata in favore della proposta di Super League, ordinando a FIFA e UEFA di astenersi, sia direttamente sia per il tramite dei propri associati, dall’intraprendere ogni azione che possa pregiudicare l’iniziativa in qualsiasi modo in pendenza del procedimento”.
Il progetto Superlega è durato soltanto due giorni, le polemiche comprensive di astiose conseguenze, immaginiamo, dureranno mesi. La domanda che tutti gli attori di questa tragicomica situazione che si sta tramutando, però, velocemente in farsa, è la seguente: Questa è la maniera migliore per risolvere tutti gli annosi problemi che riguardano l’UEFA e il suo discutibile modo di gestire ed organizzare il calcio in Europa? L’UEFA ed i grandi club europei stanno dando tutti il meglio di loro stessi per cercare di trovare una soluzione condivisibile da tutti oppure ognuno insegue il suo sogno di potere e gloria?
Dalle risposte a queste domande, se mai risposte vi dovessero essere, si comprenderà dove il sistema calcio si sta dirigendo. Buona fortuna a loro e a tutti noi che, nonostante tutto, continuiamo ad amare questo folle mondo.
Articolo di Stefano Vori