Miele: è davvero possibile riconoscere quello puro al 100%?

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Miele. Un alimento che vanta molte proprietà benefiche per il nostro organismo, a patto però che sia di buona qualità. Sappiamo purtroppo che anche in Italia vi è il rischio di imbattersi in miele adulterato. Ma possiamo in qualche modo tutelarci e riconoscere un miele puro al 100%?

Il miele è un cibo altamente nutritivo, un rimedio naturale utile in molte occasioni. Non in tutti i casi però è un prodotto davvero buono e sano come pensiamo. Secondo una ricerca condotta nel 2018 da Vaughn Bryant, docente alla Texas A & M University e uno dei migliori specialisti in palinologia (disciplina che studia il polline e le spore), ben il 76% del miele che si trova comunemente in commercio negli Stati Uniti è stato ultra filtrato in modo da rimuovere le impurità, ma anche tutto il polline.

Si tratta dunque di un miele in qualche modo “alterato” che non garantisce più le note proprietà di questo alimento. 

Barbara Bonomi Romagnoli, apicoltrice ed esperta di analisi sensoriale dei mieli, dell’Associazione AMI – Ambasciatori dei Mieli, ci ha fatto sapere che la nostra situazione è diversa rispetto a quella degli Usa e che dobbiamo avere fiducia del miele italiano:

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“Ci sono ottimi mieli negli scaffali della grande distribuzione, così come il miele ultrafiltrato è totalmente assente dal mercato italiano e anche europeo”.

Quello riportato nella ricerca americana sembra dunque essere un problema tipicamente statunitense.

L’Italia, però, deve comunque fare i conti con la presenza sul mercato di alcuni mieli provenienti dall’Asia che ci espongono non solo al rischio di consumare un prodotto di scarsa qualità ma anche di ingerire antibiotici illegali e metalli pesanti dai quali il miele potrebbe essere stato contaminato.

L’anno scorso, la Cia-Agricoltori Italiani ha lanciato l’allarme sul falso miele cinese, allungato con altre sostanze.

Leggi anche: Allarme falso miele “made in China”, economico ma allungato con sciroppo di zucchero

Si rende più che mai necessario, dunque, acquistare un miele di buona qualità, biologico e puro. Ma come possiamo essere sicuri che si tratti di un prodotto non alterato?

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È possibile riconoscere un miele puro?

Soluzioni di zucchero invertito e sciroppi di glucosio o mais sono gli ingredienti più usati per realizzare del miele contraffatto, a volte mescolati con una parte di miele puro e a volte addirittura sostituiti interamente ad esso.

In tutto il mondo, la contraffazione del miele è diffusa, così come avviene per l’olio extra vergine di oliva.

Sul web si possono leggere una serie di metodi per riconoscere un miele puro. Si tratta di:


  • Test del pollice: metti una goccia di miele sul pollice. Se gocciola o cade da un lato, il miele non è puro. Se rimane intatta, lo è.
  • Test dell’acqua: riempi un bicchiere d’acqua e versa dentro un cucchiaio di miele. Il miele puro rimarrà praticamente intatto e sarà immerso nel fondo del bicchiere. Il miele alterato si dissolverà.
  • Test della dispensa: il miele puro cristallizza nel tempo (e alle basse temperature), se invece è stato alterato continuerà ad essere miele liquido, non importa quanto tempo rimane fermo nella vostra dispensa. Fa eccezione il miele di acacia che è l’unico che non subisce il processo di cristallizzazione.
  • Test del fuoco: immergi un pezzetto di ovatta in un po’ di miele e poi metti a contatto con una fiamma. Il miele naturale si accenderà facilmente e la fiamma lo brucerà, il falso miele invece non si accenderà a causa dell’umidità che contiene.

Ma sono davvero attendibili? Come ci ha spiegato Barbara Bonomi Romagnoli, la risposta è no!

“Ci sono dei difetti del miele che possono essere rilevati anche dall’analisi sensoriale del miele, la presenza di un’aroma di fumo o l’inizio di un processo di fermentazione, ma poi servono analisi chimiche più complesse come il cromatogramma per rilevare la presenza di eventuali sciroppi aggiunti, e spesso e volentieri servono più analisi per avere un quadro completo. Nessuno dei 4 metodi è attendibile da un punto di vista scientifico“.

Il consiglio sempre valido rimane dunque quello di affidarsi ad apicultori di fiducia che producono miele biologico nel rispetto dell’ambiente e della sopravvivenza delle api.

Altri suggerimenti utili potete trovarli nel seguente articolo:

Anche secondo i risultati ottenuti dal professor Bryant nel suo studio, tra l’altro, i mieli provenienti dai mercati degli agricoltori locali, negozi di prodotti naturali o cooperative, mantengono intatti i loro normali livelli di polline. Ha anche sottolineato che generalmente si trovano mieli inalterati quando sono etichettati come prodotti biologici.

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