La lenta caduta dei fiocchi di neve. La distesa bianca che ricopre il paesaggio. La tranquillità della notte dove ogni rumore dell’uomo e della natura viene messo a tacere. La gioia e i sorrisi dei bambini durante i giorni di dicembre. Tazze di tè o di cioccolata fumanti, maglioni di lana colorata e case addobbate in vista del Natale. Ci sono tanti elementi che contraddistinguono l’inverno, la stagione che ci accompagna alla fine di un anno e all’inizio di quello successivo.
Tutti questi aspetti non sono mai sfuggiti ai poeti del passato e del presente. Così, abbiamo raccolto le poesie e le filastrocche più belle sull’inverno per vivere l’inimitabile atmosfera invernale attraverso le parole dei grandi autori.
Roberto Piumini, L’inverno
Una delle poesie per bambini – e non solo – sull’inverno è sicuramente questa di Roberto Piumini. L’autore illustra come si presenti durante la stagione invernale la natura, quando assume un aspetto inconfondibile.
Quando la terra
è fredda e dura,
sembra un guerriero
con l’armatura
quando si chiude
nel ghiaccio e nel gelo,
quando son nude
le piante in cielo
e le cornacchie
sopra le neve
sembrano macchie
sul tuo quaderno:
questo è l’inverno.
Emily Dickinson, La neve che mai si accumula
In questa poesia l’autrice descrive una nevicata notturna così abbondante che copre interamente ciò su cui cade. Le fa pensare all’arrivo di Febbraio e, quindi, del periodo più freddo dell’anno. In realtà si tratta di una neve “transitoria”, che non rimane e non si accumula, ma si scioglie.
La Neve che mai si accumula –
La transitoria, fragrante neve
Che arriva una sola volta l’Anno
Morbida s’impone ora –
Tanto pervade l’albero
Di notte sotto la stella
Che certo sia il Passo di Febbraio
L’Esperienza giurerebbe –
Invernale come un Volto
Che austero e antico conoscemmo
Riparato in tutto tranne la Solitudine
Dall’Alibi della Natura –
Fosse ogni Tempesta così dolce
Valore non avrebbe –
Noi compriamo per contrasto – La Pena è buona
Quanto più vicina alla memoria.
Oscar Wilde, È pieno inverno
Il poeta tratteggia un paesaggio invernale con la natura che lo abita. Gli uomini si sentono solo in lontananza: in primo piano ci sono gli animali e il loro modo di affrontare la gelata d’inverno.
È pieno inverno, sono nudi gli alberi
tranne là dove si rifugia il gregge
stringendosi sotto il pino.
Belano le pecore nella neve fangosa
addossate al recinto. La stalla è chiusa
ma strisciando i cani tremanti escono fuori,
scendono al ruscello gelato. Per ritornare
sconsolati indietro. Avvolti in un sospiro
sembrano i rumori dei carri, le grida dei pastori.
Le cornacchie stridono in cerchi indifferenti
intorno al pagliaio gelato. O si acquattano
sui rami sgocciolanti. Si rompe il ghiaccio
tra le canne dello stagno dove sbatte le ali il tarabuso
e allungando il collo schiamazza alla luna.
Saltella sui prati una povera lepre,
piccola macchia scura impaurita
e un gabbiano sperso, come una folata improvvisa
di neve, si mette a gridare contro il cielo.
Gianni Rodari, Sulla neve
Gianni Rodari descrive una tipica mattina d’inverno dove i bambini escono a giocare con la neve appena caduta. Un’immagine fanciullesca che ci riporta indietro nel tempo.
D’inverno, quando cade
la neve e imbianca il prato
e nasconde le strade
sotto il manto gelato,
ai bimbi, avventurieri
dal cuor senza paura,
non servono sentieri
per tentare l’avventura:
marciano arditi dove
la nevicata è intatta,
aprendo strade nuove
nel deserto d’ovatta.
Ma l’orme dei piedini
la neve serberà
per guidare i bambini
a casa, quando mamma chiamerà…
Ada Negri, La danza della neve
La poetessa descrive la lenta discesa della neve durante la notte. È come se il mondo si fermasse mentre i fiocchi si appoggiano silenziosi a terra, dando uno scenario quasi onirico.
Sui campi e sulle strade
silenziosa e lieve
volteggiando, la neve
cade.
Danza la falda bianca
nell’ampio ciel scherzosa,
Poi sul terren si posa
stanca.
In mille immote forme
sui tetti e sui camini,
sui cippi e sui giardini
dorme.
Tutto d’intorno è pace;
chiuso in oblio profondo,
indifferente il mondo
tace.
Umberto Saba, Fior di neve
L’autore triestino immagina in questa lirica come siano venuti sulla terra per la prima volta i fiocchi di neve. Il risultato è una poesia semplice, dolce e toccante.
Dal cielo tutti gli Angeli
videro i campi brulli
senza fronde né fiori
e lessero nel cuore dei fanciulli
che amano le cose bianche.
Scossero le ali stanche di volare
e allora discese lieve lieve
la fiorita neve.
Aldo Palazzeschi, Pastello del tedio
In questa poesia, Palazzeschi descrive una classica scena invernale a rallentatore, tratteggiando la natura e i suoni che percepisce. Non lo sorprende nessun sentimento di gioia e felicità, ma solo noia per quella giornata che sembra non finire mai.
Dal grigio della nebbia fitta fitta
traspaiono cipressi
ombre nere
spugne di nebbia.
E di lontano dondolando lento
ne viene un suono di campana quasi spento.
Più lontano lontano
passa un treno mugghiando.
Carla Piccinini, Inverno
In questa filastrocca, la poetessa spiega gli effetti dell’inverno sulla natura.
Ma cosa accade?
Guardati intorno!
Alberi spogli
e breve il giorno.
Oh quanto freddo
lungo le strade
forse tra poco
la neve cade.
Con questo freddo
dentro restiamo
e un ritornello
insiem cantiamo.
Attilio Bertolucci, La neve
Durante l’inverno il tempo sembra rallentare. Quest’atmosfera suscita diverse riflessioni, come quella fatta da Bertolucci in questa poesia mentre ricorda gli anni passati.
Come pesa la neve su questi rami
come pesano gli anni sulle spalle che ami.
L’inverno è la stagione più cara,
nelle sue luci mi sei venuta incontro
da un sonno pomeridiano, un’amara
ciocca di capelli sugli occhi.
Gli anni della giovinezza sono anni lontani.
Gianni Rodari, Filastrocca del Primo Gelo
L’autore più celebre delle filastrocche per bambini in italiano non avrebbe potuto non regalarci una sua piccola opera a tema inverno.
Filastrocca del primo gelo
gela la neve caduta dal cielo
gela l’acqua del rubinetto
gela il fiore nel suo vasetto
gela la corda del cavallo
gela la statua sul piedistallo.
William Blake, All’inverno
Questa poesia fa parte della raccolta Canti delle Stagioni e si possono ritrovare gli aspetti fondamentali della sua poetica: scenari oscuri e misteriosi, creature sovraumane e climi inospitali, ecco l’inverno secondo William Blake.
O Inverno! Spranga le tue porte adamantine:
Il nord è tuo; là nella fonda terra hai eretto
La tua oscura dimora. Non scuotere
I tuoi tetti, né le colonne col tuo carro di ferro.
Non mi ascolta e sull’abisso spalancato
Rotola greve. Le sue tempeste infuriano;
In una guaina d’acciaio, non oso alzare gli occhi
Perché ha levato in alto il suo scettro sul mondo.
Guarda! Un orrido mostro, la cui pelle aderisce
Alle sue forti ossa, corre sulle gementi rocce:
Riduce tutto al silenzio, e la sua possente mano
Spoglia la terra, e congela la fragile vita.
Prende posto sulle scogliere, il marinaio
Grida invano. Povero diavolo! Egli fronteggia
Le tempeste, finché il cielo non sorride e il mostro
Torna urlando alle sue caverne nel monte Hekla.
Ada Negri, Sole d’inverno
In questa lirica l’autrice si sofferma su una sua riflessione sorta nel giorno di capodanno. Con l’inizio dell’anno nuovo, lei pensa già a marzo e alla primavera, nonostante il paesaggio intorno a lei resti quello invernale.
Capo d’anno: sì mite, e quanto sole!
Io già respiro il marzo, in questa luce
d’oro, che so breve e bugiarda. E rido
alla menzogna, me ne godo; e ad essa
mi scaldo, come fan pruno e castagno
cui rispunta a capriccio qualche gemma,
nella certezza che morrà domani
prima d’aprirsi. Gemme senza fiore
sui rami e nel mio cuore,
gioia d’un giorno, conscia d’esser viva
sol per un giorno!
Non importa. È gioia.
Luigi Ruber, Neve
In questa poesia apparentemente semplice, Ruber tratteggia uno scenario tipico invernale dove la distesa bianca della neve ricopre tutto ciò che incontra.
Ieri su l’alto colle,
oggi nel piano arato,
la neve è sulle zolle
e copre il seminato
“Buon raccolto
di grano!”.
fa il provvido bifolco.
Ma un passerotto
invano
cerca l’amico solco.
E saltella leggero
e pare quasi stanco,
piccolo punto nero
sopra l’immenso bianco.
O. Cicogna, Filastrocca Quando piove
Una delle filastrocche più famose a tema invernale. Quando fa freddo diminuisce per tutti la voglia di uscire, sia per gli adulti e i bambini ma anche per gli animali, no?
Quando piove lento, lento
e fa freddo e tira vento
nella casa sta il bambino
nel suo nido l’uccellino
nella cuccia il cagnolino
presso il fuoco il mio gattino
nella tana il topolino…
E il ranocchio senza ombrello?
Sotto il fungo sta bel bello!
Piove, piove ci vuol l’ombrello
spero che torni il tempo bello!
Anton Cechov, L’odore dell’inverno
L’inverno si fa sentire ancor prima che arrivi, perché lo si percepisce nell’aria. Così, è impossibile rimandarlo: bisogna solo accoglierlo, con il suo freddo e la sua notte gelida.
Il tempo dapprincipio fu bello,
calmo. Schiamazzavano i
tordi, e nelle paludi qualcosa di vivo
faceva un brusio, come se
soffiasse in una bottiglia vuota.
Passò a volo una beccaccia e
nell’aria con allegri rimbombi.
Ma quando nel bosco si fece
buio e soffiò da oriente un vento
freddo e penetrante, tutto tacque.
Sulle pozzanghere si allungarono
degli aghetti di ghiaccio.
Il bosco divenne squallido, solitario.
Sì senti l’odore dell’inverno.
Fonte articolo Alfemminile