I 6 milioni di italiani che soffrono di emicrania vivono tra un attacco e la costante paura del successivo. È quanto emerge da una ricerca promossa da @teva_it e condotta da Elma Research.
Gli effetti dell’emicrania sono stati indagati in 4 diversi ambiti: nella sfera privata, in quella pubblica, nella percezione del giudizio degli altri e nel tipo di approccio/reazione nei confronti della malattia. Sono 4 anche i principali tipi di impatto messi in evidenza: limitazione, isolamento, senso di colpa, difficoltà nella progettualità. Il senso di colpa e l‘impossibilità di fare progetti sono temi centrali della vita delle persone emicraniche: un aspetto da non sottovalutare, infatti, è l’angoscia di chi vive costantemente nel timore della prossima crisi, spesso avendo già tentato diversi farmaci con effetti collaterali che rendono la quotidianità non sempre semplice.
Per i pazienti con le forme più gravi di emicrania arriva oggi una terapia mirata che consente di ridurre in maniera significativa la frequenza degli attacchi, aumentando il tempo vissuto pienamente, senza le limitazioni imposte dalla malattia. Fremanezumab, anticorpo monoclonale completamente umanizzato, sviluppato specificatamente per la prevenzione di questa malattia neurologica invalidante – da poco riconosciuta come malattia sociale – è ora rimborsato dal Sistema Sanitario Nazionale. La sua efficacia è dimostrata sia nelle forme episodiche di emicrania sia in quelle croniche. Nessuno dei trattamenti utilizzati finora a scopo preventivo è stato sviluppato espressamente per agire sulle cause dell’emicrania: ora, invece, abbiamo la possibilità di intervenire selettivamente su uno dei meccanismi centrali coinvolti nella genesi della malattia.
“Ogni giorno Teva è impegnata per migliorare la vita delle persone e da sempre lavora a fianco dei clinici
per rispondere ai bisogni ancora insoddisfatti dei pazienti” dice Roberta Bonardi, Senior Director BU
Innovative e GM Grecia Teva. “Si stima che meno del 30% dei pazienti con emicrania riesca a gestire la sua
condizione. Oggi la disponibilità di fremanezumab rappresenta, per quei pazienti che rientrano nei criteri stabiliti dall’Agenzia Italiana del Farmaco, un importante avanzamento per migliorare la loro vita unendo la capacità di prevenzione della malattia con una sensibile diminuzione della disabilità legata ai sintomi. Un passo in avanti per chi soffre di questa patologia, per una maggiore consapevolezza”.